Crisi energetica: cosa aspettarsi questo inverno? 4 scenari possibili

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Tra aumento dei prezzi e sforbiciata alle forniture, lo shock del gas potrebbe rendere questo inverno particolarmente rigido per l’Europa. Sarà davvero così? Vontobel Asset Management ha delineato quattro possibili scenari energetici, con differenti risvolti per gli investimenti

Tra caro bollette, con costi di luce e gas che potrebbero triplicare o addirittura quadruplicare, e le nuove regole per contenere i consumi energetici, il prossimo inverno potrebbe essere particolarmente rigido e all’insegna dello scontento in Europa. Sul fronte prezzi, le quotazioni del gas naturale al TTF di Amsterdam (riferimento europeo del gas future) sono scese rispetto al picco massimo toccato lo scorso agosto di 330 euro a Megawattora, ma sono ancora circa sei volte superiori alla media per questo periodo dell’anno. E anche il carbone non appare particolarmente economico, con i prezzi triplicati nel corso dell’anno a causa della maggior domanda e dell’aumento dei costi per bilanciare l’impatto ambientale negativo. Sul fronte forniture, dopo il taglio sul gas da parte della Russia, l’Europa ha accelerato gli investimenti nei terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) per riceverlo via mare dagli Stati Uniti e dal Medio Oriente, ma i progetti saranno operativi solo fra qualche anno. Si tratta quindi di una soluzione nel lungo termine, ma non nel breve. Insomma, le premesse non sono certo delle migliori in vista dell’inverno. Cosa aspettarsi e di conseguenza come prepararsi al meglio ai prossimi mesi? Vontobel Asset Management ha delineato quattro diversi scenari energetici per l’Europa, che avranno un impatto differente sulle famiglie e imprese e anche sugli investimenti.

Quattro scenari energetici per il prossimo inverno (e oltre)

Le previsioni della casa di gestione svizzera prendono in considerazione alcune variabili, come i livelli di fornitura di gas da parte della Russia, i consumi energetici e ovviamente anche il meteo. Il primo scenario si basa sull’ipotesi che Mosca continui a fornire gas al ritmo ridotto dello scorso agosto, quindi senza ulteriori sforbiciate. Questo coinciderebbe con una domanda pari al 15%, come previsto dall’Unione europea, e quindi scorte di gas che andrebbero soltanto a dimezzarsi dagli attuali livelli. Quindi, nessun grosso pericolo in vista. Peccato però che questo primo panorama sia, secondo Vontobel AM, il meno probabile, anzi con probabilità zero. 

Gli altri tre scenari, con stessa probabilità ciascuno, si basano invece su forniture pressoché azzerate da parte della Russia. I risvolti per l’Europa, quindi, dipenderanno dalla domanda di gas (consumi ridotti del 15% oppure consumi uguali o addirittura un aumento dei consumi del 10%) e dal meteo, più o meno avverso. Nel peggiore dei casi, ovvero con forniture di gas azzerate da parte della Russia, una domanda di gas in aumento e un inverno particolarmente rigido, secondo Vontobel AM, l’Europa dovrebbe comunque essere in grado di affrontare la crisi energetica, facendo fronte a tutte le riserve di gas disponibili. Tuttavia, non riuscirebbe a evitare i razionamenti energetici per famiglie e imprese nei mesi invernali e soprattutto “se l’Europa dovesse arrivare alla primavera 2023 con riserve di gas praticamente azzerate, la situazione per l’inverno successivo, ovvero 2023-2024, sarà ancora più precaria”. 

Ovviamente, le conseguenze dell’attuale crisi energetica saranno diverse per ciascun paese. Secondo l’Economist Intelligence Unit, quelli più a rischio in termini di dipendenza dal gas russo e carenza di opzioni alternative sono la Germania, l’Austria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria. “A nostro avviso – sottolineano gli esperti di Vontobel AM – le barriere fisiche alle forniture di energia ed elettricità sono assolutamente gestibili, ma rimane da vedere se le barriere politiche possono essere superate”. Sarà quindi interessante vedere se l’Europa riuscirà a dare una riposta unificata e compatta a questa crisi, allineando i provvedimenti, come i sussidi, il tetto al prezzo e la condivisione delle risorse, così da limitarne l’impatto economico. Finora, le divergenze hanno prevalso, dimostrando come il dibattito politico su questo tema proseguirà anche nei mesi a venire. “Nonostante le incertezze, ci aspettiamo che l’Unione europea troverà delle soluzioni, anche se alcune saranno tutt’altro che economicamente perfette”. 

Quali implicazioni per gli investitori?

Dagli scenari immaginati da Vontobel AM, si deduce come gli effetti dell’attuale crisi energetica saranno durevoli e potranno protrarsi anche oltre il 2023. Una valutazione da tenere in considerazione per gli investimenti: bisognerebbe guardare, avvertono dalla casa di gestione svizzera, a quei settori che potrebbero beneficiare della situazione su un periodo di tempo più lungo. In altre parole, l’attuale situazione, così come già accaduto nella crisi del petrolio del 1972, innescherà una transizione alle rinnovabili. In vista, quindi di un cambiamento nell’approvvigionamento di energia in Europa, “potrebbe essere giunto il momento di investire a supporto di un’economia basata sulle fonti rinnovabili”, ovvero nelle aziende che sono già posizionate nel solare, nell’eolico ma anche in tutti quei settori legati all’energia pulita, come l’idrogeno verde, la mobilità elettrica e le batterie. “Ovviamente le aziende focalizzate sulla transizione energetica saranno avvantaggiate nel medio periodo”.

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