Intesa Sanpaolo vuole essere una delle cinque banche private più importanti in Europa e gestisce un patrimonio di clienti di oltre 50 miliardi di euro entro il 2021
Secondo alcune voci, i sei soci di Reyl manterranno collettivamente un po’ più del 30% della banca, dopo l’accordo
Una cosa è certa: se il colpo andrà in porto, la banca guidata da Carlo Messina avrà un ruolo sempre più importante in Svizzera, visto che nel 2017 aveva rilevato Banque Morval, istituto con sede a Ginevra che all’epoca deteneva circa due miliardi di masse (contro i circa 5 attuali), per una valutazione compresa tra i 150 e i 200 milioni di euro. Attraverso questa acquisizione, Intesa Sanpaolo aveva rilevato anche la filiale di Lugano di Morval e l’aveva fusa con una propria banca privata in Ticino per diventare Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval.
L’idea, ora, alla base di questa operazione di acquisizione è proprio quella di rafforzare ulteriormente la presenza estera nel segmento del wealth management e del private banking, crescendo anche al di fuori dei confini nazionali in modo da diversificare il portafoglio clienti, oggi fortemente concentrato in Italia. Societe Generale, che ha riavviato la copertura di Intesa pochi giorni fa con rating “hold”, ritiene infatti che la banca abbia bisogno di espandere le proprie attività di gestione patrimoniale per bilanciare la sovraesposizione a livello nazionale. E proprio partendo dalla Svizzera, Intesa Sanpaolo vuole essere una delle cinque banche private europee più importanti arrivando a gestire un patrimonio di clienti di oltre 50 miliardi di euro entro il 2021.
Intanto, già ad agosto, Tommaso Corcos, amministratore delegato di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, aveva dichiarato in una intervista al Sole 24 Ore che erano in una fase in cui l’estero era un cantiere ancora aperto. “Siamo uno dei principali player in Europa, ma con una concentrazione in Italia. Vogliamo proseguire con lo sviluppo di Morval, pur consapevoli che il nostro obiettivo è raggiungere una dimensione ancora più importante, sia tramite la crescita organica che con acquisizioni mirate”, aveva commentato Corcos, aggiungendo che il gruppo non stava pensando a grandi deal, ma guardava a piccoli team, o a realtà che li avrebbero arricchiti su prodotti e clientela. “Pensiamo a Svizzera, Gran Bretagna e Lussemburgo: se qui si dovessero presentare delle opportunità, le considereremo”, aveva spiegato.