Pavia: “Con questo strumento ci attendiamo un maggior ricorso alla garanzia del fondo, per alcune novità che potrebbero rivelarsi portatrici di una maggiore appetibilità”
La garanzia viene concessa in relazione al valore complessivo del portafoglio di obbligazioni, in funzione della rischiosità del portafoglio stesso
Anche le mid cap potranno presto accedere alla sezione speciale del Fondo di garanzia destinata ai basket bond. Stando a quanto anticipato da Gianpaolo Pavia, responsabile garanzie di Mediocredito Centrale intervenuto in occasione dell’evento di presentazione del nuovo Osservatorio minibond della School of management del Politecnico di Milano, entro la terza settimana del mese di marzo saranno pubblicate le disposizioni operative relative al cosiddetto “basket bond nazionale”. Si tratta di una nuova misura istituita dal Decreto legge 25 maggio 2021, n. 73 (cosiddetto Decreto sostegni-bis), che prevede la creazione – appunto – di una sezione speciale del Fondo di garanzia con risorse per 200 milioni di euro finalizzate alla copertura di portafogli di titoli obbligazionari.
“Con questo nuovo strumento ci attendiamo un maggior ricorso alla garanzia del fondo, per alcune novità che potrebbero rivelarsi portatrici di una maggiore appetibilità”, dichiara Pavia. “Abbiamo esteso la platea di soggetti che potranno sottoscrivere obbligazioni e presentare la richiesta di garanzia del portafoglio alle spv, oltre ai classici soggetti quali banche, intermediari finanziari, imprese di assicurazione e organismi collettivi del risparmio”. Tra i beneficiari, come anticipato in apertura, rientreranno oltre alle piccole e medie imprese anche le mid-cap (con un numero di dipendenti non superiore a 499).
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La garanzia viene concessa in relazione al valore complessivo del portafoglio di obbligazioni, in funzione della rischiosità del portafoglio stesso. “La copertura del portafoglio potrà arrivare fino al 25%”, conferma infatti Pavia, diversamente dall’8% previsto dalla precedente misura di garanzia sui portafogli di minibond. In relazione alle singole obbligazioni incluse nel portafoglio, la sezione speciale copre l’80% della perdita registrata sulla singola obbligazione. “I portafogli dovranno avere un importo non inferiore a 40 milioni e non superiore 300 milioni. Ed è prevista una commissione una tantum dell’1,5% dell’importo garantito a livello di portafoglio”, continua.
“Quanto alle operazioni che potranno essere incluse, parliamo di operazioni dedicate allo sviluppo aziendale; un intervento specifico su programmi d’investimento e di sviluppo delle imprese beneficiarie, in altre parole”. Tali operazioni potranno avere una durata massima di 120 mesi e un importo compreso tra 2 e 8 milioni di euro (il valore di ciascuna operazione non potrà superare il 5% del totale del portafoglio). “Speriamo di riuscire entro metà mese, al massimo entro la terza settimana di marzo, a pubblicare le modalità operative e far partire questo strumento che ci auguriamo replichi le esperienze di successo a livello regionale degli ultimi anni. Siamo fiduciosi che potrà dare un ulteriore impulso allo sviluppo di questo mercato”, conclude Pavia.
Minibond, 2022 anno record: raccolta a 1,65 miliardi
Ricordiamo che i basket bond hanno tra l’altro trainato la crescita del mercato dei titoli di debito nel 2022, con volumi triplicati rispetto al 2021, secondo l’Osservatorio minibond della School of management del Polimi. Fino a oggi hanno catalizzato quasi 2 miliardi di euro di risorse. Guardando all’industria dei minibond nel suo complesso, lo scorso anno 254 emittenti (in crescita rispetto alle 200 del 2021) hanno raccolto 1,65 miliardi di euro da 268 emissioni, un quarto delle quali dall’importo inferiore ai 2 milioni di euro. “Sicuramente un ruolo importante è stato giocato dalle diverse iniziative di basket bond lanciate, tra gli altri, da Cassa depositi e prestiti, in cooperazione con alcune banche”, conferma Giancarlo Giudici, direttore dell’Osservatorio. “Progetti che sono riusciti a ottenere la garanzia di istituzioni europee, nazionali e regionali, contribuendo da una parte a ridurre il costo del capitale per le imprese, dall’altra a sostenere l’offerta di capitale di investitori che solitamente considerano poco appealing prestare denaro alle pmi”. Un secondo fattore, aggiunge, va ricercato nella crescente attenzione della finanza per la sostenibilità. Nel 2022, infatti, sono stati collocati 60 minibond Esg (emessi per finanziare progetti con un impatto positivo sugli indicatori di sostenibilità) a fronte dei 23 del 2021, di cui 29 green minibond e 31 sustainability-linked minibond per un controvalore di 304,95 milioni di euro. “Questi titoli piacciono agli investitori e danno visibilità alle imprese, permettendo loro di ottenere crediti spendibili rispetto al loro scoring Esg”, conclude Giudici.