Dopo la svendita, i bond tornano nel carrello di Vontobel AM

In vista di una possibile recessione gli investitori possono costruire un portafoglio più difensivo (e con più bond), approfittando dei migliori rendimenti odierni, afferma Vontobel Asset Management

“Sebbene la recessione ci sembri lontana, se mai si materializzerà, non è mai troppo presto per iniziare a preparare il portafoglio obbligazionario per tale rischio”: è questo lo spunto operativo lanciato da Mark Holman, Partner e portfolio manager di Vontobel Asset Management. I rischi di recessione sono diventati sempre più un argomento di dibattito fra gli economisti, dopo che la guerra in Ucraina ha esacerbato i problemi già evidenti sul fronte dell’inflazione, imponendo alle banche centrali una stretta monetaria più rapida, forte e potenzialmente meno indolore.
Dall’inizio dell’anno questo scenario ha fortemente penalizzato il mercato obbligazionario, i cui rendimenti sono decisamente aumentati portandosi su livelli che, ora, Vontobel AM ritiene interessanti. “Nel complesso, le obbligazioni hanno arrancato da inizio anno, con la volatilità dei titoli di Stato e le tensioni geopolitiche che hanno decretato un ingente ampliamento degli spread creditizi”, ha scritto Holman, “questo implica che in alcuni settori le valutazioni sono scese a livelli non lontani da quelli che ci si potrebbe aspettare in un contesto recessivo, quindi stiamo acquistando in un mercato obbligazionario molto meno oneroso di quanto non lo fosse a gennaio”.
Se i rendimenti delle obbligazioni incorporano i rischi legati a un potenziale contesto di tipo stagflattivo, d’altro canto “possono essere di grande aiuto nell’affrontare periodi di volatilità come quello in cui ci troviamo”, ha affermato Holman, “poiché offrono la certezza di generare rendimenti ragionevoli anche se le condizioni peggiorano”. Un esempio è offerto dal titolo sicuro per eccellenza, il Treasury Usa decennale: “con un rendimento di quasi il 3%, riteniamo che molte cattive notizie (e un buon numero di rialzi dei tassi) siano già scontati, pertanto tali titoli possono rappresentare una preziosa posizione di avversione al rischio in un portafoglio in caso di dati economici peggiori del previsto”. Certo, sono rendimenti che si confrontano con un tasso d’inflazione che, negli Stati Uniti, ha raggiunto l’8,3% ad aprile e che la Federal Reserve, a detta di molti tardivamente, si è impegnata a raffreddare. Da inizio anno, infatti, il decennale Usa ha registrato perdite del 10%, mentre l’obbligazionario societario americano high-yield e investment grade ha subito un colpo del 10 e del 13%, rispettivamente.

Come intervenire sul portafoglio, secondo Vontobel AM

A questo punto, secondo Holman, si potrebbe calibrare un’inclusione più elevata di titoli obbligazionari in portafoglio, con una funzione difensiva – ma senza esagerare: “le condizioni di fine ciclo possono durare molto a lungo… e in tali circostanze può essere estremamente dannoso affrettarsi a rendere il portafoglio estremamente più difensivo”.
“A nostro avviso, l’approccio migliore consiste nel mantenere un’elevata liquidità in modo da poter reagire rapidamente e trarre profitto da eventuali ulteriori cali intra-ciclo, costruendo al contempo una protezione sufficiente contro un potenziale sell-off recessivo”, ha affermato Holman, “un’allocazione approssimativa del 15% sui titoli di stato e dell’85% sul credito a scadenza relativamente breve ci pare quindi adeguata all’attuale contesto”. Pertanto, tornano nel carrello della spesa i Treasury, evitati per tutta la prima parte dell’anno, mentre per l’obbligazionario corporate aumenta la preferenza per aziende più solide e scadenze più brevi che dovrebbero “rendere il portafoglio meno esposto a qualsiasi sell-off recessivo”.

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