Portafogli in crisi? L’Esg paga anche nel breve termine

Il mondo sta assistendo a una delle più grandi iniezioni di liquidità nella storia. L’emergenza sanitaria scatenata dalla diffusione del Covid-19 ha causato una risposta collettiva simile a quella dei periodi bellici, rafforzando la consapevolezza verso la necessità di preservare l’ecosistema umano e ambientale. Ma man mano che il denaro immesso per supportare le economie fluisce, quali sono le problematiche cui siamo chiamati a rispondere?

Gli investimenti sostenibili funzionano anche nel breve termine, e questo periodo turbolento ha fornito le prove. Secondo una ricerca condotta dagli analisti di Fidelity International, infatti, gli ultimi mesi hanno dimostrato la presenza di “una forte correlazione positiva tra la performance relativa di una azienda e il suo rating di sostenibilità”. Una sovraperformance media – e una stretta relazione lineare – che ha interessato i titoli azionari e obbligazionari delle aziende posizionate ai livelli più alti della classifica dei rating Esg proprietari di Fidelity.
Ma ancora più importante, secondo gli analisti, è che “ciò che vale per le performance del mercato nel lungo periodo ha avuto un peso anche rispetto alle oscillazioni del mercato a più breve termine, soprattutto durante l’improvvisa ed estrema fase ribassista registrata tra febbraio e marzo”. Il mito della sostenibilità nel lungo termine, quindi, potrebbe ora apparire sfatato.

Attenzione alla s di Esg

Nonostante l’impegno per l’ambiente e contro il climate change rimanga alto, però, per effetto della pandemia oggi è la s di Esg a essere oggetto di una crescente attenzione da parte di aziende ed investitori. “In oltre il 50% delle risposte all’indagine condotta internamente tra gli analisti di Fidelity, per il mese di maggio è stato segnalato un incremento dei piani aziendali mirati a intensificare l’attenzione su lavoratori, consumatori e la comunità nel suo complesso”, riporta la casa d’investimenti. A fronte di una società in ginocchio per una crisi inaspettata e senza regole, le aziende e i team di management più attenti al futuro hanno concentrato le loro risorse sulla sicurezza e sul benessere dei propri dipendenti.
In questo contesto, ritornano in mente i modelli degli imprenditori illuminati di metà Novecento come Adriano Olivetti e la famiglia Crespi. Esempi che hanno saputo coniugare vita professionale e privata, offrendo ai propri dipendenti servizi aggiuntivi per sé stessi e le loro famiglie, che li agevolassero nel quotidiano e, perché no, ne aumentassero la produttività. Ora queste storie di successo sono state comprese anche da grandi multinazionali, che hanno puntato al benessere dei propri dipendenti tramite servizi aggiuntivi e bilanciamento vita/lavoro. Ma che benefici avevano, invece, i professionisti impiegati in aziende più piccole, con meno risorse a disposizione? Ben pochi, purtroppo.

La crisi e il buon esempio delle aziende

Ecco che l’emergenza sanitaria potrebbe aver giocato a loro favore. “Per alcune aziende è diventato essenziale, per costruire e mantenere la propria brand equity, dimostrare una buona cittadinanza d’impresa e sostenere la comunità in cui operano”, sostiene Fidelity. Una consapevolezza per le tematiche sociali che si potrebbe ipotizzare finalmente consolidata: secondo il 15% degli analisti nordamericani della società, la maggior parte dei cambiamenti aziendali orientati al sociale potrebbe essere di natura permanente – una quota maggiore rispetto al 13% dei loro colleghi europei ma ben inferiore al 45% della controparte giapponese.
Un esempio è Salesforce, impresa Usa di cloud computing, ha agito a favore di attuali e potenziali clienti creando work.com. La piattaforma fornisce assistenza alle aziende in materia di sicurezza sul lavoro per aiutarle a riprendere l’attività a norma di legge e le aiuta nella gestione dei visitatori in loco, assicurando la continuità aziendale e la gestione della filiera.

Anche l’Asia colma il gap Esg

Mengniu, produttore caseario cinese, che nonostante il calo previsto nella domanda durante il lockdown ha continuato ad acquistare latte dalle aziende della propria filiera, onorando i propri obblighi di approvvigionamento. Il latte in surplus non sarà sprecato ma trasformato in latte in polvere da utilizzare come scorta per uso futuro. Inoltre, l’azienda ha fornito finanziamenti a tasso zero per sostenere le imprese della propria filiera con problemi di liquidità, proteggendo così i piccoli produttori e la sostenibilità dell’intera attività nel lungo periodo.

Un cambiamento comportamentale sistemico

“La storia insegna che i rendimenti risultano duraturi quando le aziende dispongono di management team che valutano con buon senso i rischi del business e prestano attenzione al bene sociale nel suo complesso”, riporta Fidelity. E sicuramente, durante questa pandemia in corso, le problematiche sociali sono state spostate in cima alla lista delle priorità sia per le aziende, ma soprattutto per gli investitori.
Lo dimostrano i dati: ammontano a 46 miliardi di dollari i flussi globali verso i fondi sostenibili, a fronte di deflussi di fondi complessivi per 385 miliardi di dollari. In Europa in marzo, al culmine della crisi, il pattern è stato lo stesso, con 33 miliardi di dollari investiti in fondi sostenibili per un disinvestimento complessivo in fondi pari a 163 miliardi di dollari, dati Morningstar.
L’attenzione alle tematiche Esg non è più un fenomeno temporaneo ma un “cambiamento comportamentale sistemico che sta innescando una sorta di circolo virtuoso”, afferma Fidelity. Sfida e opportunità si delineano insieme secondo Andrew McCaffery, Global chief investment officer di Fidelity International: “la sfida sta nel rispondere al meglio le tematiche Esg e nell’identificare gli aspetti chiave dal punto di vista dell’investitore e della sua filosofia. L’opportunità per noi risiede nei modi in cui abbiamo affrontato ed affronteremo la sfida: grazie ad un’approfondita ricerca e analisi, aiutare i clienti ad inquadrare tali tematiche nei loro portafogli in modi che siano coerenti coi loro obiettivi”.

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