Cybercrime: Italia al 6° posto per furto email e password

Virginia Bizzarri
Virginia Bizzarri
12.11.2020
Tempo di lettura: 7'
La pandemia ha visto un forte aumento del furto di dati personali sul Web. Ecco i risultati dell'indagine di realizzata da Crif sul cybercrime

Furto dati personali sul web in Italia: nei primi sei mesi di quest'anno i casi sono aumentati di oltre un quarto rispetto al secondo semestre 2019. Siamo al 6° posto assoluto tra i paesi più colpiti

Gli uomini di età tra i 31 e i 40 sono i soggetti maggiormente esposti al rischio di attacchi cyber

Il 73,2% degli account rubati è legato a siti di intrattenimento (gaming e streaming online), seguiti dai servizi finanziari

Ai tempi della pandemia, il tema della cyber security (oggetto di un recente podcast di We Wealth ) è sempre più al centro. Solo poche settimane fa, il gruppo Campari ha annunciato di aver subito un attacco malware, non escludendo la violazione di informazioni personali e di business e sottolineando come questa situazione potrebbe generare “qualche impatto temporaneo sulla performance finanziaria del Gruppo”. Focalizzandoci sull'Italia, nel primo semestre 2020, si è registrato un aumento del 26,6% (rispetto al secondo semestre 2019) degli utenti che hanno ricevuto un avviso di un attacco informatico ai danni dei loro dati personali. A svelarlo è la prima edizione dell'Osservatorio Cyber realizzato da Crif. Scorrendo la classifica dei paesi più colpiti dal cybercrime, l'italia è al sesto posto per furto di email e password online e in nona posizione per scambio di dati illeciti di carte di credito, mentre gli Usa sono primi in classifica in entrambe le graduatorie.
Analizzando le caratteristiche degli utenti italiani allertati per un possibile furto di dati personali nel corso del primo semestre dell'anno, il report fornisce un'identikit dei profili maggiormente a rischio. In particolare le fasce di età più colpite sono quelle tra 31 a 40 anni (35,7%) e tra 41 a 50 anni (33,5%). Inoltre, la maggior parte degli utenti che hanno ricevuto un alert sono uomini, mentre le donne sono poco più di un terzo. Nel periodo di riferimento, i dati più vulnerabili (che potrebbero essere utilizzati per cercare di compiere truffe) risultano essere rispettivamente gli indirizzi email personali (82%) o aziendali (18%), le password, gli username e i numeri di telefono. Ma non mancano anche scambi di dati con una valenza finanziaria (es. carte di credito e IBAN).

Guardando alle combinazioni di dati più intercettate dai criminali informatici, nel 99,6% dei casi le email sono associate ad una password. Relativamente ai dati delle carte di credito, nel 91,4% dei casi, oltre al numero sono presenti anche cvv e data di scadenza ma solo nell'11,3% dei casi si ritrovano anche il nome e cognome del titolare. Infine Il 73,2% degli account rubati è legato a siti di intrattenimento (gaming e streaming online), seguiti dai servizi finanziari (18,7%), in particolare banking, piattaforme exchange di criptovalute o servizi di pagamento.

“Quanto abbiamo osservato lavorando a questa prima edizione dell'Osservatorio Cyber fa riflettere sui rischi derivanti dalla circolazione dei nostri dati online. Se ormai parte della nostra vita si è spostata dal mondo fisico agli ambienti virtuali, ad esempio per quanto attiene i nuovi comportamenti d'acquisto diventa sempre più importante proteggersi adeguatamente per evitare che qualcuno possa rubare dati personali e credenziali per commettere frodi che potrebbero avere pesanti ricadute economiche e reputazionali su ognuno di noi. Questo vale non solo sul piano personale ma riguarda anche le aziende, che sempre più spesso sono esposte al rischio di incorrere nello stesso tipo di problemi” ha commentato Beatrice Rubini, executive director personal solutions & cybersecurity services di Crif, sottolineando che “per proteggere i nostri dati personali è fondamentale adottare comportamenti individuali virtuosi” “Sicuramente un utile supporto può venire dagli strumenti che oggi consentono di proteggere i dispositivi e monitorare eventuali criticità ma la prima cosa da fare, dalla quale non si può prescindere, è gestire con la massima cura le nostre password ed essere molto attenti alla esposizione e alla comunicazione dei nostri dati sensibili” ha precisato Rubini.

Cosa vorresti fare?

X
I Cookies aiutano a migliorare l'esperienza sul sito.
Utilizzando il nostro sito, accetti le condizioni.