Nel secondo trimestre, la Berkshire Hathaway ha comprato oro per 500 milioni di dollari e venduto azioni bancarie per 6 miliardi
L’esposizione del portafoglio al settore bancario rimane comunque di 56 miliardi di dollari sui 788 totali
Nell’assemblea trimestrale di maggio le perdite a causa dell’epidemia sono state valutate in 49,7 miliardi di dollari.
Il secondo trimestre della Berkshire Hathaway
Guardando alle ultime operazioni della Berkshire Hathaway, la sua holding, non si direbbe che Buffet si stia comportando come in passato. Se nella prima metà dell’anno si era assistito alla vendita in blocco delle azioni delle principali compagnie aeree americane (United Airlines, American Airlines, Southwest Airlines e Delta Airlines), ora l’attenzione si è spostata sul comparto bancario. Secondo il Financial Times, nel secondo trimestre la Berkshire Hathaway ha venduto azioni bancarie per un valore di 6 miliardi di dollari. In concomitanza si è registrato l’acquisto di 500 milioni d’oro dalla miniera Barrick.
Entrambe queste manovre non possono essere decontestualizzate. Le banche difatti hanno perso un terzo del loro valore da inizio epidemia e l’oro ha raggiunto il suo massimo storico. Una chiave di lettura potrebbe essere la riduzione dei tassi di interesse per via della crisi. Con tassi bassi di interesse difatti le banche hanno minori margini profitto e il prezzo dell’oro tende a salire. La sensazione è che Warren Buffet si aspetti un protrarsi di questo scenario di politica monetaria e una ripresa dell’economia non proprio dietro l’angolo.
Valutazioni sui bilanci delle banche americane
Ad un’analisi più attenta emerge tuttavia che la Berkshire Hathaway ha ancora un’importante esposizione al settore bancario. Sempre stando ai dati riportati dal Financial Times, l’investimento nelle banche americane e nelle altre istituzioni finanziarie vale 56 miliardi di dollari, più del 7% del portafoglio complessivo. Sola la partecipazione in Bank of America, la quale invece è stata aumentata di 2 miliardi nell’ultimo trimestre, è pari a 22 miliardi. A preoccupare Buffet è la situazione di alcune precisi istituti bancari. A partire per esempio da JP Morgan. L’istituto newyorkese da inizio epidemia ha previsto sofferenze per 19 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto a BofA. La mossa della Berkshire dunque sembra non essere una vendita indiscriminata di azioni bancarie ma una decisione di tagliare la posizione nelle banche più rischiose e consolidarla in quelle più sicure.
Avrà ancora ragione Warren?
Al di là delle motivazioni dietro le ultime manovre di Buffet, rimangono due evidenze. La prima è l’impatto significativo dell’epidemia sui bilanci della Berkshire. Nella assemblea trimestrale del maggio scorso lo stesso Buffet ha valutato i danni del coronavirus in 49,7 miliardi di dollari, quasi l’intero guadagno del 2019. Il secondo fatto è la mancanza di acquisizioni di questi mesi. L’interrogativo che sorge è dunque se Warren Buffet abbia abdicato al suo stile d’investimento o se in una crisi senza precedenti è effettivamente meglio seguire un approccio più conservativo. Solo il tempo ce lo dirà.