Secondo uno studio di Banca d’Italia i fondi comuni d’investimento hanno risposto della pandemia seguendo il sentimento del mercato, amplificando dunque il movimento ribassista del mercato
Da uno studio di Banca d’Italia emerge come i fondi comuni aumentano la volatilità del mercato in periodi di turbolenza perché affrontano il rischio di dover rispondere a massicci riscatti
Gli asset manager che avevano registrato i rendimenti più elevati prima della pandemia risultano non avere seguito il gregge allo scoppio dell’emergenza
La maggior parte dei fondi comuni ad aprile 2020 ha acquistato obbligazioni societarie, sulla scia dell’intervento delle autorità monetarie
I fondi comuni rappresentano una grande frazione del risparmio mondiale, acquistano e vendono titoli in tutto il mondo e giocano un ruolo cruciale nel finanziamento di governi e imprese. Dopo la crisi globale inoltre – in parte come risultato della maggiore regolamentazione delle banche – sono cresciuti esponenzialmente, attirando l’attenzione non solo degli investitori. Diversi economisti negli ultimi anni ne hanno infatti evidenziato la fragilità, avvertendo circa le possibili implicazioni per la stabilità finanziaria causate da questi fondi. Uno studio a firma Affinito e Santioni, economisti di Banca d’Italia, ha mostrato come anche durante la pandemia questi veicoli d’investimento non sono stati del tutto salutari per i mercati finanziari.
Dallo studio è emerso come innanzitutto la pandemia abbia innescato una riallocazione di portafoglio da parte dell’industria globale dei fondi comuni. Riallocazione che ha esacerbato i movimenti del mercato. Quando è scoppiato il panico, i fondi comuni non hanno venduto orizzontalmente, ma hanno disinvestito dalle attività finanziarie considerate più in difficoltà in quel momento – cioè quelle emesse nei paesi e dalle industrie più colpite dalla pandemia – indipendentemente dai loro fondamentali. Questo dato confermerebbe l’opinione che i fondi comuni, specialmente durante le crisi, possono spingere i prezzi delle attività lontano dai fondamentali. Inoltre i fondi comuni con più deflussi da parte dei detentori di quote hanno esacerbato le vendite degli asset più affetti da covid. Ciò indica che gli aggiustamenti di portafoglio dei gestori dei fondi hanno agito nella stessa direzione dei deflussi degli investitori, piuttosto che mitigare l’effetto dei deflussi.
Tuttavia, dallo studio si evince una certa virtuosità di alcuni fondi, ben gestiti che si sono distinti anche nelle fasi di panico di mercato. Gli asset manager che avevano registrato i rendimenti più elevati prima della pandemia, per esempio, non hanno seguito il gregge allo scoppio dell’emergenza. Dunque al netto dell’effetto generale sul mercato va detto che esiste un’eterogeneità all’interno di questo universo: non sono né tutti investitori intelligenti che vendono solo azioni sopravvalutate, né tutti investitori destabilizzatori che fanno branco e inseguono le tendenze.Infine risulta che il grosso dell’aggiustamento dei portafogli del gregge sia avvenuto in maniera repentina e massiccia a marzo 2020. A ciò è seguito il rimbalzo di aprile in cui i fondi comuni hanno acquistato principalmente obbligazioni societarie, in gran parte l’attività finanziaria oggetto dei programmi delle banche centrali in quel periodo. Ciò secondo gli studiosi suggerisce l’esistenza di un canale di politica monetaria non convenzionale che agisce attraverso le istituzioni finanziarie non bancarie.
Il dataset su cui è stato elaborato lo studio è ampio: contiene più di 12 milioni di osservazioni su vendite e acquisti fondo per fondo e titolo per titolo durante i primi quattro mesi del 2020. Copre inoltre oltre 20.000 fondi comuni (circa il 40% dell’industria globale in termini di patrimonio netto totale), situati in oltre 40 giurisdizioni nazionali e che investono in più di 100 economie e 20 settori.
Da uno studio di Banca d’Italia emerge come i fondi comuni aumentano la volatilità del mercato in periodi di turbolenza perché affrontano il rischio di dover rispondere a massicci riscattiGli asset manager che avevano registrato i rendimenti più elevati prima della pandemia risultano non avere segui…
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