Su Ubi Intesa Sanpaolo non farà alcun passo indietro. E dunque Carlo Messina sottolinea come non ci saranno ulteriori offerte
Il gruppo chiude il primo trimestre con un utile di 1,1 miliardi di euro (+9,6%). Dato raggiunto grazie anche al comparto del wealth management
Per quanto riguarda i conti Intesa Sanpaolo ha chiuso il primo trimestre con un’utile di 1,1 miliardi di euro (+9,6%). La stima del common equity tier 1 ratio pro-forma del gruppo a regime è pari al 14,5%. Sul fronte della qualità del credito la riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, è di circa 1,3 miliardi di euro nel primo trimestre dell’anno e di circa 35 miliardi dal picco di settembre 2015. Lo stock di crediti deteriorati scende a marzo rispetto a dicembre 2019 del 3,6% al lordo delle rettifiche di valore e dell’1,6% al netto, mentre l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a marzo 2020 si è ridotta al 7,1% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,5% al netto. Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti) ammonta a 14 miliardi di euro.
Le attività finanziarie della clientela sono di 920 miliardi di euro, in diminuzione del 4,3% rispetto al 31 dicembre 2019 e del 2,3% rispetto al 31 marzo 2019. La raccolta diretta bancaria ammonta a 434 miliardi, in crescita dell’1,9% rispetto alla fine dello scorso esercizio, mentre la raccolta indiretta ammonta a 485 miliardi, in diminuzione del 9,2%. L’ammontare di risparmio gestito è di 333 miliardi, in diminuzione del 6,9% rispetto al 31 dicembre 2019 e del 2,3% rispetto al 31 marzo 2019. La nuova produzione vita nel primo trimestre 2020 ammonta a 3,9 miliardi di euro. La raccolta amministrata è pari a 152 miliardi, in diminuzione del 14% rispetto a fine 2019 e del 12% rispetto al 31 marzo 2019.
Questi risultati sono stati possibili, sottolinea il gruppo grazie ai vantaggi competitivi nel ramo protezione e sul wealth management & protection.