Controversie nell’arte: i vantaggi della mediazione

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Controversie nell’arte: cosa sono e quali sono i casi più comuni? Risponde Alice Trioschi, responsabile di ADR Arte Camera Arbitrale di MilanoE’ molto difficile da un punto di vista artistico definire quale sia la “controversia” in arte. Questo perché a volte le controversie in arte possono riguardare l’oggetto della lite, ad esempio una lite sulla compravendita di un quadro e sulla sua autenticità, oppure il soggetto della controversia, ovvero le parti che hanno un litigio tra di loro. In camera arbitrale, con il progetto ADR Arte, ci occupiamo di tutte le controversie civili e commerciali che riguardano ambiti molto diversi tra di loro. La nostra casistica principale è quella delle successioni e delle divisioni ereditarie, perché in tale ambito la mediazione è obbligatoria. Infatti, riceviamo moltissime domande e le parti possono litigare sulla successione ereditaria che contiene dei cespiti in arte, oppure anche un bene da collezione o beni alternativi intesi nel loro complesso. Abbiamo poi una grossa casistica sui contratti finanziari e bancari, ovvero quando si parla di investimenti in opere d’arte ma tramite fondi di investimento o altri strumenti finanziari presenti sul mercato. Un altro esempio è rappresentato dalle diffamazioni a mezzo stampa, quando un artista e una fondazione vanno a essere in lite tra di loro a causa di un articolo pubblicato dalla stampa nazionale o internazionale. Infine, abbiamo una serie di mediazioni volontarie, ovvero depositate volontariamente dalle parti senza obbligo di legge, che riguardano le materie più disparate.

Quali sono i vantaggi di ricorrere a un mediatore?

Sicuramente il vantaggio della mediazione è di essere un procedimento molto breve, che tendenzialmente in media si chiude nel giro di 45 giorni dal deposito della domanda, a differenza del giudizio ordinario che ha una lunghezza decisamente più estesa. In secondo luogo, i costi sono molto contenuti perché il deposito della domanda ha un valore che va circa dai 60 ai 120 euro, una cifra molto più “democratica” del giudizio ordinario. In terzo luogo, c’è un mediatore terzo imparziale che non decide come un giudice l’accordo o il non accordo tra le parti, ma che cerca semplicemente di aiutarle a concordare il loro beneficio comune. Infine, l’ultimo grande vantaggio della mediazione è il fatto di poter invitare a mediazione gli esperti che le parti ritengono utili per risolvere la controversia, come l’art advisor, l’avvocato specializzato in diritto dell’arte o uno storico che conosce un particolare artista e sia in grado di dire se un quadro è autentico o meno.

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