Belt and Road Initiative, un’occasione da non perdere

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Belt and Road Initiative, quali opportunità offre e come sfruttarle? Risponde Giuliano D’Acunti, responsabile commerciale di InvescoLe opportunità offerte dalla Belt and Road sembrano avere un potenziale enorme. Si sta parlando di un piano Marshall 2, ma in realtà è 12 volte più importante di quest’ultimo per dimensioni economiche. Coinvolge oltre 70 Paesi di tre continenti diversi: Asia, Europa, Africa. Inoltre, coinvolge circa il 70% della popolazione a livello mondiale, con una produzione pari al 40% del Pil a livello globale. Quindi, si tratta di un progetto faraonico che si scaricherà in progetti come infrastrutture che riguardano aeroporti, porti e ferrovie, ma anche in progetti che riguardano l’utilizzo della tecnologia, come quelli mirati a rendere la crescita economica dei Paesi coinvolti più forte. Di conseguenza, dovrebbe per definizione spingere un uso più importante dei consumi interni. La Cina si è fatta promotore di questo progetto grazie al loro presidente. Inoltre, pensiamo che questo progetto possa essere foriero di opportunità per gli investitori. Invesco ha messo a disposizione da qualche settimana sul mercato italiano una soluzione di investimento, una strategia obbligazionaria che investe tipicamente su questo progetto. Belt and Road Debt Fund è un prodotto tematico obbligazionario che ha scelto la via delle obbligazioni proprio perché saranno coinvolte aziende corporate e governi che finanzieranno costantemente questi progetti infrastrutturali nei prossimi 20-30 anni.

Come sfruttarle?

Per sfruttare a pieno le opportunità che la Belt and Road Initiative propone, esistono delle strategie che vanno a investire propriamente in aziende e governi che saranno coinvolti in questo piano Marshall 2. L’obiettivo sarebbe quello di introdurlo in maniera moderata e misurata all’interno dei portafogli, proprio per andare a costituire e comprendere aree che geograficamente molto spesso non vengono incluse nelle scelte di portafoglio. Penso tipicamente al mercato africano che oggi non è incluso nei prodotti emergenti oppure che – pur essendo considerato un prodotto emergente – in realtà non lo è, perché all’interno di questa strategia ci sono anche tante aziende e governi europei o americani che partecipano a questo progetto. In definitiva, sicuramente è un esempio di grandissima diversificazione.

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