Il nuovo regime fiscale per i neo residenti

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Il nuovo regime fiscale per i neo residenti punta ad attrarre in Italia i cosiddetti “high net worth individuals”, che possono beneficiare di un’imposta sostitutiva sui redditi. A spiegarci le principali caratteristiche e criticità del nuovo regime è Paolo Ludovici, managing partner di Ludovici, Piccone & Partners.

Quali sono le caratteristiche del nuovo regime fiscale?

Il nuovo regime fiscale per i neo residenti è stato introdotto a fine 2016 ed è volto ad attrarre le persone fisiche, sia “high net worth individuals” sia dipendenti e dirigenti d’azienda. È un sistema che recepisce normative che esistono negli altri stati. In sostanza, un soggetto, che è stato residente all’estero per almeno 9 degli ultimi 10 anni, può trasferire la propria residenza in Italia e per 15 anni avrà la possibilità di pagare, in Italia, imposte solamente sui redditi di fonte italiana in misura piena e su tutto ciò che è all’estero, nei limiti di 100000 euro all’anno. Si tratta, quindi, di un regime estremamente favorevole che fa dell’Italia come vero e proprio “paradiso fiscale”.

A chi è rivolto il nuovo regime fiscale?

Il regime di favore si applica alle persone fisiche che si qualificano come “high net worth individuals”. Dunque, persone che hanno interesse a lavorare in uno stato che non è solo un paradiso fiscale, ma dove vivere bene e pagare imposte ridotte su tutto ciò che detengono all’estero. Contrariamente a ciò che accade negli altri stati, il regime di applica sia ai cittadini non italiani che ai cittadini italiani, a condizione che abbiano vissuto all’estero per almeno 9 degli ultimi 10 anni.

Quali sono le principali criticità del nuovo regime fiscale?

Esistono criticità applicative e criticità strutturali. Le criticità strutturali ruotano intorno a quanto il non residente si possa fidare del “sistema Italia”. Si tratta di un regime che esiste e sarà applicato per 15 anni: quanto resisterà e quanto sarà cambiato? È probabile che venga mantenuto in modo abbastanza stabile. Questo è un tema su cui gli operatori sono tranquilli. Sul piano interpretativo, le criticità maggiori riguardano i soggetti che vengono a vivere e lavorare in Italia, con conseguenze “corporative”.

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