Donne investitrici: come pianificare al meglio la successione

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Per le donne, gli obiettivi legati al lascito spesso non si limitano alla trasmissione del patrimonio a chi viene dopo, ma riguardano la capacità di plasmare il mondo intorno a sé, per costruire un futuro migliore. Eppure, il 55% non ha alcun piano in atto

Il 55% delle donne che intendono lasciare un’eredità non ha alcun piano in atto, rischiando di non vedere rispettate le proprie volontà e di pagare un’imposta di successione troppo elevata. Ecco gli strumenti per colmare questo gap

Secondo l’Ubs investor watch 2022, la pandemia ha reso le donne più interessate a cedere una parte maggiore del proprio patrimonio agli eredi mentre sono in vita (66% contro il 63% degli uomini)

Mamou: “Un piano di successione è fondamentale per preservare le dinamiche familiari e il patrimonio. Le soluzioni di trust e di assicurazione sulla vita possono essere componenti fondamentali”

Secondo l’ultimo Ubs investor watch 2022, il 56% delle donne non sa quanto patrimonio può trasmettere alla generazione successiva. Un dato che trova conferma anche nelle analisi di Fidelity International, che evidenzia come il 55% di coloro che intendono lasciare un’eredità non ha alcun piano in atto, rischiando di non vedere rispettate le proprie volontà e di pagare un’imposta di successione troppo elevata. Eppure, spiega a We Wealth Marianna Mamou, head advice beyond investing del chief investment office di Ubs global wealth management, un piano di successione “è fondamentale per preservare e stabilizzare” non solo il patrimonio ma anche le dinamiche familiari.

“Per le donne, gli obiettivi legati al lascito spesso non si limitano a trasmettere il patrimonio alla generazione successiva, ma significano anche essere in grado di plasmare il mondo intorno a loro per un futuro migliore”, spiega Mamou. “In tal senso, conservare, o meglio, accrescere il patrimonio attraverso gli investimenti è necessario per evitare l’erosione della ricchezza a causa dell’inflazione, della tassazione e dei consumi nel corso delle generazioni”. Con il passare degli anni, osserva infatti l’esperta, la capacità di spesa può diminuire drasticamente. Il che rende necessario “investire in attività che generino rendimenti positivi e crescenti” ma anche includere gli eredi nel percorso di investimento. Questo “li aiuta a prepararsi meglio e può rafforzare i legami all’interno delle famiglie”, osserva Mamou; inoltre, “dovrebbe portare a un trasferimento più fluido del patrimonio”.

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Guardando ai singoli strumenti dedicati al trasferimento della ricchezza, invece, secondo l’esperta ogni donna dovrebbe dotarsi di un testamento e di una persona incaricata a eseguirlo. Inoltre, a seconda delle esigenze, le soluzioni di trust e assicurazione sulla vita possono rappresentare delle componenti fondamentali. Per identificare poi l’approccio d’investimento appropriato a seconda degli specifici obiettivi ereditari, per Mamou bisogna considerare l’intero piano patrimoniale e il modo in cui gli asset possono essere allocati per soddisfare le proprie esigenze. “Una volta che le donne investitrici hanno definito e finanziato le loro strategie per le esigenze di flusso di cassa a breve e medio termine e gli obiettivi di vita, potranno investire il patrimonio rimanente nella loro strategia di eredità finanziaria”, spiega. “Un orizzonte temporale multigenerazionale consente anche una maggiore flessibilità nell’utilizzo dell’illiquidità come fonte di potenziali rendimenti, come immobili, hedge fund, private markets e infrastrutture”. Dati dimostrano a tal proposito come più donne (61%) che uomini (50%) sono desiderose di ricevere consigli proprio sugli investimenti in asset illiquidi, sebbene comportino la necessità di immobilizzare il capitale per periodi più lunghi.

Un’altra opzione, continua Mamou, è incorporare fondi d’investimento tematici a lungo termine per beneficiare delle tendenze strutturali. “Grazie ai temi a lungo termine, le donne sono anche in grado di allineare i loro investimenti ai loro valori e alle loro convinzioni, il che fornisce loro un senso di scopo attraverso i loro investimenti”, spiega. “Le ricerche hanno dimostrato che le donne tendono ad avere maggiore fiducia nell’investire il proprio denaro quando i loro valori sono allineati con i loro investimenti e quando intravedono un impatto sociale. Senza dimenticare che incorporare soluzioni di investimento sostenibili può anche essere un ottimo modo per coinvolgere e avvicinare le nuove generazioni”. Uno studio di Bny ha calcolato che, se le donne investissero allo stesso ritmo degli uomini, ci sarebbero più di 3,22 trilioni di dollari di capitale aggiuntivo da investire a livello globale, con oltre 1,87 trilioni da destinare proprio a investimenti sostenibili e d’impatto.

L’ultimo tema, conclude Mamou, è quello dell’educazione finanziaria. “Dal 2017 è aumentata la copertura mediatica dei temi di educazione finanziaria per le donne, che include argomenti come gli investimenti per la pensione e l’impatto dell’inflazione e del covid-19 sul benessere finanziario. La pandemia ha inoltre innescato un atteggiamento maggiormente precauzionale, spingendo molte donne a rivedere la propria situazione finanziaria”, ricorda l’esperta. E a richiedere i consigli di un consulente. Stando ai dati di Ubs, infatti, il 45% delle donne dichiara di non parlare apertamente di questioni finanziarie con la propria famiglia (a fronte del 50% degli uomini) ma per il 59% la presenza di un professionista potrebbe facilitare proprio le discussioni sui piani di successione (contro il 54% degli uomini). Ad ogni modo, la pandemia ha innescato anche un maggior interesse – indipendentemente dal genere – a cedere una parte maggiore del proprio patrimonio agli eredi mentre sono in vita. Quando si tratta di donne, però, un’azione di questo tipo è volta maggiormente a rispondere ai bisogni di liquidità dei propri eredi (per esempio per l’acquisto di una casa, nel 66% dei casi per le donne contro il 61% degli uomini) o a impartire loro preziose lezioni sugli investimenti (75% delle donne contro il 76% degli uomini).

(Articolo tratto dal magazine We Wealth di aprile 2023)

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