Un fondo Eltif sul debito societario: Ver Capital si prepara al lancio

È atteso per la metà dell’anno in corso l’Eltif Italia di Ver Capital. Con Davide Cingi, Portfolio Manager e Investment Analyst della società, parliamo dell’apertura a una nuova categoria di prodotti. La caratteristica? L’investimento di almeno il 70% del capitale nel private debt

Un Eltif obbligazionario sul mercato italiano a supporto del debito d’impresa. Con l’arrivo di Ver Capital ELTIF ITALIA, Ver Capital, azienda leader nel mercato del corporate credit europeo, apre a una nuova categoria di prodotti.
A differenza della stragrande maggioranza dei fondi European Long Term Investment Fund (Eltif) presenti sul mercato italiano, Ver Capital ELTIF ITALIA si distingue per una caratteristica: almeno il 70% del capitale sarà investito sul private debt; nel particolare, senior corporate loan (obbligazioni liquide emesse da grandi aziende non quotate), direct lending e debito convertibile.
“Come Ver Capital, ci proponiamo da sempre di cogliere i migliori trend del credito corporate” spiega Davide Cingi, Portfolio Manager e Investment Analyst di Ver Capital. “Il mercato del debito italiano rappresenta una nicchia ricca di opportunità: il nostro focus si rivolge alle imprese di medie dimensioni, leader nei rispettivi mercati di riferimento. Si tratta però generalmente di aziende con un accesso ridotto ai mercati finanziari”.
La concorrenza limitata di mercato, combinata con le elevate barriere all’ingresso, rende possibile individuare con maggior chiarezza le migliori aziende, ottimizzando il profilo rischio/rendimento dell’investimento. “Inoltre” aggiunge Cingi “larga parte del portafoglio sarà costituito da asset a tasso variabile, capaci di beneficiare dell’atteso aumento dei tassi di interesse”.

Un Eltif 70% debt, 30% equity

Oltre alla parte di private debt, l’Eltif di Ver Capital avrà inoltre la possibilità di investire fino a un massimo del 30% in private equity, in particolare in quote di holding aventi come sottostante partecipazioni finanziarie in aziende industriali italiane, acquisite in via prevalente sul mercato secondario o tramite coinvestimenti con fondi di private equity. “Ciò avviene principalmente in quei casi in cui l’equity sponsor vuole un azionista di minoranza. Un’opportunità che in passato, spesso, non abbiamo potuto cogliere per vincoli regolamentari, ma di cui ora possiamo approfittare” spiega Cingi. “Tutto ciò si traduce in un aumento nel rendimento atteso per gli investitori, senza generare un eccessivo incremento di volatilità, dato il basso peso percentuale della componente equity sul totale delle risorse e la sua natura non quotata”.
Come richiesto dalla normativa Pir 2.0, il fondo avrà una concentrazione geografica focalizzata sull’Italia (almeno il 70% degli emittenti investiti), con una parte residuale di investimenti in paesi core europei (Francia e Germania in primis).
Tra i vantaggi fiscali del prodotto per gli investitori, l’esenzione fiscale completa sulla plusvalenza generata e sul flusso cedolare, nonché un credito d’imposta fino al 10% del capitale investito in caso di minusvalenza.
“Il fondo, atteso sul mercato per la metà dell’anno, risulta particolarmente attrattivo anche per le banche collocatrici, grazie allo schema di incentivazione sia attraverso upfront fees, che tramite rebate running” precisa Cingi. Sarà accessibile sia alla categoria degli investitori istituzionali tramite collocamento diretto (con quote di ingresso da 250 mila euro), sia alla clientela retail, con un taglio minimo pari a 10 mila euro. La durata complessiva del fondo (chiuso, non riservato) è di 7 anni, con due finestre di uscita: una a 5 anni e mezzo, una a 6 anni e mezzo.

Il valore aggiunto di Ver Capital

“Ver Capital ELTIF ITALIA si distingue dai competitor per la larga percentuale di asset liquidi componenti il portafoglio target. Ciò permette, insieme all’esperienza maturata dalla SGR nel credito corporate, di impiegare il capitale raccolto in modo rapido ed efficiente, un vantaggio competitivo molto importante per un fondo chiuso, soprattutto se destinato all’investitore retail dove non sono possibili ripetute capital call, in quanto in grado di minimizzare l’effetto J-Curve (periodo in cui il fondo non produce rendimento) e massimizzare il ritorno sull’investimento” conclude Cingi.

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