Tensioni Usa-Iran: sui mercati parola d’ordine prudenza

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Gli effetti delle tensioni tra Stati Uniti e Iran sono ancora incerti, ma gli investitori devono essere prudenti. Secondo Lucia Tajoli, professore di politica economica della School of management del Politecnico di Milano, a essere a rischio sono le economie europee, maggiormente dipendenti dalle importazioni petrolifere.

Quali sono le conseguenze delle tensioni Usa-Iran sulle materie prime?

“Le conseguenze immediate sono state una spinta all’aumento dei prezzi di alcune materie prime, soprattutto petrolio e gas, ma c’è già stato in parte un rimbalzo di segno contrario quando le tensioni si sono allentate. L’effetto permanente, se durasse la tensione, potrebbe essere quello di un rialzo. È anche vero che gli Stati Uniti sono molto meno dipendenti rispetto ad anni fa dalle importazioni petrolifere. In particolare, hanno smesso da tempo di ottenere materie prime dall’Iran, quindi l’effetto è un po’ incerto. Non ci si aspetta grossi shock sul livello dei prezzi delle materie prime energetiche. Diverso è il discorso su altri tipi di materie prime rifugio come l’oro. Se le tensioni continuassero o si esacerbassero, l’effetto sull’oro potrebbe anche essere più persistente”.

Quali saranno le ripercussioni sull’economia occidentale?

“Tra le economie occidentali occorre fare delle differenze perché gli Stati Uniti sono da alcuni anni poco dipendenti dalle importazioni di petrolio e materie prime, quindi non ci si aspetta effetti diretti massicci delle tensioni con l’Iran. Ovviamente per gli Stati Uniti possono entrare in gioco altri fattori, se si sviluppasse un vero e proprio fronte di guerra, di sicuro non positivi per molti settori. Infatti, la reazione iniziale delle Borse è stata negativa, ma è già in parte rientrata. Peggiori potrebbero essere gli effetti per le economie europee più dipendenti dal petrolio, con maggiori scambi con l’Iran. Infatti la possibilità di smantellare completamente l’accordo che era stato voluto da Barack Obama e che Trump ha già voluto in parte ridimensionare e da cui gli Stati Uniti sono usciti, si sta già facendo sentire sulle economie dell’Europa. Di conseguenza, chi può perdere maggiormente tra le economie occidentali in realtà è proprio l’Europa “.

Cosa dovranno aspettarsi gli investitori nei prossimi mesi? Come dovrebbero comportarsi?

“Credo che l’incertezza che già ha caratterizzato la presidenza americana negli ultimi tre anni continuerà a essere amplificata. Incertezza su fronte politico vuol dire anche incertezza sul fronte economico e quindi, dal punto di vista degli investitori, la parola che utilizzerei è quella di essere prudenti”.

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