Cashless e Asia, la geografia di un successo

Il continente asiatico dal 2017 ha superato gli Stati Uniti nelle transazioni digitali, conquistando così il primato nel mondo. Una crescita che non ha intenzione di arrestarsi e che si collega alle abitudini di risparmio e di vita della popolazione locale

Con una crescita annua del quasi 25% e un volume di 244 miliardi di dollari in transazioni cashless al 2019, l’Asia è rapidamente diventata il leader mondiale nel settore dei pagamenti digitali: un aumento di oltre il 190% dal 2014, afferma il World Payments Report 2020 di Capgemini. A spingere la crescita vi sarebbe il maggior numero di smartphone in circolazione, il boom degli e-commerce asiatici, l’uso sempre più frequente di mobile wallet e le innovazioni nei pagamenti via qr-code. E nel futuro? Le stime non lasciano dubbi in merito al primato dell’Asia nei pagamenti digitali, con previsioni al 2023 a 493 miliardi di dollari di transazioni cashless. Ma quali le ragioni di tale successo? Le spiegano gli esperti di Capital Group.

La geografia di un successo

Se fino al 2017 le transazioni cashless in Asia si equiparavano in termini di volumi a quelle del Nord America, dal 2018 la tendenza si è invertita. Come mai? “I modelli di business digitali hanno sicuramente prosperato negli Stati Uniti, ma assistiamo con frequenza sempre maggiore alla nascita e all’accelerazione dell’innovazione tecnologica nei mercati emergenti”.
Solo pochi anni fa, in alcuni mercati emergenti molti clienti non avevano conti correnti ma disponevano di telefoni cellulari e questo ha comportato un’accelerazione dell’adozione dei pagamenti da mobile. In Cina, Alipay (parte di Ant Financial) e Tenpay (gestita da Tencent) detengono posizioni dominanti. Altre società sono cresciute rapidamente, come Yeahka che, sempre in Cina, fornisce piattaforme di pagamento mobili per gli esercenti”.

Una crescita alimentata dalla pandemia

Sebbene il Covid-19 abbia da un lato decelerato i volumi delle transazioni cashless nel mondo (da una crescita dell’11,5% a una del 5% nel periodo 2019-2013), dall’altro proprio la pandemia ha sottolineato come i pagamenti alternativi possano spingere la traiettoria di crescita dei pagamenti digitali. Infatti, il 41% dei consumatori intervistati da Capgemini afferma di aver utilizzato carte contactless per la prima volta durante la pandemia. Più di 50 mercati hanno esteso i limiti nei pagamenti contactless al picco della crisi covid, incrementandone maggiormente l’utilizzo da parte dei cittadini. Lo conferma anche il caso Italia, dove dal 1° gennaio 2021 per gli acquisti contacless senza pin si arriverà a un limite massimo di 50 euro, al posto della soglia dei 25 in vigore fino all’anno passato. Il calo nella crescita, quindi, si dovrebbe più a una cautela dei consumatori nelle spese personali, più che a un ripensamento in merito all’intero sistema dei pagamenti cashless.

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