I mercati hanno archiviato uno dei peggiori anni in assoluto, ma questo non ha arrestato il trend di crescita degli Etf. L’S&P 500 nel 2022 ha registrato una perdita annuale di quasi il 20%, la peggiore dal 2008, mentre il Nasdaq è crollato addirittura del 33%. E le obbligazioni dal canto loro hanno vissuto il loro anno peggiore della storia.
Nonostante questi venti contrari, i fondi negoziati in borsa hanno registrato un anno complessivamente forte che testimonia la capacità di questi veicoli a gestione passiva di attirare un crescente interesse degli investitori che li usano sempre più come strumento per posizionarsi in maniera flessibile sui mercati cercando di contenere i costi legati all’investimento.
Gli Etf complessivamente a livello globale hanno attirato afflussi netti per 867 miliardi di dollari a livello globale durante il 2022, il secondo più alto di sempre dopo il picco di 1,29 trilioni di dollari nel 2021, secondo i dati diffusi nei giorni scorsi da BlackRock. Spiccano gli afflussi per 181 mld verso gli Etf sui Treasury, più dei tre anni precedenti messi insieme.
Guardando al solo mercato statunitense, quello di gran lunga più rappresentativo, gli Etf hanno registrato afflussi netti per 611 miliardi di dollari nel 2022, mentre i fondi comuni di investimento a lungo termine (ovvero, esclusi i fondi del mercato monetario) hanno subito deflussi netti record per 1.100 miliardi (dati Investment Company Institute al 28/12/2022).
In un contesto di mercati sotto stress gli investitori hanno quindi scelto di drenare con ancora più convinzione denaro dai mutual fund verso gli Etf. Scott Chronert, global head of Etf Research di Citi, definisce i dati 2022 “impressionanti” se si pensa al contesto di deboli rendimenti azionari globali uniti all’aumento dei tassi di interesse. La resilienza indica la forza della continua “offerta strutturale” per gli Etf, con gli investitori che li adottano sempre più a scapito dei fondi comuni di investimento, in particolare negli Stati Uniti.
Gli Etf più gettonati nel 2022 in Usa ed Europa
Ma verso quali singoli Etf si sono diretti i maggiori flussi in un anno di forte avversione al rischio? I dati di ETF.com rimarcano come dei quasi $ 285 miliardi di flussi sugli Etf azionari (dai $ 461 miliardi del 2021) buona parte (88 mld $) sono confluiti su tre cloni che permettono un’esposizione allargata: due su Wall Street (Etf Vanguard S&P 500 con quasi 40 mld $ e Etf iShares Core S&P 500 con 21,5 mld) e uno sull’azionario globale (Etf Vanguard Total Stock Market con 25,9 mld $).
Per quanto riguarda gli Etf obbligazionari, i maggiori flussi hanno riguardato il Vanguard Total Bond Market Etf e l’iShares 20+ Year Treasury Bond Etf per un totale di $ 29 miliardi lo scorso anno.
In Europa, i replicanti hanno registrato afflussi di poco più di 80 miliardi di euro nel 2022, meno della metà del 2021 secondo i dati di Bloomberg Intelligence. Anche nel Vecchio continente le evidenze sono chiare con flussi negli Etf che hanno superato i fondi comuni ogni mese da gennaio a novembre. Tra i singoli cloni, l’iShares Core MSCI World Ucits Etf ha svettato per il secondo anno consecutivo con afflussi per 6,5 miliardi di dollari, secondo i dati di ETFLogic. Seguono l’iShares Core S&P 500 Ucits Etf con afflussi di $ 4,5 miliardi, l’Xtrackers Dax Ucits Etf con $ 3,6 miliardi, il Vanguard Ftse All-World Ucits Etf con $ 3,5 miliardi e l’iShares Msci ACWI Ucits Etf con 2,6 miliardi di dollari.
Gli analisti di Bloomberg Intelligence Etf sottolineano come le preferenze si siano concentrate sui replicanti con costi più contenuti: gli investitori europei hanno infatti accumulato 22 miliardi di euro in Etf con una commissione inferiore allo 0,20% nei sei mesi fino al 16 novembre, mentre ammontano a 28 miliardi di euro i deflussi da prodotti più costosi. A conferma che in periodi difficili gli investitori guardano con maggiore attenzione al fattore costi. “Quando le cose non vanno bene l’investitore sta molto più attento ad aspetti quali i costi legati all’investimento che ha effettuato e questo potrebbe cambiare l’orientamento e le abitudini di investimento future a favore della gestione passiva”, rimarca Mauro Panebianco, Partner Pwc Italia e Asset & Wealth Management Leader, interpellato da We Wealth.
L’anomalia di inflazione al top e deflussi record dai TIPS
Tornando all’analisi dei numeri a livello globale, spiccano i deflussi record dalle obbligazioni legate all’inflazione (-14,6 miliardi di dollari). Come è possibile, proprio nell’anno del boom inflattivo gli investitori hanno voltato le spalle a questi strumenti? A ben guardare questi movimenti seguono gli afflussi monstre pari a 47,9 miliardi di dollari per i linkers nel 2021, a riprova che probabilmente molti investitori istituzionali si erano mossi in largo anticipo in previsione di un picco inflattivo per poi alleggerire in parte le posizioni nel corso del 2022.
Più cloni difensivi in portafoglio
Gli investitori si sono riposizionati negli ultimi 12 mesi anche a livello di esposizione settoriale anche se il tech ha continuato a dominare gli afflussi (25,6 miliardi di dollari) nonostante l’anno decisamente infausto. Seguono poi due settori prettamente difensivi quali healthcare (20 miliardi di dollari) e utility (6 miliardi di dollari). Dal report di BlackRock emerge un record negativo a fine anno per gli Etf finanziari (-16 miliardi di dollari), dopo un 2021 contraddistinto dai maggiori afflussi di sempre (47,2 miliardi di dollari).
L’orientamento verso la qualità ha favorito invece i prodotti fattoriali legati a quality (14 miliardi di dollari), value (14,1 miliardi di dollari) e a minimum volatility (12,2 miliardi di dollari).