Digitale e imprese, il divario è un Grand Canyon

Nel 2020, il digitale ha trainato la ripresa in molti settori ed è stato un fattore determinante di vantaggio competitivo. Tuttavia ci sono altri comparti in cui i cari e vecchi muscoli del manifatturiero hanno ancora la meglio

“Il divario digitale esistente molto prima dell’avvento del coronavirus è diventato improvvisamente un Grand Canyon digitale”. Lo affermano gli esperti di Capital Group a testimonianza di come le società con solidi modelli di business online presentino oggi un forte vantaggio competitivo rispetto ad altre imprese che invece prevedono nel loro modello la sola presenza fisica. Gli esempi vengono da settori tra i più disparati: dal fitness al mercato automobilistico, fino allo footwear. Quali le implicazioni dal punto di vista degli investimenti?

Peloton Interactive vs Planet Fitness: il fitness è digitale

Partendo dal mondo del fitness, Peloton Interactive, fondata nel 2012 e lanciata l’anno successivo grazie a una campagna di crowdfunding su Kickstarter, è oggi la più grande piattaforma di fitness online al mondo, con oltre 2,6 milioni di iscritti. Nel 2020, la società è stata in grado accrescere i propri rendimenti cumulativi del +400% da gennaio a settembre, assestandosi a novembre intorno al +300%. Non è andata altrettanto bene per Planet Fitness, uno dei più grandi franchising di palestre fisiche al mondo con oltre 2 mila club: i rendimenti cumulativi si attestano infatti allo 0% durante lo stesso periodo, con picchi in negativo all’inizio della pandemia.

Carvana vs CarMax: retailer di auto usate

Un andamento simile si osserva comparando CarMax, il più grande retailer Usa di automobili usate e società nel paniere Fortune 500, e Carvana, il corrispettivo online della prima azienda, che nel 2018 è stata la società con crescita più rapida negli Usa rispetto ai suoi competitor. Nonostante entrambi abbiano risentito della forte incertezza sui mercati di marzo, Carvana ha poi recuperato con una scalata che ha portato i rendimenti cumulativi a quasi il +200% da inizio anno. Niente in confronto a CarMax che, pur essendosi ripresa, ha riportato il livello dei rendimenti cumulativi “solamente” al pre-pandemia.

Skechers vs Nike: il footwear online

Non è andata altrettanto bene per Skechers, azienda di footwear americana che ha faticato a passare alle vendite online nel 2020. I rendimenti cumulativi da inizio anno a novembre sono infatti fermi attorno al -30%, dopo aver subito una brusca caduta libera a marzo. In territorio positivo sono invece i rendimenti cumulativi di Nike, competitor di Sckechers che puà vantare però un forte modello di business basato sul digitale.

Il Grand Canyon del divario digitale tra imprese

Le società con modelli di business online veloci ed efficienti stanno superando la concorrenza offline, sconvolgendo lo status quo e sostituendo i consolidati modelli della old economy”, spiegano da Capital Group. Un tema ad ampio raggio che interessa settori chiave dell’economia come la vendita al dettaglio, l’intrattenimento e la pubblicità, fino all’elaborazione dei pagamenti e l’industria del fitness.
Secondo Chris Buchbinder, gestore di portafoglio, “eravamo già proiettati in questa direzione, ma il COVID-19 ha dato un enorme impulso. I tassi di crescita delle società con un vantaggio digitale sono stati fenomenali durante la recessione e, a mio avviso, non torneremo come prima. Al termine della pandemia i tassi di crescita potrebbero risultare più lenti, ma dubito che gli abbonamenti a Netflix verranno cancellati o le biciclette Peloton restituite”. Tuttavia, il vantaggio digitale non è tutto, anche se in certi settori rappresenta una forza potente. In altri comparti, infatti, il digitale faticosamente prenderà il sopravvento contro “i cari e vecchi muscoli del settore digitale: non esistono motori digitali per i velivoli”, conclude Buchbinder.


Nel divario tra imprese il digitale è fattore discriminante

Articoli correlati