Obbligazionario high yield, 5 motivi per puntare sul 2023

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Il 2022 è stato un anno negativo. Ma per il prossimo anno le cose potrebbero cambiare, secondo le aspettative degli analisti di Vontobel Asset Management, che si basano sull’analisi delle serie storiche e su un miglioramento atteso dei fondamentali e dei bilanci degli emittenti

Che cosa aspettarsi dal mercato globale degli high yield per il prossimo anno? Secondo gli analisti di Vontobel Asset Management i titoli a reddito fisso ad alto rendimento potrebbero offrire un discreto rapporto rischio/rendimento per gli investitori con un orizzonte di investimento a medio-lungo termine. La grande volatilità di questo periodo, trainata dalla perdurante inflazione, penalizza i rendimenti ma se i risultati economici delle aziende emittenti saranno superiori alle attese potrebbero costruirsi le basi per una ripresa. In poche parole, il 2022 è stato un anno negativo per questi titoli a reddito fisso ma guardando al 2023 gli esperti di Vontobel AM sono ottimisti per una serie di ragioni:

  1. L’analisi delle serie storiche a partire dal 1998 mostra che non ci sono mai stati due anni consecutivi di rendimenti negativi. Evidenzia anche che un anno negativo è stato per lo più seguito da rendimenti elevati l’anno successivo grazie a valutazioni ridotte al minimo e a cedole elevate.
  2. In particolare le valutazioni sono diventate più interessanti per i titoli high yield dei mercati sviluppati, soprattutto sulla base dei rendimenti e dei prezzi delle obbligazioni. Il rendimento peggiore dei titoli high yield dei mercati sviluppati è salito a quasi il 10%, al di sopra della media ventennale del 7,7%. In precedenza ci sono stati periodi in cui i rendimenti degli high yield sono stati pari o superiori al 10% come dopo la crisi del debito dell’Eurozona nel 2011 o la crisi dei prezzi delle materie prime nel 2016.
  3. Allo stato i prezzi riflettono già un forte ribasso. In particolare per quanto riguarda la previsione di deterioramento degli utili e del bilancio queste riguardano in particolare gli emittenti che operano in settori altamente ciclici come la vendita al dettaglio, la chimica e l’auto. Le società prive di free cash flow saranno penalizzate dai maggiori costi di finanziamento. Per questo motivo viene data preferenza ai mercati high yield BB e single B selezionati, rispetto ai mercati CCC.
  4. Gli esperti di Vontobel AM prevedono che i tassi di default aumenteranno rispetto agli attuali livelli, ritenuti bassi, ma al di sotto dei livelli peggiori visti nei cicli precedenti. In particolare gli indici dei CDS (Credit Default Swap) ad alto rendimento in euro e negli Stati Uniti hanno un prezzo di default cumulativo a cinque anni rispettivamente del 40% e del 35%. L’ultima volta che è stato raggiunto il 35% di default cumulativo a cinque anni è stato durante il periodo della crisi finanziaria globale del 2008. Ma rispetto ad allora i fondamentali macroeconomici e il bilancio del settore privato sono oggi in condizioni migliori (e inoltre i cicli di default del 2016 e del 2020 hanno fatto una grande selezione sugli emittenti), il che allontana la previsione di toccare di nuovo questo livello su un orizzonte di cinque anni. La liquidità a disposizione degli investitori è un’altra delle condizioni che potrebbe alimentare il rally atteso per questi titoli se i bilanci risulteranno migliori delle aspettative.
  5. Il mercato degli high yield è stato poco liquido per tutto l’anno a causa dell’incessante volatilità e della scarsa propensione al rischio degli operatori. E gli specialisti di Vontobel AM non vedono margini di miglioramento per quest’anno. Un contesto di bassa liquidità è sempre una sfida da affrontare, concludono, ma allo stesso tempo offre opportunità quando i prezzi si discostano dai fondamentali.

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