Eppure, un po’ per scaramanzia e un po’ per mancanza di cultura finanziaria, in Italia il testamento olografo rimane un tabù.
La stragrande maggioranza delle successioni, infatti, avviene per via legittima e non a seguito della scrittura di un testamento da parte del de cuius.
Per quanto riguarda la suddivisione tra gli eredi di strumenti finanziari come liquidità in conto corrente, azioni, obbligazioni, fondi comuni, gestioni patrimoniali, questo aspetto non crea problemi rilevanti: la maggior parte di tali strumenti può essere facilmente liquidata in tempi rapidi, a mezzo bonifico, da destinare agli eredi secondo le disposizioni di legge.
Tuttavia, nel caso in cui l’asse ereditario sia composto da alcuni immobili, potrebbero crearsi situazioni spiacevoli.
Per fare un esempio concreto, vorrei raccontare la storia di un mio cliente, un signore vedovo di circa 80 anni con tre figlie, proprietario di tre immobili: due appartamenti nella città in cui abitava e una casetta in montagna.
Avendo deciso di non redigere alcun testamento olografo, alla sua morte le tre figlie hanno ricevuto in eredità 1/3 di ogni immobile ciascuna.
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Da quando è venuto a mancare il mio cliente, circa due anni fa, questa situazione sta creando livelli di tensione tale, tra le coeredi, da lasciar intendere che dovrà essere risolta con l’ausilio di un legale.
La prima sorella vorrebbe vendere tutti e tre gli immobili avendo necessità di liquidità. La seconda vorrebbe tenerli per metterli a reddito. Infine, la terza vorrebbe tenere uno dei tre immobili per sé ma non ha sufficiente disponibilità per liquidare le due sorelle.
Allo stato attuale sono costrette a tenere gli immobili fermi senza poterli né vendere né affittare e soprattutto sobbarcandosi, tutte e tre, i costi derivanti dal possesso di seconde case.
Se il cliente, anziché mantenere un atteggiamento rigido, avesse seguito il mio consiglio, con un semplice testamento olografo, anni fa, avrebbe destinato ogni immobile ad una delle sue figlie, eventualmente integrando alcune somme di denaro per equilibrare la quota destinata a ciascuna figlia. In questo caso, oggi ognuna delle tre sorelle avrebbe piena libertà di decidere cosa fare dell’immobile ereditato, senza per forza dover coinvolgere le altre eredi: tenere l’immobile, metterlo a reddito o venderlo.
Chiunque sia interessato, può leggere e approfondire questi e altri esempi concreti, tratti dalla mia ventennale esperienza professionale, in un eBook gratuito che ho realizzato per i miei clienti, allo scopo di aumentare la loro consapevolezza e aiutarli a evitare grossolani errori di pianificazione.
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