Valutazioni elevate e utili in crescita: chi starà al passo nel 2022?

La ripresa economica globale potrebbe rallentare nel 2022, così come lo slancio degli utili. Gli esperti di T. Rowe Price hanno analizzato le possibili conseguenze

Mercati con maggiore esposizione alle industrie cicliche e al commercio globale, azioni value di alta qualità e small-cap potrebbero essere i tre cavalli su cui puntare nel mercato azionario del 2022. In particolare, in Giappone e nei paesi emergenti. A suggerirlo sono Sébastien Page, head of globale multi-asset, e Justin Thomson, Cio e head of international equity di T. Rowe Price.
Il rallentamento nella crescita degli utili statunitensi potrebbe portare a risultati più disomogenei tra le società, richiedendo agli investitori di essere più selettivi e individuare quelle realtà che beneficiano della crescita della domanda.

Uno sguardo al 2021

Nonostante i timori legati al diffondersi della variante Omicron, i mercati azionari globali si sono dimostrati resilienti nel 2021. Gli esperti evidenziano che “a metà novembre 2021, l’indicatore price/earnings (p/e) dell’indice Russell 3000 era quasi al massimo del suo range storico dal 1989”. Negli Stati Uniti, per la maggior parte dell’anno, le valutazioni elevate sono state supportate da un flusso costante di revisioni al rialzo degli utili. “Nonostante un aumento di quasi il 23% dell’indice S&P 500 nei primi 10 mesi dell’anno, il p/e dell’indice è effettivamente diminuito nello stesso periodo poiché gli utili sono aumentati più rapidamente dei prezzi delle azioni”, spiegano.

Lo slancio degli utili continuerà nel 2022?

La crescita degli utili continuerà a sostenere le valutazioni azionarie anche nel 2022? “Con i margini operativi dell’S&P500 a un livello record, è probabile che lo slancio degli utili negli Stati Uniti rallenti”, suggeriscono Page e Thomson. La diffusione delle varianti del coronavirus e il già preannunciato aumento dei tassi di interesse potrebbero rappresentante, inoltre, rischi significativi per la ripresa economica globale. Le società in grado di resistere in un contesto di inflazione elevata potrebbero continuare a vedere una crescita degli utili, ma quelle prive di potere nella determinazione dei prezzi potrebbero riscontrare dei problemi. Questa disomogeneità richiederà agli investitori di essere più selettivi, privilegiando quindi uno stile di gestione attiva.

Dove rifugiarsi?

Sul mercato azionario Usa, qualche opportunità potrebbe essere offerta dalle industrie in ritardo nella ripresa degli utili (come l’aerospaziale, le compagnie aeree, gli hotel e le compagnie di crociera), che hanno un peso però relativamente ridotto della capitalizzazione dell’S&P 500.
Al contrario, rispetto al contesto statunitense, lo slancio degli utili è stato rallentato in Giappone, che secondo gli esperti potrebbe offrire diverse opportunità “se la ripresa globale rimane sulla buona strada”. Analogamente, in un contesto di crescita generale stabile, potrebbero fare bene azioni, credito e valute in alcuni mercati emergenti.
Sotto osservazione rimane Pechino, che a fronte di un anno difficile quale il 2021, caratterizzato da una stretta normativa che ha colpito la gran parte dei settori cardine dell’economia, potrebbe vedere nel 2022 nuove opportunità supportate anche dai nuovi stimoli da parte del governo.
Dal punto di vista dei fondamentali, “i titoli finanziari, che hanno un peso elevato nell’universo value, hanno storicamente sovraperformato in un contesto di tassi di interesse in aumento, mentre i titoli small-cap hanno in genere fatto bene durante la fase di ripresa economica”. Due condizioni che potrebbero ripresentarsi nel corso dell’anno.
Infine, in un periodo di rialzo del costo del denaro e inflazione più elevata, i titoli growth potrebbero sottoperformare con implicazioni per i settori chiave in crescita, in particolare la tecnologia, che ha guidato i mercati azionari per gran parte dell’ultimo decennio.

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