Intelligenza (artificiale) per uno sviluppo sostenibile

“Per favorire una crescita sostenibile dobbiamo usare l’intelligenza (artificiale)”, sostiene Allianz Global Investors. Ma cos’è l’intelligenza artificiale (AI)? Come aiuta l’uomo? E quale è il suo ruolo in un’economia e un mondo più sostenibile?

L’intelligenza artificiale ha un nome, un cognome e pure una data e un luogo di nascita. Era il 1956 quando al Dartmouth College, nel New Hampshire americano, veniva fondata programmaticamente una nuova disciplina. Con un solo credo: l’idea che la creazione umana sia possibile sì grazie alla prestazione naturale, ma anche grazie a quella artificiale. In un continuo tentativo di imitare e riprodurre sé stesso e la natura, l’uomo sfrutta le proprie conoscenze in ambito tecnologico, ma anche filosofico, matematico e psicologico.

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale

Da quel momento, l’intelligenza artificiale di strada ne ha fatta parecchia. Già poco tempo dopo il seminario al Dartmouth College, il percorso dell’intelligenza artificiale si divideva in due vie. La prima, quella dell’intelligenza artificiale forte, che concepiva le macchine come veri e propri esseri capaci di coscienza di sé e credeva nella replicabilità dell’intelligenza umana. Tuttavia, questo campo ha attirato poco interesse da parte della comunità scientifica: troppo complessa per essere replicata, al posto di intelligenza umana bisognerebbe tentare di emulare la razionalità dell’uomo.
D’altra parte, l’intelligenza artificiale debole progettava sistemi capaci di processare e replicare una o più funzioni complesse che gli esseri umani sono in grado di compiere. Questo secondo approccio fu quello più apprezzato dai ricercatori: nel 1982 l’intelligenza artificiale entrava nell’industria con R1, un programma in grado di configurare gli ordini per i nuovi computer della Digital Equipment.

Sviluppo sostenibile e intelligenza artificiale

Oggi, “la quarta rivoluzione industriale o, a seconda dei punti di vista, la seconda era delle macchine, è già iniziata”, commenta Hans-Jörg Naumer, Direttore global capital markets & thematic research in Allianz Global Investors. “Digitalizzazione, disruption, e intelligenza artificiale condizionano sempre più la vita di tutti i giorni, talvolta anche senza che ce ne accorgiamo. Le quattro tappe di questa rivoluzione hanno sinora apportato vantaggi senza precedenti all’umanità”.
La popolazione è aumentata esponenzialmente, e così il Pil mondiale, portando un benessere diffuso che assottiglia le disuguaglianze sociali, culturali ed economiche. L’aspettativa di vita cresce, ma non fanno altrettanto le capacità dell’uomo di salvaguardare l’ambiente in cui abita. È dai primi anni Settanta, infatti, che l’umanità vive al di sopra delle risorse a sua disposizione (a livello globale), consumando ogni anno ben più della biocapacità offerta dalla Terra. E sempre prima: l’Earth overshoot day (il giorno del sovrasfruttamento della Terra), quest’anno, è caduto lo scorso 22 agosto.
È soprattutto in questo contesto che l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo decisivo. Lo sviluppo dell’economia e del pianeta sarà possibile anche grazie all’AI: “gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu non possono essere raggiunti senza crescita, ma la crescita deve essere sostenibile”, ricorda Naumer. “L’AI ha un ruolo decisivo nella promozione della crescita sostenibile, soprattutto per le capacità delle macchine di riconoscere schemi di dati e prendere decisioni in base alle informazioni acquisite. Gli algoritmi ‘intelligenti’ sono ottimali per elaborare ingenti quantità di dati e ad affrontare elevati livelli di complessità”.

Intelligenza artificiale, i settori interessa(n)ti

Ma in quali settori l’AI può fare la differenza? Dall’istruzione alla sanità, dalla logistica all’erogazione di energia, l’intelligenza artificiale favorisce “una gestione sostenibile delle attività, in particolare quando si tratta di aumentare la produttività con consumi inferiori di energia e meno emissioni di CO2”, sottolineano gli esperti di AllianzGI.

Logistica

Il settore logistico, infatti, utilizza da tempo l’AI: è merito suo se dall’ordine al cliente possono passare anche meno di 24 ore. Ma collegato al commercio vi è il settore dei trasporti, in cui nuove problematiche si trasformano in sfide per l’intelligenza artificiale, chiamata a minimizzare le inefficienze del trasporto di merci e persone.

Energia

Anche l’energia è centrale. Sebbene in grado di produrre energia con fonti alternative e rinnovabili, il vero problema di oggi è lo stoccaggio dell’energia sovraprodotta. Vi è quindi bisogno di strutture intermedie per l’accumulo di energia, ma anche di modalità intelligenti per l’erogazione dell’elettricità, che deve diventare più prevedibile ed essere controllata in maniera più efficiente.

Città

Una vera sfida per l’AI sono le città. Dal 2017, la popolazione urbana ha superato quella non urbana. Con non poche ripercussioni: dal traffico di veicoli e persone, al trasporto delle merci, all’erogazione dell’energia. Come risolvere queste problematiche? Con la prossimità: “creando e producendo risorse vicino alla fonte della domanda si riducono le necessità di trasporto e di conseguenza il consumo di energia”. Via libera, quindi, ad orti sui tetti ed edifici come mini-centrali elettriche.

Agricoltura

Interessante applicazione dell’AI è quella all’agricoltura, che può “aumentare la produttività e consentire uno sfruttamento meno invasivo delle risorse. Ad esempio, nei grandi campi di mais vengono impiegati dei droni per rilevare eventuali infestazioni di parassiti. La grande precisione con cui viene rilevata l’area da trattare consente di ridurre l’uso di pesticidi fino al 90%”, sottolinea AllianzGI. Anche i sistemi di irrigazione beneficiano dell’AI, la quale tiene in considerazione fattori come il tipo di pianta, il grado di erosione del terreno ed altre esigenze specifiche di ciascuna coltivazione. Il risultato? Una riduzione del consumo di acqua e un incremento dei raccolti del 30% solo nel primo anno.

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