Aspettando la Voluntary Ter

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La Voluntary disclosure è stata un’iniziativa di grandissimo successo, non solo per i contribuenti che hanno aderito, ma anche per il bilancio dello Stato. Ma quali sono le nuove richieste dell’Agenzia delle Entrate? Intervista a Stefano Noro, dottore commercialista di Sala, Noro e Associati

Voluntary disclosure, com’è andata fino a oggi?

“La Voluntary disclosure è stata un’iniziativa di grandissimo successo, innanzitutto per i contribuenti che hanno aderito. Questi ultimi, infatti, hanno potuto finalmente rimettere le mani sui propri denari e poterli spendere tranquillamente. Ma è stato un successo anche per l’Agenzia delle Entrate, perché ha permesso di introitare milioni di euro che hanno alimentato il bilancio dello Stato. Infine, è stato un grandissimo successo per i professionisti che hanno operato, poiché il lavoro è stato intensissimo e le pratiche sono state numerose. Oggi ci sarebbe bisogno forse di una Voluntary ter dopo quella del 2015-2016, in quanto i capitali all’estero ci risulta che siano ancora numerosi e bisognerebbe dare l’opportunità a coloro che hanno espatriato i capitali recentemente di aderire a una sanatoria vantaggiosa. Questo perché la Voluntary disclosure si adattava perfettamente a coloro che avevano importato i capitali in periodi prescritti, ma non a quelli che li avevano portati recentemente, perché in quel caso il costo era troppo elevato”.

Quali sono le nuove richieste dell’Agenzia delle Entrate?

“L’Agenzia delle Entrate, attraverso la Guarda di Finanza, sta operando sul canale delle residenze fiscali all’estero. C’è tutto un filone che tende a colpire coloro che, pur avendo la residenza formalmente all’estero, hanno una serie di elementi indiziari che li ricollegano al territorio nazionale. Nel mese di agosto abbiamo appreso – attraverso delle lettere pervenute da Banca Ubs a numerosi contribuenti italiani – che l’Agenzia delle Entrate ha avanzato la prima richiesta di scambio di informazioni di gruppo che l’amministrazione federale elvetica ha autorizzato. Quindi, probabilmente entro la fine dell’anno, coloro che hanno ancora conti aperti presso Banca Ubs e che non hanno proceduto ad alcuna regolarizzazione, si vedranno i loro dati bancari recapitati all’Agenzia delle Entrate con conseguenti verifiche tra la fine dell’anno e l’inizio dell’anno prossimo”.

Quali conseguenze?

“Le conseguenze per i contribuenti che hanno ancora conti all’estero e sono coinvolti in questi filoni d’indagine, saranno sicuramente ricevere una visita da parte dell’Agenzia delle Entrate e un invito a comparire. Quindi, il nostro consiglio è di affrettarsi a fare il ravvedimento operoso e di procedere a una regolarizzazione preventiva dei propri capitali per poter godere di tutti gli sconti sulle sanzioni che l’istituto offre”.

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