Quanto varrebbe WhatsApp se scorporata da Facebook?

Alcuni spin-off delle più importanti big tech sembrerebbero valere di più da soli, piuttosto che come parte di una grande azienda. È il caso di WhatsApp

Chi fa da sé fa per tre, recita un vecchio adagio. Che, nel settore delle big tech, comincia a rivelarsi sempre più vero. Un esempio su tutti? L’applicazione di messaggistica istantanea WhatsApp. La società, parte del gruppo Facebook Inc. dal 2014, “al momento non sta guadagnando. Ma come azienda indipendente godrebbe probabilmente di una valutazione elevata, considerata la sua base utenti di oltre 2 miliardi di persone in 180 paesi e l’opportunità di monetizzare il servizio in futuro”, spiegano gli esperti di Capital Group.

WhatsApp, un successo a prova di Facebook

WhatsApp nasce nel 2009 da Brian Acton e Jan Koum, precedentemente occupati presso la società informatica Yahoo!. L’idea iniziale prevede l’utilizzo delle notifiche push, che Apple aveva introdotto quell’anno sui propri iPhone, per aggiornare i propri contatti sul proprio status in un determinato momento. Ciò che non viene calcolato dai due fondatori, tuttavia, è che presto gli utenti avrebbero cominciato a rispondersi a vicenda agli aggiornamenti di status, avviando di fatto una vera e propria conversazione. All’epoca il servizio offerto è unico nel suo genere, un servizio di messaggistica gratuito che consente ai nuovi utenti di registrarsi con il proprio numero di telefono. Il successo è immediato: a pochi mesi dal lancio, WhatsApp raggiunge i 250 mila utenti. A febbraio 2013, dopo soli quattro anni di attività, l’applicazione conta circa 200 milioni di utenti attivi. Abbastanza per attirare l’interesse di Mark Zuckerberg.
La notizia dell’acquisto di WhatsApp da parte di Facebook arriva nel febbraio 2014, per un valore totale di 19,3 miliardi di dollari. Ad oggi, con più di 80 società acquisite dal gruppo negli ultimi 15 anni, quella di WhatsApp resta la più grande acquisizione del gruppo (e una delle maggiori nell’intero comparto tech).

Come genera profitti WhatsApp?

Nonostante i suoi oltre 2 miliardi di utenti attuali, il modello di business di WhatsApp non è redditizio in sé. Sono diversi i piani che Facebook ha considerato nel corso degli anni, prevalentemente sul modello cinese di WeChat. Attualmente, le uniche entrate derivano da WhatsApp for Business, creato ad hoc per le imprese che desiderano aumentare i canali di contatto per i propri clienti, e da Click to WhatsApp ads, un sistema di pubblicità che reindirizzano gli utenti di Facebook a WhatsApp. Secondo una stima di Forbes del 2017, WhatsApp potrebbe apportare alla propria società madre circa 15 miliardi di dollari, con entrate medie per utente comprese in una forbice tra i 4 e i 12 dollari.

Chi fa da sé fa per tre

Anche se i titoli delle più grandi società tecnologiche dovessero subire una correzione nel corso dei prossimi mesi, o anche “nell’improbabile eventualità che Facebook finisca per crollare, non è assurdo pensare che come spin-off WhatsApp potrebbe addirittura valere di più da sola che all’interno del gruppo. Lo stesso si potrebbe dire per Instagram e Facebook Messenger”, spiega Tracy Li, analista di investimenti di Capital Group. “Il fatto che queste aziende appartengano a uno stesso gruppo tende a oscurarne il valore individuale. Come già dimostrato da precedenti cause antitrust, queste circostanze offrono agli azionisti di lungo termine opportunità piuttosto interessanti”, conclude Li.

Articoli correlati

Articoli più letti

Ultime pubblicazioni

Magazine
Magazine 66 – marzo 2024
Magazine N.65 – febbraio 2024
Guide
Quando la fotografia diventa arte

Cosa rende “arte” una fotografia? Molti collezionisti partono prevenuti prima di affrontare l’acquisto...

Top 200 Advisor del Wealth – 2024

Proteggere la ricchezza, farla crescere e trasferirla in sicurezza alle nuove generazioni è uno degli obiettivi f...