Non è ancora chiaro se l’attuale ottimismo sui vaccini si trasformerà in una delusione a causa delle mutazioni del virus del Covid-19, dell’efficacia inferiore al previsto dei trattamenti o della riluttanza di parte della popolazione a essere vaccinata.
Ma nonostante tutto vorrei infondere un po’ di positività.
Le banche centrali di tutto il mondo continueranno a tendere la mano all’economia con tassi di interesse a livelli minimi e altre misure di sostegno. Il presidente della Federal Reserve USA, Jerome Powell, ha recentemente ribadito che gli attuali acquisti di asset non verranno ridotti. Anche se i tassi d’inflazione stanno ormai salendo, la nuova normalità è in quella vecchia: tassi bassi uniti a inflazione ridotta e crescita lenta.
Negli Stati Uniti, i Democratici, per la prima volta in dieci anni, hanno ottenuto il controllo di entrambe le camere del Congresso e danno al Presidente Joe Biden ulteriore margine di manovra per attuare le misure annunciate, quali investimenti su larga scala nell’energia verde, l’abrogazione di numerosi tagli fiscali approvati dal suo predecessore e un nuovo pacchetto di aiuti del valore di 1.900 miliardi di dollari USA per combattere le ricadute economiche della pandemia.
I governi europei hanno avviato programmi analoghi per rilanciare le proprie economie e ridurre la disoccupazione. Le migliaia di miliardi iniettate nell’economia mondiale non dovrebbero portare a un surriscaldamento, fintantoché i mercati del lavoro resteranno deboli e l’inflazione contenuta.
Anche i mercati azionari, che solo 11 mesi fa andavano incontro ad una contrazione senza precedenti, risultano vivaci dato che il peggio in termini di confinamenti sembra superato, i vaccini sono in arrivo, la liquidità continua a fluire e stanno giungendo alcuni ottimi dati economici.
Gli analisti, un po’ troppo pessimistici in passato, hanno iniziato a rivedere al rialzo le stime degli utili. Le valutazioni appaiono eccessive ma restano convenienti su base relativa con utili destinati a migliorare nei prossimi mesi.
Da più parte si rimane ancorati ad un sovrappeso azionario, con una netta preferenza per i mercati emergenti. Le società di questa regione non soltanto traggono vantaggio dalla migliore gestione pubblica della pandemia di Covid-19 e dal venir meno dei timori di una guerra commerciale a seguito dell’uscita di scena di Donald Trump, ma sono altresì valutate a livelli interessanti.
Per quanto riguarda il mercato obbligazionario le più importanti case di investimento sono tutte concordi nel mantenere un sottopeso, in base alla visione cauta sui titoli di Stato e su alcune parti del segmento corporate. Al contempo, le obbligazioni dei mercati emergenti restano l’asset più interessante nell’universo del reddito fisso. Sul fronte degli investimenti alternativi, l’oro dovrebbe presentare una posizione di sovrappeso visto l’indebolimento del dollaro USA e la forte attrattiva esercitata dal metallo prezioso nelle fasi di incertezza e, prima o poi in futuro, di inflazione.
Per chiudere queste prospettive economiche e di mercato con una “previsione del tempo”, non vi è dubbio che, seppur lentamente, sia in arrivo una primavera più luminosa.