Ecco la rivoluzione a firma Millennials

Sognatori, ma terribilmente insicuri. Cresciuti in un periodo di rapido cambiamento, con priorità ed aspettative profondamente diverse dalle generazioni precedenti. Sono i Millennials, i giovani adulti di oggi: investire seguendo le loro abitudini e attitudini è investire nel futuro

Millennials o Generazione Y, ma anche Echo Boomers, Generazione Peter Pan e Generazione Me: sono i nati tra il 1980 e il 2000 e ogni termine coniato per descriverli cattura una particolarità di una classe cresciuta, ancora, solo in parte.
Una generazione che non è nata con la tecnologia, ma che ha imparato facilmente ad utilizzarla; anagraficamente matura per compiere i passi importanti della vita, ma non mentalmente pronta ad affrontarli; che ha trascorso l’infanzia in una fase di crescita economica, ma scesa presto a compromessi nel trovarsi adulta nel mezzo di una rovinosa crisi finanziaria e di una poderosa fase di innovazione.
La generazione dei Millennials è cresciuta nel mezzo di una rivoluzione tecnologica. Ciò ha determinato un cambiamento nello stile di vita e abitudini di spesa rispetto alle generazioni precedenti”. Una evoluzione, hanno sottolineato gli esperti di Goldman Sachs Asset Management, che “potrebbe creare diverse opportunità di investimento”.

Millennials: gli Echo Boomers

“Echo Boomers”: i Millennials hanno replicato il trend delle nascite in crescita avvenuto durante il boom economico degli anni Sessanta, complice un significativo aumento del tasso di natalità tra l’inizio degli anni Ottanta e la metà degli anni Novanta. Nel 2018, il Financial Times sottolineava come un quarto della popolazione appartenesse alla Generazione Y, con 1,8 miliardi di rappresentanti.
Secondo il Pew Research Center, nel 2020 i Millennials negli Stati Uniti supereranno la percentuale dei Baby Boomers (ovvero i nati tra il 1946 e il 1964), rappresentando per la prima volta la quota maggiore della popolazione adulta con 92 milioni di persone. E per quanto riguarda la Cina? Basti dire che nel 2018 vi erano più Millennials cinesi che cittadini statunitensi (351 milioni vs. 329 milioni), secondo la Population Division delle Nazioni Unite. Il primato, però, è dell’Iran: il 32,2% della popolazione appartiene alla Generazione Y.
Sono i Paesi emergenti, in generale, a detenere le più alte percentuali di giovani cittadini. Nelle economie avanzate, infatti, la proporzione di Millennials rispetto al resto della popolazione è molto minore a causa dell’effetto combinato di bassi tassi di natalità e bassi tassi di mortalità. L’Italia ad esempio, con solo il 16,9%, tra tutte le maggiori economie mondiali occupa l’ultimo posto in quanto a percentuale di Millennials tra la popolazione.

Millennials e forza lavoro

Secondo le stime, entro la fine dell’anno, la Generazione Y dovrebbe apportare alla forza lavoro globale circa il 35% delle risorse, una percentuale raggiunta nel 2018 dagli Stati Uniti.
Quella dei Millennials è però una forza lavoro con priorità ben chiare: in primis, la sicurezza del proprio posto di lavoro. Non una ricerca al sacro graal del posto fisso, ma una stabilità economica che permetta loro uno stile di vita dignitoso. Uno studio della Resolution Foundation, infatti, ha sottolineato come nel Regno Unito i Millennials cambino lavoro con meno frequenza rispetto a quanto facesse la Generazione X (ovvero i nati tra il 1965 e il 1979) alla loro età; lo stesso è vero anche per la controparte statunitense. Da considerare, però, che al momento in cui la Generazione X approcciava il mercato del lavoro (a cavallo tra il 1985 e il 2000), lo scenario era ben meno precario rispetto all’attuale.

Millennials: la generazione Peter Pan

Li hanno chiamati anche generazione Peter Pan. Ma davvero i Millennials desiderano restare eternamente bambini? Come riportato da GSAM, considerando che solo il 23% dei giovani adulti di oggi è sposato e vive in una casa di proprietà – rispetto al 56% del 1968 e al 43% del 1981- sembrerebbe di sì. Tuttavia, la situazione è leggermente più complicata di così.
Forse è per una maggiore libertà – o senso di ribellione? – che porta a sovvertire il classico percorso di vita (nasci, studi, lavori, compri una casa, ti sposi, metti su famiglia), soffocante per alcuni tra i molti Millennials. Forse è per il costo sempre crescente degli immobili, soprattutto nei centri metropolitani (dove vive l’88% della Generazione Y, spinta da una maggiore probabilità di trovare lavoro). O, ancora, forse è per un maggiore indebitamento per istruzione (si pensi agli Stati Uniti) e a redditi annui sempre più bassi. Si tratta dunque di sindrome da Peter Pan, o i Millennials risalgono un fiume contro corrente?

