Nel secondo trimestre del 2020, il settore del fintech ha registrato una crescita del funding. Diminuiscono i deal
Dal fintech “integrato” alle Ipo. I trend emersi negli ultimi mesi stando a una ricerca di CB Insights
Lo shock pandemico ha inevitabilmente impattato sull’industria del fintech nel secondo trimestre 2020. Se, da un lato, il funding delle aziende fintech è aumentato del 17% su base trimestrale, a quota 9,3 miliardi di dollari (con 28 mega-round superiori a 100 milioni di dollari), dall’altro, i deal hanno toccato nuovi minimi ad aprile (127) per poi risalire ad agosto (141). Questi alcuni dei dati contenuti in un report di CB Insights che analizza l’andamento del settore del fintech nel secondo trimestre 2020. In particolare, lo studio identifica 5 trend emersi nel mezzo della pandemia.
1. Il fintech “integrato” si fa strada
Stando al report, tra i principali trend si stanno affermando nel mondo del fintech rientra il cosiddetto “embedded fintech”, termine che viene utilizzato per indicare l’integrazione di prodotti finanziari da parte di società non finanziarie nella propria offerta. Lo confermano i dati trimestrali relativi ai finanziamenti raccolti dalle startup fintech che abilitano servizi finanziari incorporati, come Airwallex, che ad aprile ha chiuso un round di serie D da 160 milioni di dollari. Il fintech integrato trova la sua applicazione in diversi campi, dal real estate alle risorse umane, e può rappresentare un driver importante per i ricavi. Un esempio nel settore dell’e-commerce è Shopify, che nel 2013 ha lanciato la propria piattaforma di pagamento, Shopify Payments. Nel primo trimestre del 2020, i ricavi derivanti dalle soluzioni merchant hanno pesato sul 60% del totale, guidati principalmente dalle commissioni di elaborazione dei pagamenti.
2. Player tradizionali sempre più aperti all’ Open banking
Un altro trend chiave riguarda l’open banking, che ha continuato a crescere, portando a un aumento de gli investimenti in fornitori di software per il sistema bancario. Un esempio è Yapily, piattaforma che usa una Api (application programming interface) aperta per connettere banche e imprese. Ad aprile, la fintech ha chiuso un round di finanziamento di serie A da 13 milioni di dollari. Il report evidenzia come, anche gli operatori tradizionali stiano iniziando a fornire servizi di open banking. Inoltre, sottolinea lo studio, il lockdown e le chiusure delle filiali durante la pandemia hanno messo sotto i riflettori il digital banking, un settore in cui “la crescente concorrenza potrebbe accelerare il consolidamento”.
3. Il boom dell’e-commerce che fa bene al fintech
La pandemia ha messo il turbo all’e-commerce, spingendo sempre più persone a comprare online. Stando al report, la spinta del Covid-19 all’e-commerce è un elemento che gioca a favore dei fintech provider. “In futuro – fa notare il report – se il settore del retail online dovesse continuare a mantenere volumi di spesa elevati, le soluzioni di pagamenti e checkout conversion saranno particolarmente ben posizionate”.
4. Retail wealth management: un trimestre all’insegna del consolidamento
L’e-commerce non è l’unico settore ad aver beneficiato dal lockdown. La pandemia ha portato infatti sempre più investitori retail verso il mondo del trading. A trarne vantaggio sono state sia le piattaforme di trading (in termini di nuovi conti di intermediazione aperti) che le le startup di wealth tech (nel secondo trimestre 2020, il funding delle startup wealth tech ha superato quota un miliardo). “Mentre la concorrenza nel settore del retail wealth management inizia a intensificarsi, gli operatori tradizionali si stanno avvicinando ai nuovi arrivati della gestione patrimoniale per espandere i propri prodotti e servizi” spiega il report. Sono svariati i casi in cui i big del wealth management hanno messo gli occhi sulle aziende della tecnofinanza: dall’acquisizione della piattaforma software di gestione patrimoniale AdvisorEngine da parte di Franklin Templeton a maggio, a quella della fintech Folio Financial da parte di Goldman Sachs nello stesso mese.
5. Ipo fintech: un’inversione di tendenza?
Dopo una carenza di quotazioni registrata all’inizio della pandemia, nel secondo trimestre 2020, spiega il report, diverse fintech hanno presentato domanda di quotazione o sono sbarcate in Borsa. In contrasto con la recente tendenza delle startup mature a rimanere private, è interessante segnalare la quotazione di SelectQuote, insurtech fondata nel lontano 1985.
C’è da dire che il terzo trimestre sembra proseguire nella stessa direzione, con la fintech Ant Financial che si sta preparando a quella che potrebbe essere la più grande Ipo della storia.
Nel secondo trimestre del 2020, il settore del fintech ha registrato una crescita del funding. Diminuiscono i dealDal fintech “integrato” alle Ipo. I trend emersi negli ultimi mesi stando a una ricerca di CB Insights
Lo shock pandemico ha inevitabilmente impattato sull’industria del fintech nel s…