Con tassi a zero, gli investitori si soddisfano in Cina
Con tassi a zero, gli investitori si soddisfano in Cina
L’indice delle 300 società cinesi più capitalizzate delle Borse di Shanghai e Shenzhen è cresciuto nel 2020 del 27%
900 i miliardi di reminbi accorsi nei primi 11 mesi 2020 nel mercato obbligazionario cinese
Due gli aspetti che secondo gli analisti potrebbero frenare l’appetibilità del mercato dei capitali cinese
La ripresa a tempo di record della Cina è sotto gli occhi di tutti gli investitori, affranti dai tassi a zero. Dalle azioni onshore alle obbligazioni – passando per un reminbi sempre più affidabile – l’ex Celeste Impero continua a essere una terra di conquista per chi non si accontenta di portafogli esangui
Nell’anno del covid, Csi 300 batte S&P 500. L’indice delle 300 società cinesi più capitalizzate alle Borse di Shanghai e Shenzhen è cresciuto infatti nel 2020 del 27%, battendo il suo rivale americano di oltre 13 punti percentuali. Battaglia vinta pure sul fronte tech: il Nasdaq è andato benissimo, ma il ChiNext di più (+59%).
A gennaio i mercati cinesi dei capitali erano stati i primi a soffrire gli effetti della pandemia. Ma a distanza di meno di un anno, sono i primi a riprendersi grazie ai 150 miliardi di dollari Usa arrivati tramite i veicoli di Hong Kong. Gli analisti osservano che i severissimi lockdown della prima metà dell’anno hanno consentito all’economia cinese di funzionare «alla sua piena capacità» negli ultimi sei mesi del 2020. Il paese è dunque ora ben avanti sul sentiero di ripresa post covid, muovendosi molto più velocemente rispetto al resto del mondo.
La crescita cinese è tornata ai suoi livelli pre-pandemia. Grazie a questo, la banca centrale ha potuto evitare di tagliare i tassi e di mettere in campo i mastodontici programmi di acquisto titoli delle altre banche mondiali, come la Bce. Ciò rende il debito cinese particolarmente appetibile per gli investitori in bond. Sono infatti 900 i miliardi di reminbi accorsi nei primi 11 mesi 2020 nel mercato obbligazionario cinese. In parallelo, è aumentata la fiducia nei confronti della valuta cinese. Aspetto questo che ha rassicurato gli investitori anche sul fronte azionario. Gli acquisti esteri netti di azioni cinesi sono arrivati così a 170 miliardi di yuan, portando a oltre un miliardo di reminbi l’investimento internazionale complessivo nel Paese di Mezzo quest’anno.
La vittoria di Joe Biden sicuramente ha alimentato la corsa del listino Csi 300 (+6% a novembre), ma la crescita degli investimenti sui mercati dei capitali della Cina è proseguita anche con la presidenza Trump. Non solo. I dati mostrano che le ipo cinesi negli Usa sono state più numerose sotto Donald Trump che sotto Obama.
Non è però oro tutto quel che luccica. Come sempre quando si tratta di investimenti, gli analisti (e il buon senso) invitano a soppesare i pro e i contro di una scelta. Recentemente sono stati numerosi i bond default delle imprese statali. Inoltre, la diffusione del vaccino in tutto il mondo ridurrà il vantaggio competitivo della Cina.
