Un po’ alla volta, a zero costi, così i Pac in Etf seducono i retail
Warren Buffett ha sempre ricordato come il tempo giochi a favore di chi investe. E’ celebre il suo esempio dei 10.000 dollari investiti nel 1942 nell’indice S&P 500 che lievitano a 51 milioni di dollari se mai disinvestiti fino al 2018. Su una logica di lungo periodo si basano anche i piani di accumulo (PAC) che stanno facendo proseliti in Europa sotto forma di piani di risparmio in Etf. Anche per i PAC l’interesse composto fa sì che tempo e rendimenti lavorino all’unisono: con 10.000 euro di investimento iniziale sull’Msci World e l’accumulo di 200 euro ogni mese, dopo 30 anni si arriva a un capitale di 382mila euro, di cui 300mila euro di rendimento totale ipotizzando un 8% di ritorno medio annuo (pari alla media storica dell’Msci World).
I piani di risparmio in Etf hanno dalla loro i costi bassi e l’accessibilità con capitali esigui. La tedesca Scalable Capital ha superato il milione di piani di risparmio in Etf o azioni con la grossa fetta degli investitori (43%) che si posiziona nella fascia 26-35 anni. I sottoscrittori vanno a prediligere esposizioni allargate a indici quali l’Msci World. "Sullo sfondo dell'aumento dell'inflazione e del crescente divario pensionistico, le offerte di investimento facili e convenienti sono essenziali per i clienti retail”, argomenta Erik Podzuweit, founder e ceo di Scalable Capital.
In Italia la prima a proporre PAC in Etf senza commissioni è stata Directa SIM nel 2021 e oggi conta oltre 3 mila clienti che hanno questo strumento e investono in media 670 euro al mese. “E’ un meccanismo automatico utile alla clientela retail che si muove in autonomia e lo mettiamo a disposizione anche dei consulenti autonomi a parcella che vogliano dare un advice sul costruirsi un portafoglio automatico progressivo”, rimarca Vincenzo Tedeschi, amministratore delegato di Directa SIM. A livello pratico l’investitore può scegliere l’importo da investire andando a selezionare gli Etf da inserire e anche la frequenza di invio ordine, che nel caso di Directa può essere 1 o 2 volte al mese. Ma quali sono le differenze tra un Pac classico con fondi e uno in Etf? In primo luogo i costi. “I primi costano tra il doppio e il triplo degli Etf – taglia corto Tedeschi – e su un investimento azionario parliamo di circa 1% di costi in più all’anno. In aggiunta il PAC in Etf non ha costi di gestione e incasso rata. Gli Etf hanno poi il pregio di essere liberamente trasferibili con l’efficienza di avere ordini immediatamente eseguiti”.
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Zero commissioni e sguardo al lungo periodo
Come detto, i saving plan in Etf sovente sono senza commissioni. “Li offriamo gratuitamente per un motivo ben preciso: perché vogliamo incentivare i comportamenti virtuosi – ha rimarcato a We Wealth Emanuele Agueci, country manager per l’Italia di Trade Republic. Tramite i piani di risparmio si può mediare il prezzo di ingresso, riducendo ulteriormente il rischio. Inoltre, con un piano di risparmio non ci si lascia influenzare dagli eventi di breve termine e si lasciano le emozioni fuori dalla porta, che è sempre l'approccio migliore”.
Il successo di questi piani sta spingendo gli emittenti di Etf a guardare sempre più alla distribuzione digitale come canale per intercettare gli investitori retail. A gennaio Blackrock ha stretto un accordo con il neobroker olandese Bux per lanciare saving plan in Etf in otto paesi europei, compresa l’Italia. Axa IM a sua volta in trattative con piattaforme digitali per distribuire la sua nuova gamma di Etf e anche DWS, sulla scia di quanto già fatto in Germania, intende sviluppare in altri paesi accordi di distribuzione digitale con broker online, banche digitali e robo-advisor.
Articolo tratto dal numero di marzo 2023 del magazine We Wealth