Vuoi investire in bitcoin? Meglio un fondo azionario

8.3.2022
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I vantaggi degli investimenti regolamentati rispetto a quelli meno tradizionali in termini di controllo e volatilità
Nella mia esperienza di consulente finanziario mi è capitato di confrontarmi con clienti interessati o anche solo incuriositi dall'investimento in valute virtuali. Per fare delle scelte di investimento consapevoli e in linea con il proprio profilo di rischio e di rendimento, però, bisogna avere le idee chiare sulle caratteristiche dello strumento su cui si vuole investire. Per questo il contributo in termini di educazione finanziaria che può essere dato da un consulente è importante.
Partiamo dalle definizioni. Le valute virtuali (ad esempio il Bitcoin) sono delle rappresentazioni digitali di valore che possono essere utilizzate sia come mezzo di scambio che come forma di investimento. Sono create da soggetti privati che operano sul web e non sono quindi emesse da una banca centrale o da una qualche autorità pubblica. Questo vuol dire che non hanno corso legale e quindi non devono essere obbligatoriamente accettate in caso di acquisto di beni o servizi (come avviene, invece, per l'euro, il dollaro o per qualsiasi altra valuta a corso legale) ma possono essere accettate come pagamento solo a discrezione del venditore.
Il Bitcoin è forse la valuta virtuale più famosa ma non è l'unica. Difficile dire quante sono le valute virtuali poiché non esistono statistiche attendibili ma hanno già fatto al loro apparizione sulla rete qualche centinaio di queste. Inoltre nei diversi paesi possono esserci regole molto diverse: in alcuni sono vietate del tutto, in altri hanno una qualche forma di regolamentazione. In Italia si possono acquistare, utilizzare e accettare in pagamento. Tuttavia gli organi di vigilanza hanno spesso sottolineato alcuni aspetti critici dell'investimento in valute virtuali: dall'elevata volatilità del loro valore all'assenza di forme di vigilanza e controllo e di tutele normative specifiche nel caso di frodi, di attacchi informatici o di cessazione dell'attività delle piattaforme su cui vengono scambiate, solo per fare qualche esempio.
Ma come spiegare l'interesse nei Bitcoin come investimento? Puntare sulle valute virtuali viene spesso considerato una soluzione alternativa ai tradizionali strumenti di investimento e slegata dall'andamento di variabili (oscillazioni dei mercati azionari, attese sulle politiche monetarie, rischio strette sui tassi…) a cui sono soggetti, invece, i rendimenti degli investimenti più tradizionali. Una sorta di bene rifugio, insomma, con possibilità di rendimento molto elevate. Tuttavia l'esperienza di questi anni dimostra che anche queste forme di investimento (e non cambia molto se consideriamo le società quotate che si basano su criptovalute e blockchain, la tecnologia che è alla base delle valute virtuali) risentono in qualche misura dell'andamento dei mercati. Alcuni analisti in particolare hanno messo in evidenza come al crollo dei mercati azionari (o ai picchi di questo) anche le criptovalute si muovano di conseguenza. A questo punto la domanda che faccio ai miei clienti è perché puntare su uno strumento che di fatto non è regolamentato e con grande volatilità e non su strumenti regolamentati, come quelli del risparmio gestito e dei fondi comuni di investimento.
I vantaggi di investire in un fondo comune sono vari e fra questi si possono evidenziare:
Ovviamente a fronte di un basso livello di rischi il rendimento risulta contenuto: la valutazione finale può essere effettuata solo a fronte di una chiara individuazione del profilo di rischio e della situazione complessiva del patrimonio e delle esigenze del risparmiatore.
Partiamo dalle definizioni. Le valute virtuali (ad esempio il Bitcoin) sono delle rappresentazioni digitali di valore che possono essere utilizzate sia come mezzo di scambio che come forma di investimento. Sono create da soggetti privati che operano sul web e non sono quindi emesse da una banca centrale o da una qualche autorità pubblica. Questo vuol dire che non hanno corso legale e quindi non devono essere obbligatoriamente accettate in caso di acquisto di beni o servizi (come avviene, invece, per l'euro, il dollaro o per qualsiasi altra valuta a corso legale) ma possono essere accettate come pagamento solo a discrezione del venditore.
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Ma come spiegare l'interesse nei Bitcoin come investimento? Puntare sulle valute virtuali viene spesso considerato una soluzione alternativa ai tradizionali strumenti di investimento e slegata dall'andamento di variabili (oscillazioni dei mercati azionari, attese sulle politiche monetarie, rischio strette sui tassi…) a cui sono soggetti, invece, i rendimenti degli investimenti più tradizionali. Una sorta di bene rifugio, insomma, con possibilità di rendimento molto elevate. Tuttavia l'esperienza di questi anni dimostra che anche queste forme di investimento (e non cambia molto se consideriamo le società quotate che si basano su criptovalute e blockchain, la tecnologia che è alla base delle valute virtuali) risentono in qualche misura dell'andamento dei mercati. Alcuni analisti in particolare hanno messo in evidenza come al crollo dei mercati azionari (o ai picchi di questo) anche le criptovalute si muovano di conseguenza. A questo punto la domanda che faccio ai miei clienti è perché puntare su uno strumento che di fatto non è regolamentato e con grande volatilità e non su strumenti regolamentati, come quelli del risparmio gestito e dei fondi comuni di investimento.
I vantaggi di investire in un fondo comune sono vari e fra questi si possono evidenziare:
- la possibilità di ampia diversificazione anche a fronte di un capitale contenuto;
- la regolamentazione dell'investimento e quindi rischio pressoché nullo che tali fondi scompaiano o che vengano fatti movimenti dubbi;
- la gestione professionale degli investimenti che vengono selezionati da esperti con competenze difficilmente a disposizione dei singoli risparmiatori.
Ovviamente a fronte di un basso livello di rischi il rendimento risulta contenuto: la valutazione finale può essere effettuata solo a fronte di una chiara individuazione del profilo di rischio e della situazione complessiva del patrimonio e delle esigenze del risparmiatore.