Secondo le stime degli analisti, dopo essere stata rilevata nel 2007 per 1,6 miliardi di euro, Piazza Affari oggi viene valutata tra i tre e i quattro miliardi
Mef: “Ai sensi della normativa sul golden power e delle normative di settore sui mercati le offerte saranno oggetto di vaglio da parte del governo e delle autorità di vigilanza”
Secondo le stime degli analisti, dopo essere stata rilevata nel 2007 per 1,6 miliardi di euro, Piazza Affari oggi viene valutata tra i tre e i quattro miliardi, più del doppio di 13 anni fa. Una cifra, rivelano alcune indiscrezioni riportate da Bloomberg, in linea con la possibile valutazione della cordata italo-francese che nel frattempo ha ottenuto un fine settimana in più per effettuare una due diligence più approfondita. Sono attese le contromosse da parte di Six Group, la società svizzera che gestisce la Borsa di Zurigo e che recentemente ha acquistato anche la Borsa di Madrid, ma anche di Deutsche Böerse, che non ha ancora sciolto le riserve.
Non mancano le parole anche del ministro Roberto Gualtieri che ha ribadito come l’operazione “evidenzierà il valore e le prospettive di sviluppo del gruppo italiano”. “Il mio auspicio – ha aggiunto – è che il gruppo Borsa Italiana trovi la sua collocazione strategica all’interno del Mercato Unico e dell’Eurozona, con partner industriali e finanziari che possano sostenere e rinforzare al meglio il progetto di un mercato dei capitali unico a livello europeo, aperto, spesso e liquido, che connetta tutti i mercati e gli ecosistemi locali”. “Solo così – conclude – saremo in grado di sbloccare il reale potenziale, per imprese ed investitori, di un mercato dei capitali pienamente integrato ed efficiente, rafforzando anche la competitività a livello mondiale del sistema finanziario europeo”.
Euronext: nella cordata anche Intesa Sanpaolo
Euronext ha confermato in una nota di aver presentato un’offerta non vincolante al London stock exchange group per l’acquisizione di Borsa Italiana e che la partnership comprende Cdp Equity e Intesa Sanpaolo, precisando però che non vi sia “alcuna certezza che l’offerta possa concretizzarsi in transazione”. L’aggregazione, precisa, “creerebbe un operatore leader nei mercati dei capitali dell’Europa continentale, in cui l’Italia rappresenterebbe il principale contributore in termini di ricavi del gruppo Euronext post-aggregazione”. “Tale operazione di trasformazione – conclude la nota – posizionerebbe in modo efficace il nuovo gruppo per realizzare l’ambizione di proseguire nella creazione dell’infrastruttura dell’Unione dei mercati dei capitali in Europa, sostenendo allo contempo le economie locali”.
Il contenuto di questo articolo è stato aggiornato il 14 settembre 2020.