Certificates, prospettive e sfide del mercato italiano

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Prodotti che prevedono il pagamento di premi condizionati o prodotti che prevedono barriere estremamente difensive: sono solo alcuni dei trend più interessanti per gli investitori italiani. Alessandro D’Amico, head of cross asset distribution sales in Italia di Société Générale, spiega l’evoluzione dei certificates con un occhio verso le sfide future

Qual è stata l’evoluzione dei certificates in Italia?

“Il mercato della distribuzione dei certificati d’investimento esiste in Italia da oltre 15 anni. Parliamo di un mercato primario di circa 10 miliardi di euro l’anno. In particolare, nel triennio dal 2016 al 2018, il trend ha avuto una crescita di circa il 50%”.

Quali sono i trend più interessanti che vede Société Générale?

“Tra le strutture d’interesse per gli investitori italiani, vediamo prodotti che prevedono il pagamento di premi condizionati come i phoenix o i cash collect, che rappresentano circa il 50% dei prodotti emessi quest’anno. Inoltre, il mercato estremamente negativo della fine del 2018 ha fatto emergere un nuovo interesse da parte degli investitori italiani per prodotti che prevedono barriere estremamente difensive per il rimborso del capitale o prodotti che scommettono sul ribasso del mercato o su un mercato che può essere estremamente positivo o estremamente negativo. In scia a quanto l’industria dell’asset management sta proponendo in questi ultimi anni, vediamo anche un interesse verso la tematica esg. Infatti, siamo stati i primi in Italia a proporre positive impact finance notes e siamo a oggi alla quarta emissione di positive impact finance notes equity linked. E’ stata appena conclusa la distribuzione di uno strumento di questo tipo da una consorzio di banche italiane che lo ha collocato alla propria clientela retail”.

Quali sono le prossime sfide?

“Una delle principali sfide per la nostra industria è rappresentata dall’automazione e dalla digitalizzazione. Tutti i giorni, stando sul desk e parlando con i clienti, vediamo che il livello di servizio atteso e il livello di informazione richiesto sia dai desk di strutturazione di prodotto delle banche italiane sia dai clienti finali, è sempre maggiore e non può non passare da un’automatizzazione dei processi. Per esempio, all’interno del gruppo Société Générale, abbiamo lanciato diversi anni fa una piattaforma SG Markets Structured Products che permette di prezzare una serie di investment certificates su migliaia di sottostanti, ma anche di tradare questo tipo di strumenti. Inoltre, diamo questa piattaforma sia agli uffici di sviluppo prodotti delle banche italiane o banche private, sia direttamente ai consulenti. Un’altra sfida per far fronte all’aumento dell’interesse verso questi strumenti è costituita dalla formazione: strumenti di e-learning, webinar, formazione sul territorio live, per accrescere sempre di più la conoscenza e l’esperienza”.

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