Diretta conseguenza di questa ripresa, è l’atteggiamento di buona parte dei gestori, che rimane maggiormente costruttivo nei riguardi della Cina rispetto ad altre aree mondiali
A proposito di Paesi emergenti che non sono stati capaci di gestire la crisi, un esempio su tutti è dato dal Brasile
È comunque assai probabile che questa nuova normalità impatterà in maniera diversa nelle varie aree del mondo, e sicuramente vedremo realtà che prima di altre riusciranno a cogliere le opportunità proposte.
In particolar modo ritengo che sia proprio la Cina a trovarsi, prima di altre, in una posizione adatta per cogliere meglio i benefici della ripresa, essendo l’unico Paese al mondo ad essere già entrato, seppure parzialmente, in una fase post-coronavirus.
Diversi dati relativi al mese di marzo segnalano infatti un recupero dell’utilizzo della capacità produttiva, e secondo un recente sondaggio dell’Ufficio Nazionale di Statistica quasi il 97% delle aziende cinesi avrebbe ormai ripreso la produzione dopo l’interruzione forzata di gennaio e febbraio.
Diretta conseguenza di questa ripresa, è l’atteggiamento di buona parte dei gestori, che rimane maggiormente costruttivo nei riguardi della Cina rispetto ad altre aree mondiali, compresi gli stessi paesi emergenti, che mediamente hanno avuto grosse difficoltà nella gestione della crisi.
A proposito di Paesi emergenti che non sono stati capaci di gestire la crisi, un esempio su tutti è dato dal Brasile, che aldilà di una difficile gestione della crisi, per stabilizzare il suo rapporto debito/Pil necessiterebbe di una crescita sostenuta a tassi bassi, una prospettiva invero molto difficile da realizzarsi, viste le aspettative azzerate sulla crescita 2020 con i relativi pericoli di sostenibilità del debito sovrano.