2021: un mondo nuovo per i libri di economia

Libri di economia insufficiente nello spiegare quello che i mercati stanno vivendo. Non solo per la pandemia, ma per un allineamento di politiche fiscali e monetarie senza precedenti. Quali prospettive per i tassi? Quali effetti sull’inflazione?

L’atteggiamento accomodante delle banche centrali degli ultimi anni non ha impattato in modo significativo sul livello dei prezzi, rimasti moderatamente bassi pur in presenza di una ripresa dell’economia e di un rialzo dei livello di occupazione (negli ultimi 5 anni, l’inflazione Usa non ha mai raggiunto la soglia del 3%; quella della zona euro è sempre stata sotto il 2,5%). Partono da questo gli esperti di Goldman Sachs Asset Management nel trarre qualche considerazione su uno dei temi chiave del momento: l’inflazione.

Riflessioni sul livello di inflazione

“Sebbene l’impatto deflazionistico della tecnologia sia stato modesto, i trend disinflazionistici come la penetrazione del commercio elettronico e l’automazione, sono stati rafforzati e accelerati dalla pandemia” e continueranno a farlo anche a crisi terminata.
Al contempo, sottolineano però da Goldman Sachs, “la politica fiscale post-pandemia rimarrà favorevole” anche dopo l’uscita dalla crisi, con i decisori politici che approfitteranno dei sostegni annunciati per promuovere settori quali le infrastrutture e le utilities, consolidando la fase di ripresa.

Riflessione sul livello dei tassi

Resta poi da capire se il recente aumento dei rendimenti reali (al netto dell’inflazione) si leghi alle migliori prospettive di ripresa economica o da un atteggiamento meno accomodante delle banche centrali. Nel primo caso, grazie agli stimoli fiscali e all’accelerazione dei piani vaccinali, “l’impatto sulle attività di rischio come il credito societario e il debito dei mercati emergenti sarà probabilmente limitato”; nel secondo, qualora la variazione dei rendimenti reali fosse determinata da aspettative di politica monetaria meno accomodante,” il contesto potrebbe diventare meno favorevole per le attività di rischio”.
Viene allora da chiedersi: i tassi globali si muoveranno al rialzo quest’anno? “Secondo noi, sì”.
Le banche centrali prenderanno le distanze da una politica monetaria accomodante? “Secondo noi, no. Crediamo anzi” proseguono da Goldman Sachs “che le banche centrali rimarranno orientate su una politica espansiva fino al 2021 e oltre, perché l’inflazione sottostante rimarrà sottotono (a causa della debolezza del mercato del lavoro) e si opterà per un approccio più tollerante verso livelli d’inflazione più elevati (consapevoli dei precedenti livelli d’inflazione insufficienti e della maggiore importanza attribuita alle disuguaglianze economiche)”.

Volatilità oltre ai libri di economia

Le ragioni alla base di un possibile aumento della volatilità dei livelli di inflazione a breve sono da ricercarsi, secondo gli esperti, nella ripresa del settore petrolifero (dopo la debolezza 2020), nella revoca delle disposizioni fiscali (come il taglio delle aliquote Iva in Germania), nella riapertura.
Al contrario, un mercato del lavoro ancora fiacco potrebbe creare un contesto debole per l’affermarsi dell’inflazione. L’esempio arriva dagli Usa, dove, rispetto al 2020, il tasso di disoccupazione è cresciuto del 2,8%, mentre il tasso di partecipazione della forza lavoro è diminuito del 2%.
Tuttavia, “prevediamo che tali pressioni sull’inflazione si riveleranno temporanee per effetto dei limiti alla domanda inespressa di alcuni servizi”. Un esempio? Il taglio dei capelli, che compenserà in una sola volta le ‘occasioni perse’ nel 2020 dai parrucchieri. Inoltre, si consolideranno alcuni trend nelle abitudini dei consumatori: tra tutti, il servizio home-delivery potrebbe ridurre una presenza più regolare al ristorante.

Approcciarsi al mercato con cautela

Quanto detto va a sottolineare che “l’evoluzione a medio e lungo termine dell’inflazione rimane molto incerta ed è soggetta a diversi cambiamenti strutturali che hanno pochi precedenti nelle teorie economiche tradizionali. La recente volatilità del mercato dei tassi” concludono da Goldman Sachs “rafforza la nostra convinzione della necessità di un’esposizione equilibrata alle attività di rischio”.

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