Volatilità globale: è il momento del mercato azionario europeo?

Mentre la volatilità globale dei mercati sale, l’azionario europeo potrebbe offrire diverse opportunità per gli investitori. Vediamo quali con gli esperti di T. Rowe Price

I premi al rischio elevati in Europa potrebbero contribuire a fornire una protezione rispetto alla volatilità globale. Ad affermarlo è Ritu Vohora, Portfolio specialist capital markets di T. Rowe Price, secondo cui il vecchio continente potrebbe essere favorito in un contesto di sottoperformance del nuovo continente, legata soprattutto al settore tecnologico. Tra gennaio e febbraio 2022, infatti, l’indice MSCI US growth net ha registrato un calo del -12,6%. Con i mercati azionari europei maggiormente esposti ai settori value e ciclici rispetto agli Stati Uniti, e l’inizio di una transizione nei mercati Eu verso un più ampio mix settoriale a partire dalla fine del 2021, “il vecchio continente potrebbe rivelarsi un’opportunità di investimento vantaggiosa in un’economia globale in ripresa e in un contesto di tassi in aumento, che può essere impegnativo per gli asset con duration più lunga”.

Transizione verso il mix settoriale in Europa

Nell’ultimo decennio, l’indice MSCI Usa ha sovraperformato l’indice MSCI Europe per la maggior parte del tempo. Secondo l’esperto di T. Rowe Price, “la sottoperformance dell’Europa può essere in gran parte attribuita alle differenze nella composizione settoriale, così come alle performance nettamente divergenti di alcune delle maggiori società su entrambi i lati dell’Atlantico”. La sovraperformance statunitense è stata infatti dominata dal settore tech: tra il 2010 e il 2021, l’indice S&P 500 Information Technology ha registrato una crescita del 737,91%, mentre 624,57% è stato l’aumento registrato dal NYSE Technology nello stesso periodo.
All’inizio del decennio scorso i mercati europei erano fortemente sbilanciati verso i settori tradizionali della “old economy”. Ancora oggi, i settori finanziario e dell’energia rappresentano insieme circa il 21,63% dell’indice MSCI Europe, mentre il settore Information Technology (It) costituisce il 7,56%. Al contrario, nell’MSCI Usa, a predominare è proprio l’It, che rappresenta il 28,84%, contro il 14,68% dei settori tradizionali. Il tech ha rappresentato la quota maggioritaria anche dell’Indice S&P 500, con un numero ristretto di aziende, tra cui Apple, Microsoft e Alphabet, che hanno dominato la performance e generato rendimenti annualizzati superiori al 30%.
Tuttavia, “alla fine del 2021 abbiamo assistito all’inizio di una transizione verso un più ampio mix settoriale in Europa, con una crescente esposizione a settori quali beni di consumo discrezionali, industriale e It, offrendo opportunità in un ampio spettro di mercati” sottolinea Vohora. “In particolare, l’Europa ha dato vita ad alcuni marchi leader a livello mondiale nei settori dei beni di consumo. Con 15 mercati presenti nella categoria Europa sviluppata di MSCI, questo può essere un universo complesso da navigare. Tuttavia, può anche offrire una serie di opportunità diverse e interessanti”.

Le opportunità

Secondo Vohora, a concorrere alla prospettiva favorevole dei titoli azionari del vecchio continente vi sono inoltre diversi fattori: l’allentamento delle restrizioni legate al Covid, che potrebbe dare impulso ai settori dell’ospitalità e dei viaggi, fornendo opportunità selettive per gli investitori; i risparmi accumulati nei due anni di pandemia, che potrebbero anche stimolare la spesa dei consumatori e gli investimenti aziendali; infine, il quadro politico favorevole, grazie soprattutto alla politica monetaria accomodante e al sostegno fiscale del pacchetto di ripresa economica del NextGeneration Eu.
In aggiunta, l’Europa è all’avanguardia rispetto al resto del mondo in termini di regolamentazione della finanza sostenibile e le aziende europee potrebbero essere meglio preparate per un contesto in evoluzione, beneficiando di una maggiore attenzione da parte degli investitori sostenibili.
“Sebbene i rischi relativi ai problemi delle supply chain, l’incertezza sull’inflazione, l’aumento del rischio geopolitico, la forza del dollaro statunitense e la riduzione della domanda da parte della Cina siano rilevanti, i premi di rischio elevati in Europa potrebbero contribuire a fornire una protezione rispetto alla volatilità globale” conclude Vohora. “Inoltre, l’orientamento ciclico dei mercati europei, la politica fiscale di sostegno e le valutazioni relativamente attraenti forniscono un supporto a breve termine”. Con la ripresa degli utili, in particolare nei settori più value, potrebbe esserci il potenziale per superare gli altri mercati regionali.

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