Quanto vale la combinazione inflazione-tassi variabili in portafoglio

L’inflazione resta al centro del dibattito economico, come conseguenza di una società post pandemica tornata a vivere e di una ripresa economica i cui confini restano ancora da definire. Capiamo con gli esperti di Ver Capital come investire in questo contesto

“Tendiamo ad utilizzare il termine ‘transitorio’ per indicare che l’inflazione non avrà un impatto permanente in termini di marcato aumento dei prezzi. Credo però sia arrivato il momento per mettere da parte questa espressione e provare a spiegare in modo più chiaro che cosa vogliamo dire”. Sono queste le parole utilizzate in Senato lo scorso 30 Novembre dal governatore americano Jerome Powell, all’alba della rielezione per un nuovo mandato a partire da febbraio 2022.
L’inflazione resta dunque al centro del dibattito, come conseguenza di una società post pandemica tornata a vivere e di una ripresa economica ancora i cui confini restano da definire.
“L’inflazione, e più in generale i periodi in cui si assiste ad una spinta al rialzo dei tassi, tende a dare maggiore slancio a strumenti a tasso variabile” commenta Antonio Montano, portfolio manager di Ver Capital Sgr, “per i quali l’aumento generalizzato dei prezzi, più che un timore, è una delle condizioni ottimali di performance”.

Loan: un doppio livello di protezione

Parliamo nello specifico dei loan, prodotti a tasso variabile, più senior nella struttura del capitale rispetto ad altri strumenti di debito, che offrono due vantaggi nel contesto dell’attuale situazione macroeconomica: da un lato, la crescita dell’inflazione, e conseguentemente dei tassi, permette di portare lo strumento a generare un rendimento maggiore di quanto inizialmente previsto; “i loan infatti beneficiano di un aumento dell’Euribor: ogni rialzo del tasso interbancario porta ad un aumento del rendimento del portafoglio” aggiunge Montano. In secondo luogo, la caratteristica del tasso variabile conferisce ai loan un profilo di duration estremamente ridotto, ma con rendimenti sostanzialmente più elevati rispetto ad altri strumenti a brevissimo termine.
Forte della propria esperienza, nella scelta delle migliori opportunità sul comparto loan, Ver Capital effettua una analisi approfondita delle realtà in esame: l’investimento in strumenti a maggiore rischio, non quotati su mercati regolamentati, offre infatti accesso ad una serie di informazioni mensili più dettagliate, tramite le quali Ver Capital è in grado di comprendere la risposta delle aziende alle diverse sollecitazioni di mercato.

Ver Capital Credit Partners VIII

Il fondo Ver Capital Credit Partners VIII, lanciato nei primi mesi della fase pandemica del 2020, “è stato costruito selezionando aziende caratterizzate da business resilienti, capaci di trasferire con relativa facilità sui loro listini gli incrementi dei costi di fornitura dovuti all’attuale contesto inflazionistico, e potenzialmente in grado di beneficiare dei trend macroeconomici di medio-lungo termine. Il nostro principale valore aggiunto” aggiunge Davide Cingi, portfolio manager and investment analyst di Ver Capital Sgr, “sta anzitutto nella selezione dei singoli nomi e nell’analisi qualitativa e quantitativa che sta dietro ad essa. Attualmente lo zoccolo duro del portafoglio è composto da settori quali quello del food, il farmaceutico, l’healthcare, il settore dei servizi e il tech. Teniamo però in grande considerazione anche i fattori ESG e i trend legati a dinamiche di sostenibilità, temi che scadenzeranno la crescita nei prossimi anni”.
Ver Capital Credit Partners VIII è un fondo semiaperto (e per questo unico nel suo genere), che garantisce liquidità mensile, avente come sottostante corporate loan europei scambiati giornalmente grazie alla liquidità garantita dalle principali banche di investimento e broker internazionali.

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