Fondi d’arte: vantaggi e criticità

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Tra vantaggi e criticità, investire in un fondo d’arte potrebbe essere meno rischioso e oneroso rispetto alle singole opere d’arte. Cos’è e come funziona? Parola all’art advisor, Tiziana Castelluzzo.

Cosa sono i fondi d’arte?

“I fondi d’arte sono prevalentemente fondi chiusi, private o hedge. Sono gestiti da un management, di solito una società di gestione del risparmio, che raccoglie capitali privati con lo scopo di acquistare, valorizzare e vendere le opere acquistate. Le tipologie di fondi in circolazione attualmente son due:

  1. long term, 8-10 anni, con investimenti su opere appartenenti a tutto il periodo della storia dell’arte;
  2. fondi speculativi di breve periodo, di solito cinque anni, che si concentrano più su investimenti in arte contemporanea”.

Come funzionano?

“Il funzionamento dei fondi d’arte è molto simile a quello dei fondi comuni d’investimento. Ciò che cambia è il mercato in cui vengono impiegate le risorse raccolte. La gestione di un art fund prevede una serie di attività che la rendono maggiormente onerosa. Tra queste, l’identificazione della provenienza, dello stato di conservazione e dell’autenticità delle opere. Ma anche tutte quelle attività legate alla valorizzazione della collezione, quindi il prestito delle opere ai musei o alle istituzioni culturali, l’analisi dell’adeguatezza delle modalità di trasporto, di conservazione e di restauro, il monitoraggio del mercato dell’arte in generale e degli artisti presenti nel fondo, e infine l’identificazione del periodo migliore per la vendita delle opere, che si concentra in alcuni periodi dell’anno quando avvengono le aste”.

Quali sono i principali vantaggi?

“Se l’obiettivo è quello del puro investimento, investire in un fondo d’arte è meno rischioso e oneroso che investire in singole opere d’arte. Questo perché innanzitutto non è richiesta alcun tipo di competenza per acquistare una quota di un fondo. In secondo luogo avremo una maggior diversificazione dell’investimento, minori costi di transazione e di gestione, e alcuni fondi addirittura prevedono per l’investitore la possibilità di detenere le opere per un periodo di tempo. Infine, il lungo lasso temporale tra il momento di acquisizione delle opere d’arte e di rivendita, permette al gestore di determinare il periodo migliore di vendita aumentando le possibilità di massimizzazione del profilo“.

Quali sono le criticità?

“Il prerequisito fondamentale per la costituzione di un fondo è l’esistenza di un mercato florido e ben strutturato, capace di esprimere valutazioni trasparenti e continue. Altra criticità è che la società che gestisce il fondo deve essere composta da un perfetto mix di professionisti esperti di fondi comuni di investimento e altri di mercato dell’arte. Questo perché i primi hanno difficoltà nell’identificazione di quelle opere che possono avere un potenziale di accrescimento del prezzo oppure di reperire informazioni sul mercato utili a questo tipo di valutazioni. I secondi, invece, potrebbero essere messi in difficoltà dalla gestione del fondo e la raccolta dei capitali. Investire in un fondo d’arte è sicuramente un’alternativa interessante per un investitore, ma è bene rivolgersi a dei professionisti del settore”.

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