Millennials e scelte di vita

Secondo il Goldman Sachs Investment Center, potrebbe essere proprio la vita a giocare a sfavore dei giovani adulti d’oggi. Sebbene molti di loro non possano permettersi un investimento immobiliare, nel 2010 ben il 93% dei Millennials in affitto sognava di comprare una casa in futuro. Anche il matrimonio e i figli sembrano essere messi da parte (solo il 23% era sposato nel 2012) o posticipati (l’età media delle donne per il primo figlio ha superato i 30), ma questo non significa che i Millennials vogliano restare single a vita: il 70% di loro vorrebbe convolare a nozze prima o poi.
Essere adulti, quindi, sembrerebbe non essere più una questione di passaggi obbligati. A contare di più, oggi giorno, sarebbero più certe caratteristiche e abilità personali. Larry Nelson, professore della Brigham Young University nello Utah, commentava così nel 2012: “Nelle generazioni precedenti, ti sposavi e iniziavi una carriera, e lo facevi immediatamente. Quello che i giovani d’oggi vedono è che questo approccio ha portato a divorzi e a persone infelici della propria carriera. La maggior parte di loro vuole sposarsi , ma lo vuole semplicemente fare bene già dalla prima volta, e la stessa cosa vale per le loro carriere”.

Millennials e consumi

In quanto a potere di spesa, i Millennials non hanno rivali. Nel 2020, secondo i dati del World Data Lab, il potere di spesa della Generazione Y dovrebbe superare quello della Generazione X, continuando a crescere nel futuro fino a varcare la soglia dei 20 mila miliardi di dollari nel 2035.
Tuttavia, il modo in cui i Millennials consumano è completamente diverso dai loro predecessori. Prima di acquistare, sono abituati a conoscere il prezzo di qualsiasi prodotto e a confrontarlo con decine di alternative, fornendo e usufruendo di migliaia di recensioni a supporto della loro scelta. Senza sorprese, la generazione che vive online compra anche online. Non cercano a tutti i costi il brand, ma preferiscono beni di qualità, anche se il prezzo è un fattore più importante che per altre generazioni nella decisione d’acquisto di un bene.

Millennials, la experience generation

Più importante di qualità e prezzo, però, è l’esperienza stessa d’acquisto. Il 78% dei Millennials, infatti, preferisce spendere il proprio denaro per un’esperienza o un evento piuttosto che per un oggetto desiderabile, sottolinea una ricerca del 2019 di Harris Group per Eventbrite. E il 72% di loro afferma che aumenterà la propria spesa per esperienze piuttosto che per oggetti fisici nel prossimo anno: si allontanano dal materialismo e ricercano sempre più esperienze di vita vissuta. Rimane da chiedersi se e come la pandemia limiterà – o modificherà – i desideri dei giovani adulti d’oggi.

Millennials e impatto sociale

Sono stati anche definiti come la generazione Me (dalla sociologa Jean Twenge nel 2006): li accomunano sicurezza di sé, tolleranza, ma anche un senso di legittimazione e narcisismo. Ovviamente, non tutti sono d’accordo. Lo psicologo Jeffrey Hartnett della Clark University ha infatti sottolineato come i Millennials siano non solo meno narcisistici rispetto ad altre generazioni, ma anche “una fascia di popolazione eccezionalmente generosa che porta con sé grandi promesse per migliorare il mondo in cui vivono”.
E questo è vero, secondo la Case Foundation: la Generazione Y si dimostra più vicina a cause filantropiche, donando più spesso – con importi minori – a più iniziative. Non solo: è più sensibile alle cause e meno alle istituzioni che le promuovono; è influenzata dai coetanei; supporta il bene comune ma non conta sulla politica per risolvere i problemi di oggi; crede nell’attivismo e nel potere delle grandi azioni, così come delle piccole.

Millennials, come investire

Goldman Sachs Asset Management ha individuato tre macro-aree in cui investire come risultato di un ‘effetto Millennials’. In primis troviamo la tecnologia, più nel suo versante software che hardware, con marketing e pubblicità specifici per questa generazione, servizi di cloud e di gestione dei dati, tecnologia mobile e big data. Attuando la massima mens sana in corpore sano, la Generazione Y alimenta settori come il fitness wearable e digitale, abbigliamento sportivo e alimentari biologici. Per quanto riguarda i consumi, i Millennials hanno profili specifici che favoriscono settori come l’e-commerce, il fast fashion e il turismo.
Da sottolineare particolarmente l’interesse dei Millennials per qualsiasi business legato alla sharing economy. Non si parla solo di case, infatti: i Millennials si stanno infatti mostrando sempre più reticenti nel comprare beni come macchine, musica, ma anche beni di lusso, preferendo nuovi business di servizi che forniscono accesso a questi prodotti senza tutti i fardelli derivanti dalla proprietà di questi oggetti.
Il fenomeno dei Millennials è distintivo in quanto è guidato dalle abitudini di spesa in continua evoluzione di questa generazione”, sottolinea Laura Destribats, Co-Portfolio Manager, Goldman Sachs Global Millennials Equity Portfolio. “Puntiamo ad identificare le società con esposizione alla spesa dei Millennials. Al momento, dato il ruolo fondamentale della tecnologia nella loro vita, il portafoglio ha un forte sovrappeso sul settore tecnologico, ma questo potrebbe cambiare in futuro. Man mano che i modelli di spesa dei Millennials si evolvono, potrebbero presentarsi nuove opportunità in altri settori come l’assistenza sanitaria, le energie rinnovabili e il fin-tech”.

In conclusione

Se i Millennials si dimostrano essere la generazione d’oggi e del domani, i loro comportamenti e le loro scelte d’acquisto possono essere spunti interessanti per comprendere come una generazione possa modellare a sua immagine e somiglianza il futuro dei mercati.

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