Secondo i dati raccolti da Ir Top Consulting, la quotazione ha consentito al 57% delle aziende di espandersi in nuovi mercati geografici. Il 55% parla di operazioni M&A e il 43% della ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e servizi
Le società tech rappresentano circa il 20% delle aziende quotate su Aim Italia, distribuite principalmente in Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Ma anche in Umbria, Marche, Toscana, Trentino Alto-Adige e Veneto
Fabio Brigante di Borsa Italiana: “Pensare alla Borsa vuol dire pensare al capitale e pensare al capitale vuol dire finanziare la crescita. La quotazione consente di aumentare la propria visibilità e credibilità”
Crescita media del fatturato: +37%
Obiettivi, aggiunge, evidenziati anche dai dati: il 57% delle aziende, con la quotazione, è riuscito a espandersi in nuovi mercati geografici, il 55% parla di operazioni M&A, il 51% dell’aumento della quota di mercato a livello nazionale e il 43% della ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Ma non solo. “La crescita media delle società in termini di fatturato è del +37%, la crescita del personale altamente qualificato è del +17% annuo e quella relativa alle acquisizioni e alle fusioni del +10%”, aggiunge Lambiase.
Le caratteristiche di Aim Italia
Stando ai dati relativi al 2019 raccolti da Ir Top Consulting, il 79% delle società quotate su Aim Italia (l’indice della Borsa di Milano dedicato alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita, ndr) riporta un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro, il 15% tra i cinque e i 10 milioni, e il 14% sotto i cinque milioni. I ricavi medi nel 2019 sono stati pari a 40 milioni di euro, in crescita del 18% rispetto al 2018, mentre il dato medio della raccolta si è attestato sui 6,7 milioni di euro. Quanto alla distribuzione settoriale, il 20% appartiene al comparto tecnologico, il 17% all’industria, il 14% ai media, il 12% alla finanza, un ulteriore 12% ai servizi, l’8% all’energia e alle energie rinnovabili, il 6% alla moda e al lusso, il 4% all’healthcare, il 4% al telco, il 3% all’alimentare e l’1% alla chimica. Inoltre, la Lombardia guadagna il primato con il 38% delle aziende, seguita dal Lazio e dal Veneto rispettivamente con il 14 e il 7%.
Il ruolo dell’advisor nel processo di quotazione
Ma qual è il ruolo dell’advisor nel processo di quotazione? “L’advisor aiuta il potenziale quotando, la società emittente, a strutturarsi in modo tale da essere pronto ad affrontare l’incontro e la selezione con il nomad”, spiega Kevin Tempestini, founder e ceo di KT&Partners in occasione dell’evento 2021: le opportunità della quotazione sull’Aim per le tech company italiane di Digital360 Hub. “Significa lavorare sul progetto, supportandolo nella costruzione del piano industriale. L’obiettivo è costruire una equity story di successo, ma fondamentale è la use of proceeds: la capacità di spiegare come utilizzerà i fondi che andrà a chiedere al mercato”.
“L’advisor – aggiunge Lambiase – opera al fianco dell’imprenditore condividendo con l’azienda tutti gli step del percorso di quotazione, definendo la struttura dell’offerta sulla base del fabbisogno finanziario. Inoltre, assume il ruolo di guida per l’imprenditore, assistendolo nella definizione delle scelte strategiche che riguardano la governance, la struttura societaria, i rapporti con le autorità di mercato e gli investitori, creando con l’azienda una relazione di fiducia e di dialogo continuo”. Poi conclude: “La società riceve supporto in ogni fase del processo di Ipo, attraverso una serie di strumenti e competenze, come la conoscenza approfondita del mercato azionario e delle esperienze di quotazione, le logiche di investimento, le regole di accesso al mercato azionario fino alla costruzione di una equity story che la valorizzi”.