2 segreti e 5 errori da evitare per prendere scelte finanziarie che aumentino il nostro benessere

Fausto Balmas
18.10.2021
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Quante volte, a ognuno di noi, è capitato di rimuginare su una decisione passata, rendendosi conto che essa ha impattato negativamente sul proprio benessere.

Magari ripensiamo a quando abbiamo scelto la nostra casa, a come ci è apparsa a prima vista quella giusta, ma poi nella pratica non si è rivelata tale. Per mille motivi, scovati solo a posteriori, non era quella adatta per le nostre esigenze.

Oppure abbiamo scelto un titolo, o un fondo, perchè "ci piaceva" quello che ci ispirava a livello di emozioni, di "pancia"ma poi, finanziariamente, la scelta si è rivelata disastrosa.

Perché ci capitano queste esperienze? E soprattutto: è possibile fare qualcosa per prendere decisioni meno emotive, e di maggior successo?

La risposta è si: è possibile fare almeno due cose per assumere decisioni che apportino maggiore benessere alle nostre esistenze... La seconda cosa è probabilmente la più importante, per cui è consigliabile leggere l'articolo fino al fondo.



Il primo passaggio: saper individuare e riconoscere le "trappole" che la nostra emotività ci pone quando dobbiamo assumere una decisione



In questo compito ci viene in aiuto la Finanza Comportamentale. Gli studi che tale disciplina ha portato avanti sono nati grazie alla passione di alcuni neuropsicologi che - studiando la psiche umana - sono giunti ad alcune scoperte fondamentali sul modo in cui prendiamo decisioni in ambito economico-finanziario.

In pratica, quando prendiamo decisioni con un impatto economico-finanziario, quasi sempre l'emotività e il nostro "io irrazionale" prendono il sopravvento. E questo capita tanto più facilmente tanto il più il contesto in cui dobbiamo prendere la decisione è stressante e ci crea pressioni. La decisione emotiva rappresenta spesso una "scorciatoia mentale", una via d'uscita facile, e purtroppo inconscia, alla situazione di stress. Il nostro "io razionale" non entra in nessun modo in gioco nella decisione, e questo è molto pericoloso, specie se la decisione che stiamo prendendo ha un impatto finanziario importante e di lungo termine sulla nostra esistenza.

E' possibile limitare l'impatto emotivo nelle scelte, favorendo l'emergere del nostro "io razionale", conoscendo le principali "trappole"che la nostra emotività ci pone: i cosiddetti "errori cognitivi"

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Gli errori cognitivi, in neuropsicologia, sono moltissimi. Qui si richiamano brevemente i principali errori cognitivi che possono avere impatti negativi sulle decisioni economico-finanziarie.

  1. INTEGRAZIONE. Si tratta della propensione a basare le decisioni sul comportamento altrui. Non c'è ambito migliore delle decisioni finanziarie per comprendere la «mentalità del gregge». Il desiderio di imitare le azioni altrui determina in gran parte il comportamento: più osserviamo gli altri compiere un'azione, più riteniamo che tale azione sia giusta. Il «desiderio di conformarci» ricopre un ruolo chiave nell'alimentare bolle finanziarie e crolli, oltre a essere cruciale per il successo delle frodi finanziarie.

  2. ATTUALITÀ. È l'inclinazione a concentrarsi su eventi che si sono verificati di recente e a sopravvalutare l'importanza nel determinare i risultati futuri. Tendiamo a ritenere che la performance futura sarà la continuazione della tendenza recente, e così valutiamo positivamente le quotazioni azionarie prossime al picco massimo, mentre siamo reticenti nell'investire in titoli con quotazione prossime ai minimi, malgrado l'evidenza mostri come in questo secondo caso i rendimenti attesi siano decisamente più interessanti. Le nostre decisioni sono terribilmente influenzate dalle notizie più recenti, anche quando si tratta di decisioni a lungo termine.

