SFDR: 10 cose da sapere sulle nuove norme Esg in Europa

È la sostenibilità la direzione presa dall’Unione Europea, anche nella finanza. Entra in vigore il 10 marzo un nuovo regolamento per razionalizzare gli investimenti sostenibili e promuovere la trasparenza di gestori, aziende e consulenti

Entra in vigore il 10 marzo 2021 il primo livello della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), la nuova normativa europea per indirizzare l’afflusso di capitali verso gli investimenti sostenibili. “La SFDR mira a razionalizzare i criteri con cui i partecipanti dei mercati finanziari definiscono, misurano e riportano le dinamiche Esg nelle attività economiche”, spiegano gli esperti di NN Investment Partners. “Il piano ha tre obiettivi chiave: riorientare i capitali verso gli investimenti Esg, integrare la sostenibilità nella gestione del rischio e promuovere la trasparenza e la visione di lungo termine nelle attività economico-finanziarie”. Vediamo come, in 10 punti.

La SFDR in 10 punti

1. È una questione di tempistiche.

Il processo di implementazione della SFDR sarà lungo: durerà dal 10 marzo 2021 fino ad almeno la fine del 2022. “Nella prima fase gli attori del mercato dovranno classificare i propri fondi d’investimento in tre categorie che riflettono il livello di trasparenza sulla sostenibilità dei propri prodotti, perfezionando la documentazione relativa, i materiali di marketing e il proprio sito”. La seconda fase, invece, stringerà ulteriormente la presa su contenuti e metodologie divulgati durante la fase 1.

2. Coinvolge asset managers, ma anche consulenti.

Le direttive introdotte riguardano non soltanto i prodotti proposti, ma anche i servizi offerti. “Vi sono delle differenze sull’interpretazione e l’implementazione delle nuove norme, ma in generale quanto applicabile ai partecipanti del mercato finanziario (come chi propone fondi pensione, piuttosto che fondi d’investimento) è applicabile anche ai consulenti finanziari”.

3. Le definizioni sono negli Articoli 6, 8 e 9.

Questi articoli approfondiscono i tre livelli di trasparenza evidenziati dal Regolamento. L’Articolo 6 concerne i rischi di sostenibilità presi in considerazione nel processo di investimento e i criteri di scelta alla base. L’Articolo 8, invece, considera anche i requisiti per la promozione di caratteri ambientali e/o sociali e disciplina che è possibile investire soltanto in aziende che seguono buone pratiche di governance. L’Articolo 9, infine, si focalizza sulla sostenibilità come obiettivo specifico del fondo. Tuttavia, i gestori possono essere ancora più stringenti: “In NN IP, i fondi compliant con l’Articolo 9 hanno requisiti ancor più rigorosi in quanto al contributo positivo verso lo sviluppo sostenibile e alla buona governance”.

4. Definisce gli investimenti sostenibili.

La SFDR definisce come sostenibile l’investimento in un’attività economica che contribuisce a obiettivi ambientali o sociali.

5. Non esclude chi lavora sodo.

Il Regolamento disciplina fino a che punto e in che modo i fattori ambientali e sociali sono parte del processo di valutazione e selezione dei titoli e il ruolo che questi hanno nella costruzione del portafoglio. La SFDR non vuole escludere quelle aziende che stanno lavorando sodo per raggiungere obiettivi più sostenibili in futuro.

6. Ha giocato d’anticipo.

Quanto necessario per l’implementazione del primo livello del Regolamento è stato pubblicato a fine 2019. Il target per soddisfare i requisiti più ampi del secondo livello, invece, è fissato al 1° gennaio 2022.

7. Vede delle differenze nella classificazione dei prodotti.

Solo i prodotti classificati tramite l’Articolo 6 potranno non essere compliant con la Tassonomia Eu, mentre quelli classificati tramite gli Articoli 8 e 9 dovranno esserlo. Tuttavia, la Tassonomia entrerà in vigore solamente dal 1° gennaio 2022.

8. Potrà essere implementata in futuro.

Ad esempio, tramite l’European Single Access Point (ESAP), una piattaforma europea che consente agli investitori un accesso senza soluzione di continuità alle informazioni finanziarie e sostenibili delle aziende. Un progetto che potrà essere centrale in futuro, se si considera che progetti come l’SFDR e la Tassonomia sono caratterizzati da una componente quantitativa molto forte.

9. Non è da sola.

L’Unione Europea sta lavorando con impegno nella direzione di un mercato finanziario più sostenibile. Oltre alla SFDR, infatti, vi sono altri numerosi progetti in cantiere. La Tassonomia europea, ad esempio, si pone come un dizionario per le attività economiche idonee per l’allineamento sostenibile e per i criteri di screening utilizzati. La Non-financial Reporting Directive (NFDR), invece, mira ad aumentare il volume delle informazioni divulgate dalle aziende su clima e ambiente, così da rendere gli investitori sempre più consapevoli. Ma anche iniziative come l’Eu Green Bond Standard e l’Eu Eco Label sono al tavolo dei lavori.

10. Impatterà anche i gestori extra-Eu.

“La SFDR avrà impatto anche sugli asset manager con sedi all’esterno dell’Unione, così come sui loro rappresentanti. Ad esempio, quando prodotti di gestori extra-Ue saranno commercializzati in Europa, o quando i gestori europei delegheranno attività come il portfolio management o la consulenza d’investimento ad altri gestori extra-Ue. Tuttavia, non si esclude che in futuro la SFDR avrà sempre più effetti extraterritoriali”, concludono da NN IP.

Scopri di più sulle normative europee per una finanza sostenibile

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