Twin markets: il futuro di high yield e corporate loans

Mentre sul fronte dei titoli governativi e investment grade (ig) risulta complicato per gli investitori ottenere rendimenti attrattivi, maggiori opportunità si possono trovare sul segmento high yield con duration moderata o sul segmento dei corporate loans. Ne parliamo con gli esperti di Ver Capital

Il mercato dei corporate loans comincia ad avere una dimensione ormai similare a quella dei bond. Resta però non accessibile a tutti. Da inizio anno, i loans (prestiti negoziati over the counter, non regolamentati, caratterizzati da scambi tra controparti specializzate, con size di elevato ammontare ed emessi da grandi multinazionali europee) hanno registrato risultati più che positivi. “A livello di performance year to date” commenta Antonio Montano, portfolio manager di Ver Capital, “vediamo oggi un +4% di rendimento, con livelli di volumi record, superiori ai 100 miliardi di euro di emissioni. Se si considera che da qui a fine anno il mercato si attende altri 15-20 miliardi di emissioni” prosegue Montano, “quest’anno potremmo superare i 120 miliardi di emissioni record del 2017”.
Da notare, aggiunge, come si registri un tendenziale aumento del numero di emissioni legate ai criteri ambientali, sociali e di governance: “Una emissione su 5 risponde ormai a parametri Esg, pari al 19% circa del totale. Oltre a prodotti più attenti all’ambiente e alle persone, gli investitori richiedono un livello di documentazione e informativa sempre più approfondita e trasparente”.

La situazione nel mercato dei loan…

“Il mercato dei loan ha riportato 17 mesi consecutivi di rendimenti positivi, dopo il risultato mensile negativo registrato a marzo 2020 e determinato dall’esplosione della pandemia di Covid-19”, prosegue Davide Cingi, portfolio manager di Ver Capital. “Un trend di crescita, che si è consolidato nel corso del tempo e che ha portato il prezzo medio dei loan tradati sul mercato secondario ad avvicinarsi alla soglia dei 100 centesimi (98,8). È inoltre calato il tasso di default per l’Europa, che si attesta oggi in media al di sotto del livello del 3%, rendendo il contesto ancor più vantaggioso per gli emittenti”. Sul mercato secondario si registrano inoltre sempre meno differenze dovute al settore di appartenenza, “i titoli anticiclici prezzano già da mesi intorno alla pari, mentre i ciclici stanno ormai integralmente recuperando lo storno del mercato dettato dalla pandemia”.

… e quella nel comparto dell’high yield

Come per il mercato dei loans, prosegue Giacomo Bergamo, Portfolio Manager di Ver Capital, “anche sull’high yield (hy), da inizio anno, abbiamo raggiunto i 106 miliardi di euro di emissioni e ci aspettiamo che si arrivi a 140 miliardi entro la fine dell’anno. Questo dato “è sintomatico della possibilità che le aziende hanno di rifinanziarsi nell’attuale contesto di tassi molto bassi e dei fondi di Private Equity e/o aziende che possono finanziare, tramite operazioni di LBO, le opportunità di acquisizione che gli si presentano”. Tuttavia, crediamo che tutta questa offerta sul mercato primario sarà ben assorbita dai fondi, che in un mondo di tassi estremamente bassi, devono selezionare le migliori opportunità sul mercato.
Inoltre, crediamo che in un contesto macroeconomico positivo, supportato da politiche monetarie altamente accomodanti e dal piano europeo di ripresa post pandemico, Next Generation Eu, “il mercato dei prestiti ha ancora solide basi per fare bene, con un ulteriore restringimento degli spread di credito” aggiungono da Ver Capital. Il rialzo dei livelli di inflazione, unito al permanere di tassi a zero ha portato i rendimenti reali di mercato governativo ed investment grade in territorio negativo. “Ciò ha fatto diventare sempre più importante il mercato high yield dove la cedola più robusta e la duration tendenzialmente più corta rappresentano un importante baluardo contro l’inflazione; importante anche segnalare, per quanto riguarda più specificatamente Ver Capital, l’approccio high conviction per due diversi punti di vista: non solo in termini di difesa del portafoglio (per non incappare in situazioni problematiche) e di credito, ma anche sull’aspetto del ritorno finanziario, che nel nostro caso, guardando lo YTM dei portafogli HY,  è tendenzialmente superiore al mercato”.
“La scelta che abbiamo come Ver Capital” conclude quindi Andrea Pescatori, chief executive officer di Ver Capital “è stata quella di avere portafogli robusti in termini di fondamentali, ma con rendimenti superiori a quelli che offrono gli strumenti indicizzati. Tendenzialmente, selezioniamo bond high yield che abbiano una duration controllata rispetto a quella di mercato (ad ora, si attesta attorno ai 2,3 anni)”.

Le soluzioni di Ver Capital

Strumenti quali il Ver Capital Credit fund e il Ver Capital Credit Partners VIII si basano su un’analisi sia macro che micro, e permettono di dare una stabilità al portafoglio in termini di rendimento in un’ottica di tassi bassi, in modo non vincolato al variare del livello di inflazione”.
Nel caso di specie, il Ver Capital Credit fund, è un fondo che mira a massimizzare i ritorni assoluti attraverso la crescita di capitale e reddito. Il fondo investe prevalentemente in obbligazioni ad alto rendimento (hy) emesse da società europee e/o denominate in euro. Il fondo è caratterizzato da una selezione delle emissioni di tipo bottom-up, da un’elevata diversificazione settoriale e geografica e dalla rotazione di portafoglio atta a raggiungere obiettivi di rendimento, duration e volatilità.
Ver Capital Credit Partners VIII è un fondo aperto, con liquidità mensile in entrate ed in uscita per gli investitori, avente come sottostante corporate loan europei tradati giornalmente e quotati dalle principali banche di investimento e broker internazionali che ne garantiscono la liquidità. Il prodotto investe in aziende europee multinazionali, l’emissione media è pari a circa 1 miliardo di euro, per un obiettivo di rendimento del 4% annuo.

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