Corsa al vaccino e case farmaceutiche: chi vince?

Pfizer, AstraZeneca e Moderna. Ma anche Johnson&Johnson, Sanofi e CureVac: la corsa al vaccino è ormai nel vivo e con lei le sorti di un 2021 ancora incerto sul fronte economico e sanitario. Come investire nelle case farmaceutiche?

A pochi giorni dal V-day europeo di Pfizer (27 dicembre 2020), i mercati guardano con crescente interesse a un anno che dipenderà dall’efficacia del vaccino e dall’offerta delle case farmaceutiche.
Pfizer, primo player ad aver ricevuto l’ok alla inoculazione, è da tempo tra le scelte preferite degli investitori. Negli ultimi dieci anni la casa farmaceutica ha aumentando di anno in anno i suoi dividendi, cresciuti complessivamente del 35% nell’ultimo quinquennio.
L’idea di una vaccinazione e di una immunità di massa entro l’estate (che dovrebbe sopraggiungere con la vaccinazione dell’80% della popolazione) ha intanto spinto l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ad accelerare il responso circa il vaccino dell’americana Moderna, con il via libera previsto entro il 6 gennaio. Tra la fine di novembre e la metà di dicembre, sui responsi delle fasi di test, il titolo ha registrato un rialzo del 150%.
In Gran Bretagna, il farmaco sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford ha invece ottenuto il via libera alla somministrazione, rispettando il termine di distribuzione fissato al 4 gennaio. Perplessità dall’Ema, che ha ribadito come “per approvare un vaccino bisogna avere ogni certezza”.
Anche J&J, come altre più piccole realtà quali Sanofi e CureVac, sta sviluppando un candidato anti Covid-19, aumentando la propria capacità di produzione anche prima che i test clinici siano completati. Nonostante il gigante sanitario resti indietro rispetto agli altri nel processo di approvazione, l’azienda vanta oggi quasi 40 programmi farmacologici in fase avanzata, tra cui si annoverano il farmaco antitumorale, lazertinib, e il farmaco per la sclerosi multipla, ponesimod.

Come investire nelle aziende farmaceutiche?

È quindi il momento di investire nelle case farmaceutiche? Dopo un anno di crescita vertiginosa per alcuni settori di mercato (tecnologico in primis), il settore farmaceutico offre buone prospettive di crescita, trend di domanda di lungo termine e nuove linee di prodotti promettenti.
Con la nuova emissione di inizio dicembre di certificati Cash Collect Worst Of, UniCredit si posiziona sul mercato delle case farmaceutiche. Un esempio è rappresentato dal certificato Cash Collect Worst of con effetto memoria Quanto Autocallable, che investe su un paniere composto da AstraZeneca, Johnson & Johnson e Pfizer (DE000HV4J2U6).
I Certificate Memory Cash Collect Worst Of permettono di ricevere premi trimestrali se, nelle date di osservazione, l’azione sottostante facente parte del paniere con la performance peggiore (caratteristica Worst Of) ha un valore pari o superiore al livello di barriera”, posta per il certificato in esame al 70% del valore iniziale.
A partire dal sesto mese (ovvero, dalla 2° data di osservazione trimestrale) i Certificate Memory Cash Collect Worst Of danno inoltre la possibilità di essere rimborsati anticipatamente se, nelle date di osservazione trimestrali, il valore dell’azione sottostante con la performance peggiore interna al paniere è pari o superiore al valore iniziale.
Qualora il certificate giunga invece a scadenza, “sono possibili due scenari: se il valore dell’azione sottostante con la performance peggiore è pari o superiore rispetto al livello di barriera (70% del valore iniziale), lo strumento rimborsa l’importo nominale oltre al premio”, pari per il prodotto in analisi al 3%; “se il valore dell’azione sottostante con la performance peggiore è inferiore al livello di barriera, viene corrisposto un valore commisurato alla performance dell’azione sottostante con la performance peggiore”. In questa ipotesi, il certificate non protegge dal capitale investito.

 
Clicca qui per consultare l’elenco completo dei 16 isin facenti parte l’emissione di Cash Collect Worst Of

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