Le opzioni sono solo due: occuparsene direttamente oppure, se non si hanno le competenze e/o il tempo necessario per farlo, incaricare un intermediario della gestione.
Il compito di un consulente è, innanzitutto, definire il profilo finanziario di chi investe, vale a dire definire l’orizzonte temporale degli investimenti da valutare (quando serviranno i soldi che vengono investiti?), il livello di rendimento atteso (l’obiettivo è la protezione dalla perdita d’acquisto provocato dall’inflazione o la crescita del valore del capitale investito)? e quale è il rischio che si è disposti a sostenere (vale a dire il livello di perdite sopportabili nel caso che il mercato sia negativo, poco liquido o che fallisca l’emittente del titolo su cui abbiamo puntato). Una volta determinato questo profilo e inquadrata la situazione finanziaria e patrimoniale complessiva (come capacità di reddito e risparmio, esigenze finanziarie familiari, senza trascurare il livello di cultura finanziaria e gli aspetti psicologici del soggetto che fa le scelte) inizia la parte più significativa dell’attività del consulente: cioè valutare insieme al cliente la composizione del patrimonio in linea con tutti gli elementi considerati. Come? Ogni situazione è un caso a sé, è vero, ma è possibile stabilire delle linee guida per effettuare le scelte necessarie.
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Ecco quindi cinque semplici regole da tenere sempre a mente quando si compone un portafoglio finanziario:
1 – puntare sulla diversificazione: Credo che ormai i miei clienti non ne possano più di sentirselo dire, ma è la regola che ritengo più importante: mai puntare tutto su una singola azienda, su un singolo settore o su un singolo Paese, bisogna investire sul mercato a livello globale. Investire è diverso da scommettere. E la diversificazione, ancora prima che una regola tecnica è una regola di buon senso: se un investimento non va secondo le attese un altro potrà compensare tali perdite.
2 – evitare il market timing estremo: sfruttare le oscillazioni dei prezzi di uno strumento finanziario per gestire gli investimenti non è semplice poiché non è facile prevedere il momento migliore per entrare o uscire da un investimento e realizzare un guadagno. Una soluzione razionale, quindi, è quella di non giocare a fare gli indovini ma fare pochi e meditati movimenti in modo da potere avere più controllo della situazione. Del resto basti pensare che “per uno che compra c’è sempre uno che vende e viceversa, ed entrambi sono convinti di fare un affare” e quindi, come dicono in America, buy and hold, compra e tieni.
3 – sfruttare l’effetto capitalizzazione: Che cosa fare dei guadagni ottenuti con la gestione del portafoglio? Il cosiddetto effetto capitalizzazione, cioè reinvestire i guadagni attuali per generare guadagni futuri, è una strategia che nel lungo periodo può dare grandi soddisfazioni.
4 – gestire la volatilità: La volatilità dei mercati è un fenomeno con cui bisogna fare i conti, prima o poi. Quando i mercati attraversano queste fasi di incertezza è necessario non farsi prendere dal panico ma valutare attentamente la situazione: in queste circostanze, infatti, si possono creare importanti opportunità di acquisto. Uno strumento semplice per gestire queste problematiche è quello di investire in modo regolare, per esempio tramite piani di accumulo, che potrebbero rivelarsi una soluzione ideale per affrontare questi periodi e sfuggire a scelte dettate solo dall’emotività.
5 – attenta pianificazione: lo abbiamo detto all’inizio ed è bene ribadirlo anche in conclusione, in modo che il concetto rimanga fissato: è importante fare un’analisi accurata e periodicamente aggiornata di tutte quelle che potrebbero essere le proprie esigenze future (per esempio prevedibile età di pensionamento, periodo di studio dei figli all’estero, acquisto di una seconda casa, livello di indebitamento attuale e prospettico…). Solo dopo avere ben chiaro questo quadro di riferimento si possono valutare le scelte più adeguate di pianificazione del patrimonio, definendo quindi l’orizzonte temporale di riferimento ed il livello di volatilità che si è disposti a tollerare.