Negli anni ho visto famiglie vivere in perfetta armonia ma, al momento dell’eredità, diventare litigiose e pronte ad affrontare una guerra
Ma andando ad analizzare nella pratica, in moltissimi casi, gli italiani vanno a pagare più degli altri. Come mai?
Ci siamo mai chiesti onestamente perché ci diamo tanto da fare per accumulare ricchezza quando sappiamo con certezza che quando giungerà il nostro momento non porteremo con noi nemmeno un Euro? Ecco il perché della domanda provocatoria: “Vuoi essere il più ricco del cimitero?”
Pongo spesso la domanda ai miei assistiti “perché accumuli ricchezza?” e molti di essi mi rispondono prontamente, con la luce negli occhi: “Certo, per i miei figli!”.
A questo punto pongo una seconda domanda, chiedendo se hanno mai pensato al dopo. Quasi tutti rispondono con meno sicurezza: “Ci penseranno loro”.
Pensare al dopo è fondamentale. Negli anni ho visto famiglie vivere in perfetta armonia ma, al momento dell’eredità, diventare litigiose e pronte ad affrontare una guerra. Pensare quindi a come verrà gestita dai nostri eredi la ricchezza accumulata è fondamentale; ed è importante farlo mentre si è in vita.
Come affrontare il dopo
In un master di Consulenza Patrimoniale il mio insegnante avv. Massimo Perini era solito ricordarci che in Italia possiamo vantare, in tema di diritto successorio, un vero e proprio paradiso fiscale rispetto al resto del mondo (4% di imposte con una franchigia di 1 ml di Euro ad erede rispetto ad una media del 40% degli altri Paesi).
Ma andando ad analizzare nella pratica, in moltissimi casi, gli italiani vanno a pagare più degli altri. Come mai?
Gli italiani si ritrovano a pagare molto di più al momento della successione perché, a differenza di quanto accade in molti altri paesi, non sfruttano gli strumenti messi a loro disposizione, che potrebbero portarli a risparmiare.
Moltissime successioni diventano litigiose e finiscono per dar lavoro agli avvocati con tempi lunghissimi per la conclusione delle controversie.
Un semplice esempio per decidere al meglio
Vi espongo un semplice esempio, per farvi comprendere meglio la situazione in tema di successione.
Un solo genitore lascia ai suoi due figli due appartamenti. Non facendo nulla quando era in vita, lascia che sia lo Stato a decidere come dividere i due appartamenti.
Lo Stato decide che i due immobili devono essere spartiti al 50% a favore di entrambi i figli.
I figli si ritrovano proprietari dei due immobili a metà: il problema si pone quando i due figli non riescono a mettersi d’accordo tra di loro, spesso a causa dell’intervento di altri famigliari.
In questo esempio la decisione sarebbe stata semplice; pur lasciando la divisione legittima del codice in termini quantitativi del 50% a ciascun figlio, sarebbe stato sufficiente discutere con i figli e decidere quale immobile assegnare ad un figlio e quale all’altro.
Il valore dei due immobili potrebbe infatti non essere uguale: questo eventuale problema sarebbe stato facilmente risolto assegnando una maggiore parte di liquidità al figlio a cui si è destinato l’immobile di minor valore; in mancanza di liquidità il genitore avrebbe potuto decidere di sottoscrivere una polizza temporanea caso morte (TCM) con lo scopo di destinare la cifra necessaria in caso di morte a favore del figlio con l’immobile di minor valore.
Affrontare situazioni come queste potrebbe non risultare piacevole ma, vista la superstizione di noi italiani, sarebbe sufficiente parlarne con un corno in tasca!
Termino con una bellissima frase di Dalai Lama: “ L’uomo. Perché sacrifica la sua salute per fare soldi. Poi sacrifica i soldi per recuperare la salute.
E poi è così ansioso per il futuro che non si gode il presente. Il risultato è che non vive né nel presente né nel futuro. Vive come se non dovesse mai morire. E poi muore senza aver mai realmente vissuto”.