Troppo spesso però, davanti ad un portafoglio che si muove, come il suo lavoro gli impone di fare, ci agitiamo e lasciamo che l’emotività prevalga sulla ragione portandoci a compiere scelte sbagliate.
Anche i mercati sono resilienti proprio come noi. Seguono nelle loro oscillazioni dei cicli economici che li portano inevitabilmente ad alternare delle fasi di discesa, a volte anche profonda e violenta, a delle fasi di recupero, statisticamente più numerose delle prime.
La resilienza si esprime perfettamente nei portafogli diversificati e decorrelati, non certamente negli investimenti nei singoli titoli.
Detto questo la paura di perdere fa parte del genere umano però dovremmo imprimere nella mente che vi sono più probabilità che un investimento azionario ben diversificato, ti restituisca un rendimento medio annuo interessante, rispetto alla possibilità di vincere una fortuna con il gratta e vinci.
Secondo il sito dell’Agenzia delle Dogane e del Monopolio, la probabilità di vincere 10.000 euro al “Milionario” è di 1 su 333.333,33 cioè lo 0,0003%! Se l’obiettivo di vincita è più ambizioso la percentuale scende ulteriormente. Perché dunque vi è qualcuno che reputa rischioso investire in borsa e continua a giocare al gratta e vinci?
Se rispettiamo determinati orizzonti temporali e scegliamo i giusti veicoli che ci portino a raggiungere i nostri obiettivi, non ci sono dati per cui l’investitore per forza vada incontro a numeri negativi.
Anzi tempo e rendimento crescono in modo non parallelo: tendenzialmente più passa il tempo più cresce il rendimento e si riduce il rischio. Anche la statistica ce lo conferma.
Negli anni la vita dell’investitore c’è da dire che è diventata più difficile: fino a qualche tempo fa i tanto amati titoli di Stato fungevano da rifugio per i più avversi al rischio, anche se tenendo conto dell’inflazione sicuramente in termini reali i rendimenti si ridurrebbero molto.
Ora la situazione è diversa e il fai da te certamente non è la soluzione. Ci deve essere la consapevolezza che, pur essendo il passato un buon rifugio, il futuro è l’unico posto in cui vivremo. Tutto questo anche rispetto ai nostri risparmi.
Quando si parla dunque di investimenti o risparmi, diventa imprescindibile dunque attivare un processo che si chiama PIANIFICAZIONE FINANZIARIA, che è esattamente il core del mio lavoro, una parte importante della pianificazione patrimoniale che rappresenta chi segue come me il ciclo di vita delle persone.
Quindi affrontare e argomentare l’andamento di un mercato, focalizzandoci su grafici, medie mobili, candele e quant’altro di simile alla cartomanzia, non mi interessa molto.
Il mio obiettivo è proprio quello di cercare di semplificare il processo di Pianificazione, che non è istintivo per molti, e di accompagnare chi mi sta vicino, ad individuare prima e a raggiungere poi, ciascuno i suoi obiettivi che possono chiamarsi: casa al mare, università Leonardo, pensione e potrei andare avanti all’infinito.
Tutto ciò impone indubbiamente di superare dei bias che inibiscono questo processo, imponendo certamente di rivedere delle scelte di consumo ma ritengo che una rinuncia oggi corrisponda a rinunciare meno domani (cit. Andrea Rocco).
Quindi le regole da rispettare in realtà non sono molte, ma non sono sempre di facile applicazione se si approccia la pianificazione in autonomia.
Pertanto lasciamo ai mercati fare il proprio lavoro che è quello di muoversi ogni volta per motivazioni diverse: emergenza sanitaria, elezioni americane ora, e concentriamoci semplicemente sulla nostra destinazione sedendoci comodi sul treno dell’economia reale che, come noi, ha una caratteristica fondamentale: LA RESILIENZA!
Se ti interessa approcciarti in questo modo per centrare i risultati che vuoi raggiungere, sono disposta ad aiutarti.