Sensibilità ai tassi di interesse: come reagiscono i titoli azionari

Sensibilità all’andamento dei tassi di interesse: questo è il concetto di duration applicato al settore obbligazionario. Ma lo si può applicare anche al comparto azionario per meglio comprendere il probabile andamento positivo dei titoli value

I titoli azionari con duration elevate reagiscono in modo più contenuto alle oscillazioni dei tassi di interesse rispetto a titoli con duration inferiori. I value stocks, ovvero titoli di società che hanno presentato dei tassi di crescita dell’utile limitati e che quindi vengono sotto-prezzati dal mercato, mostrano delle duration più moderate rispetto ai contrapposti titoli growth, che oramai da un decennio garantiscono rendimenti consistenti agli investitori. Questi ultimi però potrebbero dover cedere il passo ai titoli value, favoriti dalla ripresa economica e dalle politiche monetarie prossime al giro di boa.

Effetto di tassi di interesse e duration su stocks value

“Le azioni growth”, afferma Yoram Lustig, Head of Multi-Asset Solutions, Emea, di T. Rowe Price, “pagano dividendi inferiori rispetto a quelle value. Di conseguenza, i potenziali flussi di cassa generati dai titoli growth sono spostati più avanti nel tempo rispetto a quelli dei value. In altre parole, la duration del growth è superiore a quella del value. Proprio per questo, le azioni growth hanno beneficiato del calo dei tassi d’interesse per gran parte dell’ultimo decennio, mentre il recente aumento potrebbe sostenere la performance delle azioni value”.
Riprendendo con altre parole la view dell’esperto, più la duration (ovvero la sensibilità all’andamento dei tassi di interesse) è alta, più il valore del titolo sottostante risentirà dell’aumento dei tassi. Se i titoli growth (con duration maggiore) hanno avuto la meglio negli ultimi anni, l’attuale contesto di tassi in rialzo ribalta tale scenario, e favorisce i titoli value.
Il divario di performance pluriennale tra value e growth è stato molto influenzato dal calo dei tassi d’interesse, che ha agito da vento contrario per il settore finanziario, una componente significativa dell’universo value.
C’è di più: uno scenario caratterizzato da bassi rendimenti ha portato ad un rialzo generalizzato delle valutazioni azionarie, che hanno assistito ad una fase di espansione di multipli, ma non di utili (tipica del comparto value). Un incremento dei tassi di interesse, se da un lato ha il potenziale di penalizzare attività che hanno beneficato dei listini in crescita, dall’altro può determinare la scelta di settori con fondamentali forti e possibilità di corresponsione di dividendo, che, dipendendo dal bilancio aziendale e non dai tassi di interesse, può fungere da tutela.

Evidenza empirica

Un esempio rappresentativo di quest’analisi è l’indice globale Msci All Country World Index (ACWI), a sua volta suddivisibile in ACWI growth e ACWI value. Il rendimento dato dalla differenza tra l’indice ACWI value e ACWI growth segue il rendimento dei Treasury Usa decennali.
In aggiunta, “il comparto maggiore dell’ACWI value è quello finanziario, con peso di circa il 23%” sottolinea Yoram Lustig. Il settore bancario, nel contesto di rialzo dei tassi di interesse, può ottenere beneficio aumentando il differenziale fra il tasso a cui le banche prendono a prestito e quello a cui prestano ai clienti (spread). Così facendo, la divisione value tenderà a crescere ulteriormente, portando profitti per gli investitori value.

Articoli correlati

Articoli più letti

Ultime pubblicazioni

Magazine
Magazine 66 – marzo 2024
Magazine N.65 – febbraio 2024
Guide
Quando la fotografia diventa arte

Cosa rende “arte” una fotografia? Molti collezionisti partono prevenuti prima di affrontare l’acquisto...

Top 200 Advisor del Wealth – 2024

Proteggere la ricchezza, farla crescere e trasferirla in sicurezza alle nuove generazioni è uno degli obiettivi f...