Vaccino, Covid-19 e mercati: una corsa contro il tempo

Tempi di incertezza: dall’economia alla sanità, tra burocrazia agevolata e tempistiche accorciate, la corsa seleziona i potenziali vincitori e movimenta i mercati. Quali le implicazioni per gli investitori?

“I mercati azionari amano le cacce al tesoro e puntare sul vincitore del bottino. Ma il vaccino anti Covid-19 riuscirà a fare emergere un chiaro vincitore?”. Gli esperti di Lombard Odier Investment Managers (LOIM) hanno espresso la propria opinione a riguardo.

Cinque su cento ce la fanno

Nove mesi, quasi 170 candidati sotto osservazione (di cui 26 in sperimentazione clinica sull’uomo), fortissime pressioni economiche, milioni di vite da salvare. Una corsa, quella contro il Covid-19, che ha già battuto per velocità tutti i record per la ricerca di un vaccino. Le ragioni? Autorità sanitarie mai così flessibili e soglia di efficacia abbassata al 50% secondo la Fda (sempre che sia garantita una buona sicurezza).
Tuttavia, se una burocrazia agevolata può aiutare ad accorciare le tempistiche e fare la differenza nella velocità della ripresa economica mondiale, la ricerca scientifica non può correre contro il tempo. Statisticamente e storicamente, infatti, possono passare anche 15 anni dalla scoperta alla distribuzione di un nuovo farmaco. Inoltre, solo il 5% di quelli che superano la fase preclinica vengono poi approvati dalle autorità sanitarie. Statistiche che per un vaccino si fanno ancora più stringenti. “Dato che i vaccini sono pensati per tutte le persone, in salute o malate, giovani o vecchie, il loro profilo di sicurezza è essenziale”, sottolineano gli esperti di LOIM. E nel caso del Covid-19 “prendere troppe scorciatoie e focalizzarsi solo sulla conta degli anticorpi potrebbe fare più danni della pandemia stessa”.

Chi corre per il vaccino

Quella per un vaccino contro il Covid-19, è dunque una corsa sul cui podio solo pochi riusciranno a salire. Secondo il New York Times, ora come ora sono dieci le sperimentazioni che hanno raggiunto la terza fase clinica, di cui la metà approvate per utilizzo limitato o precoce dalle autorità statali.
Tra queste ultime si trovano i vaccini sviluppati in Cina (CanSino Biologics, Sinovac Biotech, e i due di Sinopharm) e in Russia (Gamaleya Research Institute). Le restanti cinque, invece, vedono protagoniste le maggiori case farmaceutiche del mondo e un centro di ricerca: le americane Moderna, Novavax e Johnson & Johnson; la britannico-svedese Astrazeneca; la tedesca BioNTech (insieme a Pfizer e Fosun Pharma); e l’australiano Murdoch Children’s Research Institute.

Vaccino e mercati: le implicazioni per gli investitori

Ma quali sono – e saranno – le implicazioni sui mercati? In primis, la volatilità nei prezzi delle azioni delle società legate alla ricerca: “le aziende farmaceutiche che hanno pubblicato dati positivi riguardanti la prima fase di sperimentazioni sono state ricompensate con importanti incrementi nei prezzi delle loro azioni”, commentano gli esperti di LOIM. Ma “quando il presidente Vladimir V. Putin ha prematuramente annunciato i successi della Russia nel campo, tutti i prezzi delle azioni hanno subito una flessione”.
Nella corsa al vaccino “Potrebbe esserci un vincitore, due o nessuno”, e non è certo che chi salirà sul podio vi resterà a lungo. “Ecco perché preferiamo guardare all’indotto legato alla produzione del vaccino, come imprese che forniscono macchinari per la diagnostica o strumenti di AI per la ricerca sul Dna, che effettuano test direttamente o per conto terzi”.
E se il mondo dovesse aspettare più del previsto per l’approvazione di un vaccino? “Vorrebbe dire che i settori del tempo libero, dagli eventi sportivi alla navigazione, dovrebbero adattarsi in modo permanente ad un comportamento sociale in cambiamento”. Anche “il modo in cui viviamo, lavoriamo, produciamo e consumiamo i servizi sanitari sarà ancora più digitale di quanto sia già”, concludono gli esperti di LOIM.

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