Donne e investimenti: una questione di fasi

Rita Annunziata
6.11.2020
Tempo di lettura: 3'
Solo nel 2018 le donne possedevano il 40% della ricchezza globale. Eppure, nel tentativo di accumulare risparmi, spesso ancora oggi si trovano ad affrontare ostacoli legati alle varie fasi della vita. Ecco come si evolvono le loro strategie di investimento secondo Credit Suisse

Le donne con un'età compresa tra i 20 e i 30 anni generalmente non godono di fonti di reddito stabili e registrano un basso tasso di risparmio combinato a un'attività di investimento minima

Tra i 30 e i 45 anni, invece, inizierebbero a veder crescere il proprio livello di reddito in linea con la carriera lavorativa, accettando anche livelli di rischio più elevati

Tra i 45 e i 60 anni potrebbero aver sviluppato interessi specifici, essere in grado di dedicare più tempo alle loro finanze o voler partecipare attivamente alle loro decisioni di investimento

Secondo le stime del Global wealth report di Credit Suisse, nel corso del ventesimo secolo la quota di ricchezza detenuta dalla componente femminile della popolazione ha sperimentato un boost significativo, fino a sfiorare nel 2018 il 40% del totale globale. E negli ultimi decenni, in particolare, i paesi ad alto reddito hanno assistito a una vera e propria rivoluzione in termini di vita lavorativa e familiare. Stando alla recente analisi Woman to woman dell'istituto svizzero, oggi le donne “lavorano e guadagnano di più” e, di conseguenza, “risparmiano di più” e godono di una “maggiore indipendenza finanziaria”. Eppure, nel tentativo di “accumulare ricchezza”, spiega l'autrice del rapporto Nanette Hechler-Fayd'herbe, si trovano ad affrontare ancora diversi ostacoli. In che modo le proprie strategie di investimento tenderebbero dunque ad adattarsi alle diverse fasi della vita?
Secondo l'analisi di Credit Suisse, le donne con un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, che stanno completando il proprio percorso universitario o la formazione professionale, generalmente non godono di fonti di reddito stabili. “Le caratteristiche distintive di questa fase sono un basso tasso di risparmio combinato a un'attività di investimento minima”, spiega lo studio. Eppure, questo non significa che sia troppo presto per loro per iniziare a pianificare un futuro finanziariamente sicuro. Al contrario, “dovrebbero investire su se stesse fin dall'inizio, in termini di finanze, istruzione, formazione, salute fisica e mentale, ed esperienze di vita, per poter poi godere dei benefici conseguenti per tutta la vita”, continua la ricerca.

Tra i 30 e i 45 anni, invece, le donne inizierebbero a veder crescere il proprio livello di reddito, man mano che intraprendono la propria carriera lavorativa, e registrerebbero conseguentemente un tasso di risparmio medio. È in questa fase, dunque, che inizierebbe la loro vera attività di investimento e, siccome “rivelano un orizzonte temporale di lungo periodo, potrebbero accettare un livello di rischio piuttosto elevato”. Per le donne che desiderano costruire una famiglia, tuttavia, la decisione di prendersi una pausa per la maternità potrebbe interrompere “la progressione dei loro guadagni”. In tal caso, spiega la ricerca, “potrebbe diventare per loro importante focalizzarsi su investimenti che garantiscano rendimenti regolari, al fine di compensare un potenziale declino o un'interruzione dello stipendio per un periodo prolungato”.
Man mano che le loro carriere avanzano e i figli crescono, tra i 45 e i 60 anni le donne tenderebbero poi a registrare un reddito e un tasso di risparmio più elevati e, possibilmente, a contrarre anche un mutuo. In questa fase, “la combinazione di nuovi bisogni e obblighi finanziari” le renderebbe “investitrici più sofisticate”. “Potrebbero sviluppare interessi specifici, essere in grado di dedicare più tempo alle loro finanze o voler partecipare attivamente alle loro decisioni di investimento”, spiega l'istituto svizzero. Una fase in cui i loro portafogli di investimento tenderebbero a diventare più strategici e diversificati e che le vedrebbe più disposte a considerare attività di trading speculative o investimenti alternativi, come gli hedge fund o il private equity. Con l'allungamento delle aspettative di vita, infine, le donne registrerebbero un “chiaro bisogno che i loro risparmi durino più a lungo”, conclude la ricerca. Di conseguenza, dopo aver superato i 60 anni, la loro tolleranza al rischio tenderebbe a calare e l'attenzione inizierebbe solitamente a rivolgersi verso investimenti a basso rischio. Con un occhio alla sostenibilità.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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