Mia Photo Fair, rischi e vantaggi dell’investire nella fotografia

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Cosa vuol dire investire nel mercato della fotografia? Risponde Lorenza Castelli, managing director di Mia Photo FairInvestire nel mercato della fotografia significa dare una risposta a un sentimento, oltre che parlare di puro investimento finanziario. In particolare, questo tipo di investimento può essere un investimento alternativo rispetto agli strumenti finanziari più classici. La fotografia, infatti, va intesa come linguaggio d’arte contemporanea, che ti permette di iniziare a intraprendere un percorso di collezionismo che è sicuramente un investimento in senso proprio, ma allo stesso tempo riesce a dare una risposta a esigenze diverse e legate al proprio io.

Quanto può costare una fotografia?

La fotografia è un mezzo che permette di entrare nel mercato dell’arte contemporanea partendo da prezzi sicuramente inferiori rispetto ad altri linguaggi. Essendo a tiratura, ha un maggior numero di copie in circolazione rispetto a un pezzo unico di una pittura. I prezzi sono molto variabili, possono partire dai 1500 euro ma salgono nel momento in cui approcciamo autori più established. Le fotografie che hanno raggiunto i prezzi più elevati in ambito di asta sono quelle di Andreas Gursky, Richard Prince e Cindy Sherman. Per quanto riguarda gli autori italiani, tra i più noti abbiamo Luigi Ghirri e Massimo Vitali, che hanno prezzi tra i 15mila e i 25mila euro.

Quali sono i rischi di questo tipo di investimento?

I rischi di questo tipo di investimento sono legati principalmente alla liquidabilità del bene, poiché la fotografia è trattata su mercati dove le transazioni sono più ristrette di numero e non c’è ancora un controllo ben preciso. In particolare, i mercati dove vengono trattate le fotografie sono il mercato primario, ovvero tramite l’artista, le gallerie che vendono le opere di artisti o le fiere – come Mia Photo Fair – dove troviamo le gallerie che vendono le fotografie di autori che loro rappresentano. Esiste anche un mercato secondario che è rappresentato sostanzialmente dalla rivendita di questi beni acquisiti. Quest’ultimo è sicuramente meno controllabile poiché non ci sono delle autorità che vigilano sulle transazioni, a differenza delle aste su cui si possono avere dei riferimenti di mercato. Quello che potrebbe accadere nel futuro è l’utilizzo delle blockchain, uno strumento che potrebbe aiutare il controllo dei prezzi e delle transazioni che avvengono sulle diverse opere. In particolare, si potrebbero ipotizzare degli hard token che seguono l’opera per cui, nel momento in cui c’è una transazione e passa di mano, tutto viene registrato.

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