  3. ECCESSIVA CONFIDENZA. L'eccessiva fiducia nelle proprie capacità è un tratto sorprendentemente comune. La stragrande maggioranza delle persone ritiene, ad es., di avere capacità di guida superiori alla media. L'eccessiva fiducia può determinare esiti costosi per gli investitori, come l'insufficiente diversificazione e l'eccessiva movimentazione del portafoglio. Prendiamo decisioni che «riteniamo» giuste poiché basate (applicando una nostra logica interiore) su previsioni che facciamo sui dati economici, politici e di mercato, nonostante la difficoltà di prevedere il futuro.

  4. NARRAZIONE. Le storie sono fondamentali per capire il mondo, e questo vale per diverse culture e generazioni, e forse in particolar modo per la cultura occidentale, fortemente condizionata dal pensiero aristotelico. In finanza, tendiamo a utilizzare le storie per «spiegare» e semplificare la casualità dei mercati. Esse sono però anche il segno distintivo di manie e reazioni di panico. Nessuna bolla speculativa è avvenuta senza essere fomentata da una storia accattivante. La nostra predisposizione alle narrazioni ci induce a prendere decisioni di investimento inadeguate. Siamo attratti da storie semplici che ci permettono di dare un senso a questioni molto complesse. Ma questo può distoglierci dal processo decisionale. Siamo «vittime» della logica aristotelica, per cui ogni movimento di mercato può essere spiegato con una «notizia », con il "senno si poi"Ma quasi sempre i mercati non fluttuano a causa della notizia , fluttuano semplicemente a seguito di normali movimenti casuali non prevedibili. Purtroppo molti baseranno la propria scelta (magari fondamentale e di lungo termine) proprio su quella determinata «notizia»… e quasi sempre la decisione si rivelerà sbagliata!

  5. EFFETTO DISPOSIZIONE. Le scelte finanziarie dell'individuo sono fortemente condizionate dalla situazione iniziale (di perdita o di guadagno). Questo può portare a decisioni irrazionali e sconvenienti. Per la maggior parte degli individui la motivazione a evitare una perdita è superiore alla motivazione a realizzare un guadagno. Questo principio psicologico è collegato a un fortissimo istinto, connaturato nella stragrande maggioranza degli individui. E fa sì che la stessa decisione può dare origine a scelte opposte se gli esiti vengono rappresentati al soggetto come perdite piuttosto che come mancati guadagni. Ad esempio ci alletta molto uno sconto (abbiamo visto ieri un oggetto in vendita a 12 euro, e oggi è in vendita a 9 euro), ma difficilmente accetteremo un aumento di prezzo (lo stesso oggetto, oggi a 9 euro, ieri era in vendita a 7 euro), e questo a parità di prezzo finale richiesto (9 euro)!


In finanza, la conseguenza empirica più diffusa dovuta all'effetto disposizione è una tendenza diffusa tra gli investitori a vendere gli investimenti detenuti in guadagno troppo presto, e a detenere quelli in perdita troppo a lungo!

La scelta del termine "effetto disposizione" non è casuale: vuole evidenziare come tale comportamento è così diffuso e spontaneo da rappresentare una vera e propria disposizione mentale e inconscia, difficile da controllare.


Il secondo passaggio: affidarsi a un professionista esperto, un Consulente Patrimoniale



Purtroppo conoscere gli errori cognitivi è molto utile, ma non sufficiente per evitarli. La realtà che ci circonda è complessa, per cui è complesso prendere singole scelte su decisioni di natura economico-finanziaria.

Ancora più complesso risulta "pianificare" il futuro (proprio, familiare, aziendale): siamo abituati a ragionare per "cassetti mentali" (as es. la casa, l'auto, l'istruzione dei figli, la pensione), ma la nostra situazione reddituale-patrimoniale (le "risorse" su cui fare affidamento) è una sola!

Di qui l'importanza di pianificare.

Per evitare comportamenti emotivi e irrazionali, le cui conseguenze negative potrebbero minare il raggiungimento dei propri obiettivi, diventa allora fondamentale affidarsi ad un esperto: il Consulente Finanziario (o Patrimoniale), che permetta di incanalare le proprie decisioni all'interno di un processo di pianificazione.

I benefici non si limitano quindi alla forte diminuzione dello stress collegato con il prendere le varie decisioni: il principale vantaggio infatti è quello di massimizzare il benessere atteso di ciascuna decisione, all'interno di un processo "armonioso" di pianificazione patrimoniale.

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