Anche in Europa è tempo per gli investimenti alternativi

Michele Gesualdi, Cio – multimanager funds di Kairos

Qual è il vero valore aggiunto delle strategie alternative in un portafoglio di investimento, soprattutto alla luce dell’attuale contesto? A cosa è dovuto il gap Europa-Usa negli investimenti alternativi? Come si posiziona Kairos in questo comparto? Risponde Michele Gesualdi nella seconda puntata di “Le Voci di Kairos”

È inevitabile che nei prossimi anni l’Europa converga verso il modello americano, soprattutto alla luce del fatto che il fixed income non offre più rendimenti interessanti, in Europa come altrove”. A parlare è Michele Gesualdi, chief investment officer dei fondi alternative e multimanager di Kairos, a proposito del crescente peso che gli strumenti alternativi hanno all’interno dei portafogli di investimento.
Il portafoglio medio di high net worth individuals, family office e istituzionali americani è per oltre il 50% investito in strumenti alternativi, mentre in quello europeo raggiungono a fatica il 15%”, precisa Gesualdi, che ritiene che anche gli europei arriveranno ad adottare l’approccio più sofisticato, finora tipico degli americani, nel modo di gestire i propri patrimoni.
Dunque un’allocazione radicalmente diversa da quella europea, dove invece il 53% dei risparmi è ancora investito in fixed income.

Il 2018, come è noto, è stato un anno nero per gli investitori, con rendimenti negativi anche per chi ha puntato su una pluralità di strumenti finanziari seguendo la regola aurea della diversificazione attraverso la logica multi-asset. In questo contesto è emersa l’esigenza per gli investitori di riconsiderare le proprie asset allocation, focalizzando una parte del portafoglio sugli investimenti alternativi, i cui obiettivi sono gestire in modo attivo il rischio durante le crisi economico-finanziarie e ricercare rendimenti interessanti svincolati da benchmark nell’attuale contesto volatile di mercato.

E se nel corso dell’ultimo trimestre si è assistito ad un serio declino dell’azionario a cui non è seguita una reazione classica di supporto da parte dell’obbligazionario, il mercato probabilmente sarà particolarmente difficile anche nel prossimo futuro.
In questo scenario, dunque, gli investitori si stanno rendendo conto che la regola classica della diversificazione tra componente equity e bond del portafoglio non ha più efficacia e stanno conquistando ulteriore spazio e importanza nell’asset allocation le strategie alternative.
Investire in strategie alternative significa individuare dei temi di mercato in grado di offrire opportunità di rendimenti interessanti a fronte di un livello di volatilità contenuta.
Non bisogna però posizionarle in competizione con gli strumenti più comuni, ma vanno affiancate alle varie combinazioni per un efficientamento generale dell’investimento.
Gli investimenti alternativi rappresentano dunque un tassello fondamentale per l’asset allocation, una sorta di stabilizzatore di portafoglio.

Per beneficiarne appieno vanno però analizzati in un contesto di lungo periodo, quindi con un orizzonte temporale di almeno 3-5 anni”, specifica Gesualdi.

Ma perché in America sono molto più avanti nel campo degli investimenti alternativi? A parere del gestore di Kairos la motivazione è da ricercarsi nel fatto che negli Stati Uniti, da più tempo rispetto al vecchio continente, i portafogli sono orfani del supporto del reddito fisso (gli obbligazionari non rendono più molto e soprattutto non proteggono neanche adeguatamente durante i periodi di crisi) e sono quindi più abituati ad affrontare situazioni di mercato come quelle attuali.
Questo antefatto ha portato l’America ad avere un mercato degli alternativi molto più sviluppato, con maggiore esperienza e track record rispetto a quello europeo e di tutto il resto del mondo.

In Kairos cerchiamo di offrire un’esposizione ai migliori gestori alternativi in Europa come nel resto del mondo, perché esistono delle opportunità internazionali che secondo me è utile sfruttare al fine di diversificare il portafoglio degli investitori sofisticati. Bisogna adottare un’ottica di tipo globale e il punto di forza di Kairos è proprio nel suo network, che permette agli investitori di accedere a expertise globali pur essendo basati in Europa. Oltre a tale network, uno dei punti di maggiore forza è proprio nell’avere lo stesso team di 4 senior investment managers da più di dieci anni insieme, che si tramuta in uno sforzo di generazione di idee, unico anche a livello europeo”, chiosa Gesualdi, che ricorda che sono stati i primi in Italia ad adottare queste strategie.

Queste expertise globali portano il team di gestione alternative di Kairos ad avere molte idee non solo in Europa ma anche sulla parte americana e sui mercati emergenti, “perché secondo noi il profilo di crescita presente in questi mercati è molto più elevato”, spiega Gesualdi. E se in Europa le opportunità idiosincratiche portano a un’allocazione di tipo tattico e focalizzato sulle special situations, molte più opportunità strategiche si creano in aree come il settore tecnologico negli Usa e il settore legato al consumo in Asia, Cina in primis. “In presenza di questi macro temi si crea un’abbondanza di idee, long e short, perché ad esempio si creano opportunità long sugli sviluppi tecnologici e short sui retailer, ovvero i distributori tradizionali dei beni di consumo”, commenta il Cio dei multimanager funds.

Secondo il gestore ci sono anche tante situazioni a livello macro che si possono sfruttare. L’anno scorso l’Italia è stata una di queste, ma quest’anno ci sarà per esempio Brexit, in positivo o in negativo, ed un ciclo elettorale particolarmente attivo in molte aree geografiche, soprattutto in Europa e nei mercati emergenti. “Per un player tradizionale è molto difficile sfruttare direttamente i trend che sono invece catturabili dalle strategie alternative global macro.
Questo insieme di elementi ci rende molto positivi sull’outlook per la generazione di alfa nel 2019 e negli anni a venire, soprattutto considerando che potremo fare affidamento su una serie di temi long interessanti fino al momento in cui non vi sarà un rallentamento molto pronunciato negli Stati Uniti che minerà i fondamentali economici. Si presenterà in quella fase l’esigenza di essere più attivi nella gestione del rischio, dimostrando così anche l’efficacia degli investimenti alternativi rispetto agli investimenti passivi”, conclude Gesualdi.

Michele Gesualdi Kairos

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